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venerdì 29 novembre 2019

NEWS MINORI-PEDIATRIA. Ipoacusia in 1 bimbo su 1.000, ma cresce con fattori rischio

VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2019 08.16.30


NEWS MINORI-PEDIATRIA. Ipoacusia in 1 bimbo su 1.000, ma cresce con fattori rischio

DIR0084 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS MINORI-PEDIATRIA. Ipoacusia in 1 bimbo su 1.000, ma cresce con fattori rischio Specialista Umberto I a Pediatri: Attenti a bilanci salute (DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 29 nov. - L'ipoacusia, il calo o la perdita dell'udito, nei bambini "ha una prevalenza di 1 su 1.000", ma in presenza di fattori di rischio quali "le infezioni che possono derivare da prematurita' per cui vengono somministrati antibiotici che possono essere ototossici, o le problematiche relative alla respirazione", la prevalenza cresce a "3 bambini su 100". A illustrarlo e' Rosaria Turchetta, responsabile dell'Unita' operativa semplice di embriologia infantile del Policlinico Umberto I, intervistata dall'agenzia Dire. Gli screening uditivi in eta' pediatrica, infatti, stanno assumendo una rilevanza preponderante, perche' e' proprio attraverso "la sorveglianza audiologica che e' possibile suddividere i bambini, tra quanti non hanno nessuna patologia e quanti, invece, potrebbero avere problemi all'udito", spiega Turchetta. I pediatri, dal canto loro, pero', devono tenere alta l'attenzione "durante i bilanci di salute e non sottovalutare mai le problematiche come l'acquisizione del linguaggio". Queste, potrebbero essere il sintomo di "un'ipoacusia con esordio piu' tardivo, come- continua la specialista- il citomegalovirus o alcune ipoacusie genetiche. Anche la neuropatia uditiva, ad esempio, puo' sfuggire allo screening". Lo screening uditivo si svolge "attraverso un test delle emissioni autoacustiche, che valutano la funzionalita' delle cellule ciliate esterne della chiocciola", puntualizza. Sono tre, inoltre, i livelli di uno screening. La specialista entra nel dettaglio dei primi due: "Alla nascita, al nido, si esegue direttamente il primo livello, che si avvale del test delle emissioni acustiche". Il bambino che ha superato il primo test, "esce dal programma di screening- spiega Turchetta- a meno che non abbia fattori di rischio". In quel caso, infatti, "anche il bambino che supera il test deve comunque essere inviato a livello superiore per controlli piu' importanti e approfonditi". Al secondo livello, infine, accede o il bambino con fattori di rischio o quello "che non ha superato il primo test", conclude. (Wel/ Dire) 08:15 29-11-19 NNNN 

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