MARTEDÌ 15 SETTEMBRE 2020 17.10.42
Scienza: uomo incide su carbonio oceanico piu' dei vulcani =
(AGI) - Washington, 15 set. - Se un tempo erano i vulcani ad innalzare i livelli di carbonio oceanico, oggi l'attivita' antropica si e' sostituita a questo fattore, contribuendo per la maggior parte a modificare le concentrazioni di anidride carbonica negli oceani della Terra. Sono queste le conclusioni di uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli esperti della Columbia University, che hanno analizzato le condizioni oceaniche di 55,6 milioni di anni fa, durante il Paleocene-Eocene, note come Massimo termico del Paleocene-Eocene (PETM), confrontando i dati ottenuti con misurazioni moderne, per verificare in che misura l'impatto antropico influisca sulla concentrazione di anidride carbonica negli oceani. (AGI)Sci/Tig (Segue) 151709 SET 20 NNNN
Scienza: uomo incide su carbonio oceanico piu' dei vulcani =
(AGI) - Washington, 15 set. - Se un tempo erano i vulcani ad innalzare i livelli di carbonio oceanico, oggi l'attivita' antropica si e' sostituita a questo fattore, contribuendo per la maggior parte a modificare le concentrazioni di anidride carbonica negli oceani della Terra. Sono queste le conclusioni di uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli esperti della Columbia University, che hanno analizzato le condizioni oceaniche di 55,6 milioni di anni fa, durante il Paleocene-Eocene, note come Massimo termico del Paleocene-Eocene (PETM), confrontando i dati ottenuti con misurazioni moderne, per verificare in che misura l'impatto antropico influisca sulla concentrazione di anidride carbonica negli oceani. (AGI)Sci/Tig (Segue) 151709 SET 20 NNNN
MARTEDÌ 15 SETTEMBRE 2020 17.10.42
Scienza: uomo incide su carbonio oceanico piu' dei vulcani (2)=
(AGI) - Washington, 15 set. - "Secondo i nostri dati - afferma Laura Haynes, della Columbia University - gli esseri umani introducono l'elemento con una velocita' da tre a otto volte superiore rispetto a quanto accadeva un tempo, quando solo i vulcani contribuivano a modificare queste concentrazioni". L'esperta spiega che gli oceani hanno assorbito grandi quantita' di carbonio, stimolando reazioni chimiche che hanno reso le acque altamente acide e uccidendo o danneggiando molte specie marine, in un processo che si e' gia' verificato in passato e si sta ripresentando ora. "A parte il vulcanismo - continua la scienziata - sono pochi i fenomeni naturali che influiscono su questo aspetto, per quanto ne sappiamo. Il nostro lavoro si propone di comprendere come il sistema terrestre rispondera' alle rapide emissioni di CO2". La ricercatrice precisa che gli studi condotti finora si sono basati su dati chimici non completi e ipotesi elaborate grazie a modelli computerizzati, mentre il lavoro condotto dal suo team ha portato a indagini piu' dirette. "Abbiamo allevato foraminiferi- spiega Haynes - minuscoli organismi marini, formulati per somigliare alle condizioni di acidita' del PETM. In questo modo abbiamo identificato le firme degli isotopi di carbonio associate a specifiche fonti di carbonio". Secondo i risultati del lavoro, i vulcani durante quel periodo erano la primaria fonte di carbonio nell'oceano, principalmente per via delle eruzioni in Islanda, Groenlandia e Nord America. Con oltre 14,9 quadrilioni di tonnellate, il carbonio in cinquemila anni e' aumentato di circa due terzi. I livelli atmosferici sono dunque aumentati da circa 280 parti per milione nel 1700 a circa 415 oggi. "La produzione di carbonio oggi - commenta Barbel Honisch, collega e coautore di Haynes - e' molto piu' veloce rispetto a millenni fa, e la rapida acidificazione puo' compromettere la vita marina. Un aumento lento, anche se costante, puo' permettere alle specie animali di adattarsi, ma se i livelli salgono repentinamente, il problema esiste. Stiamo andando molto piu' veloci che in passato, le conseguenze potrebbero essere gravi". (AGI)Sci/Tig 151709 SET 20 NNNN
Scienza: uomo incide su carbonio oceanico piu' dei vulcani (2)=
(AGI) - Washington, 15 set. - "Secondo i nostri dati - afferma Laura Haynes, della Columbia University - gli esseri umani introducono l'elemento con una velocita' da tre a otto volte superiore rispetto a quanto accadeva un tempo, quando solo i vulcani contribuivano a modificare queste concentrazioni". L'esperta spiega che gli oceani hanno assorbito grandi quantita' di carbonio, stimolando reazioni chimiche che hanno reso le acque altamente acide e uccidendo o danneggiando molte specie marine, in un processo che si e' gia' verificato in passato e si sta ripresentando ora. "A parte il vulcanismo - continua la scienziata - sono pochi i fenomeni naturali che influiscono su questo aspetto, per quanto ne sappiamo. Il nostro lavoro si propone di comprendere come il sistema terrestre rispondera' alle rapide emissioni di CO2". La ricercatrice precisa che gli studi condotti finora si sono basati su dati chimici non completi e ipotesi elaborate grazie a modelli computerizzati, mentre il lavoro condotto dal suo team ha portato a indagini piu' dirette. "Abbiamo allevato foraminiferi- spiega Haynes - minuscoli organismi marini, formulati per somigliare alle condizioni di acidita' del PETM. In questo modo abbiamo identificato le firme degli isotopi di carbonio associate a specifiche fonti di carbonio". Secondo i risultati del lavoro, i vulcani durante quel periodo erano la primaria fonte di carbonio nell'oceano, principalmente per via delle eruzioni in Islanda, Groenlandia e Nord America. Con oltre 14,9 quadrilioni di tonnellate, il carbonio in cinquemila anni e' aumentato di circa due terzi. I livelli atmosferici sono dunque aumentati da circa 280 parti per milione nel 1700 a circa 415 oggi. "La produzione di carbonio oggi - commenta Barbel Honisch, collega e coautore di Haynes - e' molto piu' veloce rispetto a millenni fa, e la rapida acidificazione puo' compromettere la vita marina. Un aumento lento, anche se costante, puo' permettere alle specie animali di adattarsi, ma se i livelli salgono repentinamente, il problema esiste. Stiamo andando molto piu' veloci che in passato, le conseguenze potrebbero essere gravi". (AGI)Sci/Tig 151709 SET 20 NNNN
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