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mercoledì 12 maggio 2021

*COVID: IMMUNOLOGO MINELLI, 'RICHIAMO VACCINI MRNA A 42 GIORNI E' RISCHIO PER CRONICI'**

 

MERCOLEDÌ 12 MAGGIO 2021 12.54.00


**COVID: IMMUNOLOGO MINELLI, 'RICHIAMO VACCINI MRNA A 42 GIORNI E' RISCHIO PER CRONICI'** =

ADN0649 7 CRO 0 ADN CRO NAZ **COVID: IMMUNOLOGO MINELLI, 'RICHIAMO VACCINI MRNA A 42 GIORNI E' RISCHIO PER CRONICI'** = 'Diverso sarebbe il caso di un intervallo a 21 giorni' Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) - Allungare a 42 giorni il tempo di somministrazione della seconda dose dei vaccini a mRna, "se pure non inficia, così come riportato nell'ultimo documento del Cts, l'efficacia della risposta immunitaria, rischia però di inficiare i percorsi terapeutici dei pazienti cronici e, con essi, le possibilità di stabilizzazione clinica magari faticosamente acquisita da queste persone per lo più giovani, con possibili ripercussioni in termini di aggravamento di patologie per loro natura invalidanti ed evolutive". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzata, tornando sulla decisione del Cts che ha suscitato polemiche e la risposta di Pfizer. "Diverso sarebbe il caso di un intervallo a 21 giorni tra prima e seconda dose del vaccino che, in poco più di un mese, potrebbe permettere al paziente una ripresa rapida della terapia precedentemente interrotta, senza grossi rischi di comprometterne l'efficacia", evidenzia l'immunologo. (segue) (Frm/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 12-MAG-21 12:54 NNNN

MERCOLEDÌ 12 MAGGIO 2021 12.54.06

**COVID: IMMUNOLOGO MINELLI, 'RICHIAMO VACCINI MRNA A 42 GIORNI E' RISCHIO PER CRONICI'** (2) =

ADN0650 7 CRO 0 ADN CRO NAZ **COVID: IMMUNOLOGO MINELLI, 'RICHIAMO VACCINI MRNA A 42 GIORNI E' RISCHIO PER CRONICI'** (2) = (Adnkronos Salute) - "Riferiamoci, solo per esempio, al caso di una giovane paziente affetta da una connettivite e per questo costretta ad assumere un farmaco immunosoppressore con l'aggiunta, magari, di una copertura cortisonica - prosegue MINELLI - Per convinzione condivisa sui tanti documenti ufficiali di riferimento, ma soprattutto per deduzione logica, sappiamo che la somministrazione di farmaci immunosoppressori in concomitanza della vaccinazione, di fatto, è in grado di ridurre la risposta al vaccino (per quel che attiene sia all'immunità umorale, che porta alla produzione di anticorpi circolanti misurabili, sia a quella cellulo-mediata che funziona con altre dinamiche). Pertanto, di quei farmaci, se ne consiglia caldamente la sospensione temporanea per un tempo utile a far sì che i loro effetti possano progressivamente spegnersi, così consentendo al vaccino di stimolare un'efficace risposta protettiva". "Si procede, pertanto, alla prima sospensione della terapia immunosoppressiva almeno 15 giorni prima della somministrazione della prima dose di vaccino. Lo stessa accortezza - osserva MINELLI - occorrerà mantenere in occasione della seconda dose e per alcune settimane dopo quest'ultima. Ma se così fosse, nel caso in cui si adottasse la regola dei 42 giorni, considerando i 15 giorni di sospensione precedenti alla prima e successivi alla seconda dose, il soggetto trattato con immunosoppressori resterebbe privo della sua copertura farmacologica per oltre due mesi. Ciò - conclude - che porterebbe ad una significativa compromissione di quadri patologici già diagnostici e magari in follow-up che, senza terapia, potrebbero riaccendersi, così invalidando protocolli rivelatisi in precedenza efficaci". (Frm/Adnkronos Salute) ISSN 2465 - 1222 12-MAG-21 12:54 NNNN

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