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giovedì 23 gennaio 2020

Virus Cina: famiglia italiana a Hubei, "siamo chiusi in casa" =


GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2020 19.04.59

Virus Cina: famiglia italiana a Hubei, "siamo chiusi in casa" =

(AGI) - Pechino, 23 gen. - La misura precauzionale principale e' quella di rimanere chiusi in casa, soprattutto quando si hanno bambini piccoli, ma a dare fastidio e' soprattutto la disinformazione. F.A., italiano, e' arrivato con la famiglia da pochi giorni a Yichang, nella provincia dello Hubei, a circa 350 chilometri da Wuhan, da dove si diffusa l'epidemia di polmonite da coronavirus. L'occasione e' quella delle feste di capodanno, che cominciano il 25 gennaio prossimo, e del ricongiungimento con la parte cinese della famiglia: nonostante la distanza considerevole dal capoluogo regionale, il virus sembra essere arrivato anche qui, dove si registrano casi sospetti. "Non siamo a Wuhan e quindi qui le cose sono piu' rilassate, ma dopo l'ondata di panico di lunedi' abbiamo deciso di cancellare le viste ai parenti", ha dichiarato all'Agi. F.A. e' arrivato nella citta' sabato scorso, racconta, poco prima che i numeri dell'epidemia creassero timori eccessivi. "Si sapeva che c'era, ma non ci si rendeva conto delle dimensioni". Sembrava una cosa contenuta, ammette, che non impensieriva in maniera eccessiva, ma oggi la situazione e' molto diversa. "Adesso c'e' chi parla di cinquemila nuovi casi di contagio ogni giorno", riprende, precisando di ritenere infondata la voce, ma "a crederci sono anche studenti universitari". Il meccanismo che si e' innescato e' quello del rigetto delle informazioni ufficiali, spiega, giunte con il contagocce dopo la prima ondata di contagio, quella che ha portato alla chiusura del mercato ittico Huanan, da dove si e' diffusa l'epidemia. Chi si e' sentito ingannato oggi guarda le chat che proliferano sulle piattaforme social e che diffondono voci senza prove e senza controllo. "La preoccupazione principale e' che non si sa di chi fidarsi", prosegue, ammettendo, pero', di non nutrire timori eccessivi sull'epidemia. Proprio dalle informazioni ufficiali, pero', arriva, forse, l'unica vera fonte di preoccupazione. Dopo l'isolamento di Wuhan, anche un'altra citta', Huanggang, a 75 chilometri di distanza, ha comunicato lo stop ai trasporti e chiuso i luoghi pubblici, e restrizioni sono state imposte anche in altri due centri abitati vicino al capoluogo regionale. L'aumento del numero di citta' sotto chiave alimenta il dubbio che anche altre amministrazioni locali, come quella in cui F.A. si trova, possano imporre blocchi analoghi nei prossimi giorni. Spostarsi appare sempre piu' complicato, e rientrare a Pechino sembra una soluzione difficile da mettere in pratica. "Forse", conclude, "e' meglio comunque stare qui per il momento". (AGI) Ciy/Fab 231904 GEN 20 NNNN   

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