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mercoledì 8 aprile 2020

= SCHEDA = Ue: Olanda 'falco' paradosso d'Europa =

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MERCOLEDÌ 08 APRILE 2020 17.45.54

= SCHEDA = Ue: Olanda 'falco' paradosso d'Europa =

(AGI) - Berlino, 8 apr. - Si chiama Europa il paradosso d'Olanda. Considerata un "falco" poco incline ai compromessi a Bruxelles, soprattutto quando sono in gioco le finanze, in un certo senso e' uno dei Paesi piu' 'europei' del continente: nell'est molti olandesi parlano tedesco, al sud parlano francese, il nord ha caratteri prevalentemente scandinavi. Dalla nascita dell'Ue, di cui e' orgogliosamente uno dei Paesi fondatori, ha visto la sua capacita' economica triplicarsi, mentre il 70% delle sue esportazioni va verso gli altri Stati membri dell'Unione. Eppure, nonostante tutta la loro "europeita'", i Paesi Bassi sembrano aver segnato una rottura nei confronti dell'Ue: e non e' solo una questione che riguarda l'onda populista dell'Olanda, per anni incarnata soprattutto da Geert Wilders, ora dal Forum per la democrazia di Thierry Baudet. Il problema di oggi non e' la "Nexit" (l'equivalente olandese della Brexit), al contrario: come emerge da tutti sondaggi, la maggioranza dei cittadini dei Paesi Bassi vuole un'Europa piu' forte. La questione e' a quali condizioni si debba mantenere e governare l'Ue, come si e' visto nel duro scontro di questi giorni tra chi, come l'Italia e la Spagna, chiede i coronabond - ossia la condivisione del debito - per affrontare lo tsunami della pandemia, e chi - il premier olandese Mark Rutte in testa - insiste sulla versione 'hard' dell'Esm, ossia lo scudo di protezione del meccanismo europeo di stabilita' con tanto di "condizionalita'" in termini di controllo di bilancio e riforme economiche.(AGI) Gey/Gim (Segue) 081745 APR 20 NNNN   

MERCOLEDÌ 08 APRILE 2020 17.46.15

= SCHEDA = Ue: Olanda 'falco' paradosso d'Europa (2)=

(AGI) - Berlino, 8 apr. - Un atteggiamento che ha portato rappresentanti del governo a prendere posizioni estreme: "La Commissione Ue dovrebbe indagare sui Paesi che chiedono i coronabond per comprendere i motivi per cui non hanno abbastanza spazi di bilancio per rispondere all'impatto economico di questa crisi": cosi' parlo', appena il 26 marzo, il ministro alle Finanze olandese Wopke Hoekstra. Parole che hanno avuto l'immediato effetto di scatenare dure polemiche, con il premier portoghese che e' arrivato a definire "ripugnanti" le affermazioni del collega olandese. Poco e' cambiato nella posizione dell'Aja dopo la parziale correzione di tiro di Hoekstra, che in seguito ha ammesso "errori" e accennato ad una forma di "empatia ridotta" nei confronti dei Paesi dell'Europa meridionale. Successore di in un altro falco, Joeren Dijsselbloem al ministero delle Finanze nel terzo governo guidato da Mark Rutte, dal 2018 Hoekstra ha guidato il gruppo informale degli Stati europei del nord e dei Baltici (formato, oltreche' dai Paesi Bassi, da Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lattonia) allo scopo di creare un comune blocco di interessi all'interno dell'eurozona: come dire, l'Olanda cerca la propria "corrente" all'interno dell'Ue. D'altronde, il dibattito sulla solidarieta' europeo in tempi di pandemia e' acceso anche all'interno del Paese: "L'Olanda e' diventata ricca grazie all'Ue. Ora che occupazione e reddito sono a rischio a causa della crisi, non possiamo lasciar soffocare i nostri amici: solo insieme possiamo sopravvivere", ha scritto Rob Jetten, il capogruppo dei social-liberali di D66, su Twitter. Dura nei confronti del governo anche l'europarlamentare Sophie in t'Veld, secondo la quale l'atteggiamento dell'esecutivo "e' talmente inappropriato che non bisogna essere un cittadino del sud per rendersene conto". A Politico la deputata europea ha aggiunto "che ai Paesi Bassi piace fare la parte dei testardi. Ma e' chiaro che stanno giocando col fuoco, perche' se cade l'Italia cade l'eurozona e allora cadiamo anche noi".(AGI) Gey/Gim (Segue) 081745 APR 20 NNNN
MERCOLEDÌ 08 APRILE 2020 17.46.08

= SCHEDA = Ue: Olanda 'falco' paradosso d'Europa (3)=
(AGI) - Berlino, 8 apr. - Ancora piu' netto il leader del partito dell'Unione cristiana, Gert-Jan Segers, che ha chiesto "un Piano Marshall per l'Europa meridionale". Idem il presidente della Banca centrale olandese: "I Paesi Bassi non saranno piu' un Paese ricco del nord se il sud cade. Questo e' un test per l'eurozona". Nondimeno, Rutte e Hoekstra sembrano parlare soprattutto alla pancia del Paese: l'Olanda e' tra i maggiori contribuenti netti pro capite dell'Ue, e la sensazione di aver fatto un "cattivo affare" ad entrare in Europa continua a serpeggiare. A maggior ragione considerando che l'Aja si e' sempre attenuta a tutte le condizioni poste, tagliando in certi passaggi anche sulle spese sociali. Mossa da un senso della comunita' condivisa molto forte, caratteristico dei Paesi nordici a impronta protestante (anche se solo circa il 26% della popolazione oggi si definisce tale, compresa la minoranza calvinista, contro un 25% di cattolici e una maggioranza della popolazione che non dichiara alcuna appartenenza religiosa), la societa' olandese tende a pensare che le norme che funzionano in patria per logica estensione funzionano allo stesso modo anche altrove. A cio' si aggiunga il ricordo storico di aver rinunciato, nel 1949, a gran parte del proprio impero coloniale: una ferita che fu il Piano Marshall in gran parte a cauterizzare, permettendo all'economia olandese di tornare a crescere con grande rapidita'. Per quello che riguarda il contenzioso di questi giorni, secondo Business Insider i conti sono presto fatti: "Gli eurobond una tantum potrebbero costare ai contribuenti olandesi 10-15 miliardi l'anno". Ma qui entra in gioco, secondo la testata, il fatto che i Paesi Bassi rappresentano un'importante oasi fiscale: "Ogni anno l'erosione fiscale ai danni dell'Italia e' nell'ordine dei 20 miliardi di euro. Tasse che dovrebbero essere pagate in Italia, ma che grazie alla politica fiscale aggressiva dei Paesi Bassi prendono la strada del nord. Arricchendo gli azionisti e le casse del fisco olandese". D'altronde, come ricordano gli storici, alcune risposte dell'oggi probabilmente si trovano nel racconto dei secoli: l'Olanda che conosciamo dai capolavori di Vermeer, con i suoi interni ordinati e pieni di luce, avanzava solitaria nell'Europa dell'assolutismo monarchico e del ritrovato potere della Chiesa, austera nei suoi principi protestanti, dedita agli affari e orgogliosa della propria differenza. Oggi c'e' pero' almeno una variante in piu': si chiama coronavirus. (AGI) Gey/Gim 081745 APR 20 NNNN   

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