LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2020 11.02.12
CASO VANNINI, AVVOCATO: ORA PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO
9CO1039272 4 CRO ITA R01 CASO VANNINI, AVVOCATO: ORA PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO (9Colonne) Roma, 10 feb - "Il 7 febbraio si è completamente riaperta una porta, quindi può succedere di tutto. Le motivazioni della sentenza della Cassazione saranno fondamentali. Con le motivazioni avremmo le istruzioni per l'uso". Così, a Radio Cusano Campus, l'avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia di Marco Vannini, il giovane morto il 18 maggio del 2015, ucciso all'interno di una villetta a Ladispoli. "E' un turbine questa vicenda e i genitori ne sono avvinti come se fosse il primo momento. C'era una generalizzata sensazione che la vicenda dal punto di vista giudiziario si sarebbe chiusa il 7 febbraio, però noi ci credevamo e abbiamo fatto bene. Chi ha assistito al processo in Cassazione ha trovato dei giudici che sapevano perfettamente tutto, conoscevano gli atti, la rappresentante della Procura generale era assolutamente preparata, partecipe. E' stato un processo in un tribunale che ti dava la sensazione che c'era partecipazione, conoscenza. Giudici di quel livello non si fanno certo influenzare dall'esterno, è chiaro che la pressione mediatica ha acceso i riflettori su questa vicenda che è particolare perché c'è anche un binario morale. Sotto il profilo giuridico la soluzione secondo me è assolutamente corretta, è quella che mi ero prefigurato fin dall'inizio della vicenda. E' stato esploso un colpo di pistola, non ci sono elementi seri per dire che fosse omicidio volontario, c'è stato un ritardo enorme nei soccorsi, la conclusione è stata che a mio avviso non avremmo mai avuto la prova di chi aveva sparato e di come era successo, certamente si era subito percepito che quel ritardo nei soccorsi aveva determinato la morte del ragazzo e dunque l'omicidio era lì, nel periodo successivo allo sparo, in quella falsità, in quelle mendacità che si sono verificate tra lo sparo e i soccorsi. Nel processo c'erano da subito tutte le prove, a mio avviso sono state lette in modo inadeguato nei giudizi precedenti, certamente quello di secondo grado". (red) 101102 FEB 20
CASO VANNINI, AVVOCATO: ORA PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO
9CO1039272 4 CRO ITA R01 CASO VANNINI, AVVOCATO: ORA PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO (9Colonne) Roma, 10 feb - "Il 7 febbraio si è completamente riaperta una porta, quindi può succedere di tutto. Le motivazioni della sentenza della Cassazione saranno fondamentali. Con le motivazioni avremmo le istruzioni per l'uso". Così, a Radio Cusano Campus, l'avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia di Marco Vannini, il giovane morto il 18 maggio del 2015, ucciso all'interno di una villetta a Ladispoli. "E' un turbine questa vicenda e i genitori ne sono avvinti come se fosse il primo momento. C'era una generalizzata sensazione che la vicenda dal punto di vista giudiziario si sarebbe chiusa il 7 febbraio, però noi ci credevamo e abbiamo fatto bene. Chi ha assistito al processo in Cassazione ha trovato dei giudici che sapevano perfettamente tutto, conoscevano gli atti, la rappresentante della Procura generale era assolutamente preparata, partecipe. E' stato un processo in un tribunale che ti dava la sensazione che c'era partecipazione, conoscenza. Giudici di quel livello non si fanno certo influenzare dall'esterno, è chiaro che la pressione mediatica ha acceso i riflettori su questa vicenda che è particolare perché c'è anche un binario morale. Sotto il profilo giuridico la soluzione secondo me è assolutamente corretta, è quella che mi ero prefigurato fin dall'inizio della vicenda. E' stato esploso un colpo di pistola, non ci sono elementi seri per dire che fosse omicidio volontario, c'è stato un ritardo enorme nei soccorsi, la conclusione è stata che a mio avviso non avremmo mai avuto la prova di chi aveva sparato e di come era successo, certamente si era subito percepito che quel ritardo nei soccorsi aveva determinato la morte del ragazzo e dunque l'omicidio era lì, nel periodo successivo allo sparo, in quella falsità, in quelle mendacità che si sono verificate tra lo sparo e i soccorsi. Nel processo c'erano da subito tutte le prove, a mio avviso sono state lette in modo inadeguato nei giudizi precedenti, certamente quello di secondo grado". (red) 101102 FEB 20
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