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martedì 16 novembre 2021

NEWS PSICOLOGIA. Pedagogisti: 'Adolescenti del lockdown' stanno male

 

MARTEDÌ 16 NOVEMBRE 2021 08.16.23


NEWS PSICOLOGIA. Pedagogisti: 'Adolescenti del lockdown' stanno male

DIR0357 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS PSICOLOGIA. Pedagogisti: 'Adolescenti del lockdown' stanno male (DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 16 nov. - Le condizioni in cui versano i giovani delle scuole secondarie di primo e secondo grado sono estremamente preoccupanti e necessitano di molta attenzione, perché la crisi pandemica ha amplificato le fragilità tipiche dell'adolescenza e la mancanza di modelli di riferimento rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. È quanto emerge dalle analisi condotte da AEducational, gruppo che riunisce esperti in tecniche della formazione e promuove servizi di consulenza pedagogica. Anche una recente ricerca condotta da Unicef e Gallup, società americana di analisi e consulenza, ha evidenziato come la pandemia rischia di avere conseguenze su giovani e giovanissimi che potrebbero protrarsi per tempi ancora lunghi. Se l'ansia e la depressione rappresentavano già il 40% dei disturbi mentali diagnosticati e il suicidio era già una delle prime cinque cause di morte tra i ragazzi dai 15 ai 19 anni, l'era Covid non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Disturbi del sonno, dell'alimentazione e della condotta hanno colpito con forza gli 'adolescenti del lockdown', coloro che hanno affrontato la chiusura delle scuole, delle attività e i problemi economici e sociali che ne sono derivati. "L'attuale condizione socio sanitaria, diventata anche politica ed educativa, ha evidenziato e amplificato nei giovani le fragilità tipiche dell'adolescenza- spiega Eleonora Alfano, fondatrice di AEducational, pedagogista, ex presidente della sezione lombarda dell'Associazione di categoria italiana per pedagogisti ed educatori (Ainsped) e specialista in tecniche dell'educazione- I ragazzi sentono la forte necessità di rispecchiarsi in un modello adulto di riferimento per diventare adulti a loro volta. In questa fase di smarrimento, l'adolescente cerca un esempio di vita che sia più avanti rispetto a lui, qualcuno che 'ci sia già passato'. Il problema è che il Covid è stato una brutta novità per tutti, anche per gli adulti, caduti a loro volta in uno stato di profonda incertezza. Nessun adulto, oggi- insomma- può dire a un ragazzo 'ci sono già passato'". Confusione e disorientamento non sono più solo caratteristiche tipiche del ragazzo in transizione tra ciò che era da bambino e ciò che sarà da grande. Anche gli adulti, infatti, stanno attraversando un momento di passaggio tra la vita pre e post Covid, con tutto ciò che ne deriva. "Anche per l'adulto la pandemia ha rappresentato un amplificatore di problemi già esistenti- continua la pedagogista- Egli è confuso, in cerca di nuova identità personale, sociale e lavorativa. E non è solo l'individuo singolo ad essere in transizione: anche aziende, scuole, associazioni e cooperative, così come la famiglia, sono realtà in cerca di una nuova identità. Insomma, in questo quadro di profondo cambiamento, chi e cosa può rappresentare un modello da seguire per l'adolescente in difficoltà? E in un mondo in cui il punto di riferimento è l'individuo, con i suoi valori, e in cui vivono più di sette miliardi di persone, come possono i ragazzi di oggi intercettare la figura giusta dalla quale prendere spunto?". Ecco che le tecniche dell'educazione diventano importanti per rispondere a queste domande e rivedere un sistema di regole e messaggi semplici e chiari, che non tengano conto solo delle caratteristiche soggettive di un adolescente, ma che sappiano rivolgersi a un'intera generazione. "Cosa fare per curare il disagio che vivono i nostri ragazzi ed evitare che compromettano la loro salute fisica e mentale? Affidiamoci alla pedagogia- suggerisce Alfano- Sono valide tutte le discipline al servizio dei ragazzi, psicologia, coaching, counseling ma- precisa- troppo spesso dimentichiamo le straordinarie virtù della pedagogia, soprattutto quando le cornici educative si sgretolano, come è capitato con il Covid. In questa delicatissima fase storica è necessario che chiunque eserciti una funzione educativa, dai docenti ai genitori, lasci entrare nei suoi ambiti di agibilità gli esperti, professionisti in grado di ascoltare, di osservare e di instaurare una comunicazione efficace". Per venire incontro alle esigenze di chi ricopre un ruolo formativo, gli specialisti di AEducational hanno messo a punto un insieme di servizi che impattano sulle 'soft skills' di chi deve relazionarsi con i giovani in difficoltà. Empatia, pazienza, orizzontalità, problem solving: tutti strumenti assolutamente necessari affinché i ragazzi trovino la loro strada nel mondo post Covid. "Dobbiamo ripartire dalle tecniche della formazione per approcciarci in modo scientifico alle sfide che il presente ci pone davanti- conclude Alfano- Noi pedagogisti siamo pronti alla sfida e ci impegniamo a informare e formare l'intero sistema educativo sulla necessità di rispondere al disagio che stanno affrontando i nostri ragazzi". (Red/ Dire) 08:15 16-11-21 NNNN

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