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martedì 9 giugno 2020

>ANSA-FOCUS/ In Gb dilaga la guerra alle statue 'dei razzisti'




MARTEDÌ 09 GIUGNO 2020 18.20.32

>ANSA-FOCUS/ In Gb dilaga la guerra alle statue 'dei razzisti'

ZCZC6144/SXB XAI84722_SXB_QBXB R EST S0B QBXB >ANSA-FOCUS/ In Gb dilaga la guerra alle statue 'dei razzisti' Venti di riots. Dopo Churchill sotto tiro il colonialista Rhodes (di Alessandro Logroscino) (ANSA) - LONDRA, 9 GIU - L'onda lunga delle rivolta di 'Black Lives Matter' scatenata oltreoceano dall'uccisione di George Floyd, accende nel Regno Unito una forma di protesta che minaccia di dilagare: la guerra delle statue. Non ancora al livello di ferro e fuoco dei riots del 2011, ultimi grandi tumulti razziali di Londra, ma in un clima comunque rovente, alimentato anche dalle disuguaglianze, dal numero di morti per coronavirus enormemente superiore alla media fra le minoranze etniche del Regno, dalla voglia di fare i conti - talora in modo sommario - coi buchi neri della storia secolare dell'ex Impero. Il primo bersaglio dei piu' arrabbiati e' stato il monumento a Edward Colston, mercante filantropo di Bristol che nel '600 fece fortuna con il commercio di schiavi, abbattuto nella citta' natale fra il plauso di molti, dallo sfuggente artista locale Banksy al campione di Formula 1 Lewis Hamilton. Oggi tocca a Oxford a Cecil Rhodes, colosso dell'imperialismo britannico ottocentesco nell'Africa del Sud, celebrato come un benefattore nell'illustre ateneo, ma additato come precursore dell'apartheid (da lui prese il nome la famigerata Rhodesia) da studenti e docenti delle comunita' Bame: Black, Asian and Minority Ethnic. Il furore, del resto, pare potersi estendere a macchia d'olio, con decine di ipotetici obiettivi: a voler essere coerenti con le sensibilita' d'oggi (o decontestualizzare la storia, a seconda dei punti di vista). Senza risparmiare nemmeno Winston Churchill, leader della vittoria sul nazismo (non immune da controversie durante la sua lunga carriera pubblica), la cui statua dinanzi a Westminster e' stata imbrattata giusto domenica. Il premier conservatore Boris Johnson ha reagito finora con messaggi a doppia chiave. Da un lato riconoscendo il diritto alla protesta e "l'incontrovertibile senso d'ingiustizia" che il caso Floyd ispira non solo negli Usa, e promesse di svolta in una politica di sostegno alle minoranze. Dall'altro condannando gli scontri di "frange minoritarie" con la polizia e "il danneggiamento" dei monumenti: azioni da punire, ha avvertito, per quanto mantenendosi cauto e vago sulle indicazioni alle forze dell'ordine, nel timore di gettar benzina sul fuoco. Dalla trincea dell'opposizione laburista, trapela intanto pure un certo imbarazzo. Oscillante fra le insistite espressioni di solidarieta' alla piazza - a dispetto dell'evidente violazione in molti raduni delle restrizioni sull'emergenza Covid-19 - e le prese di distanza rispetto ad assalti e illegalita'. Statue come quella dedicata a Colston avrebbero dovuto essere rimosse da tempo e rinchiuse in qualche museo, ha affermato il neo leader moderato del Labour, Keir Starmer, mostrando comprensione per i dimostranti pur senza giustificarli. Ma in realta' a rimuoverle avrebbero dovuto essere amministrazioni locali guidate spesso da laburisti: come l'attuale sindaco (nero) di Bristol, Marvin Rees; o quello (asiatico) di Londra, Sadiq Khan. Quasi a inseguire la piazza, proprio Khan si e' invece risolto solo oggi a istituire una commissione per far pulizia dei monumenti ormai piu' 'impresentabili' ("non Churchill", ha tenuto a precisare). Mossa tardiva per i militanti radicali e iconoclasti di 'Topple the Racists' (Abbatti i Razzisti), gia' entrati in azione con una fitta mappa di statue da mettere nel mirino in tutto il Regno. Senza riguardi per figure storiche di rilievo assoluto: dai primi ministri Peel e Gladstone, a Cromwell, al corsaro sir Francis Drake, 'eroe' dell'Inghilterra di Elisabetta I. (ANSA). LR 09-GIU-20 18:20 NNNN 

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