MERCOLEDÌ 12 MAGGIO 2021 12.33.46
VACCINO, COBAS: NEL LAZIO RICORSO AL TAR, NO SECONDA DOSE A 35 GIORNI
9CO1174880 4 CRO ITA R01 VACCINO, COBAS: NEL LAZIO RICORSO AL TAR, NO SECONDA DOSE A 35 GIORNI (9Colonne) Roma, 12 mag - Il Cobas annuncia nel Lazio il ricorso al Tar contro la circolare emanata dalla Regione Lazio lunedì scorso sul prolungamento dei tempi per la seconda dose dei vaccini anti-Covid. "Ci sono gli estremi per un'azione legale, il consenso informato è vincolante e sia Aifa che Ema raccomandano il richiamo per Comirnaty dopo tre settimane - si legge in una nota del Cobas -. E per chi non ha ancora firmato il consenso la situazione è la stessa, viste le dichiarazioni di Valeria Marino direttore medico di Pfizer Italia che sono state lapidarie: 'Richiamo a 21 giorni, bisogna attenersi agli studi scientifici'" si legge in una nota del sindacato autonomo che aderisce alla campagna #No35giorni. "I cittadini non sono cavie da laboratorio - dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale - non c'è alcuno studio scientifico alla base della decisione e della relativa circolare della Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria. E appellarsi alla valutazione empirica della Gran Bretagna è scorretto e fuorviante perché quel Paese ha affrontato un lockdown duro di ben 3 mesi, ha abbattuto la trasmissione virale e gli effetti sulla salute e sulla copertura vaccinale della dilatazione nel tempo della seconda dose non li conosciamo affatto. Nel pomeriggio ci vedremo con i legali - prosegue il sindacalista -, la sospensiva è un'auspicata decisione da parte del Tar, siamo certi delle nostre ragioni e delle evidenze della scienza. Una decisione politica, che vorrebbe mascherare le incapacità di chi prometteva miracoli, non può ricadere sulla salute dei cittadini. Siamo certi che a noi si uniranno molti altri, stanchi di essere usati dalla propaganda e che non vogliono subire le decisioni antiscientifiche, perché il vero dramma sarebbe quello di ampliare il fronte NoVax. E il nostro Paese, che ha sofferto più di altri gli effetti nefasti della Pandemia, non se lo può permettere. La Regione Lazio cambi rotta e lo faccia in fretta". (red) 121233 MAG 21
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