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lunedì 17 gennaio 2022

COVID, GALLI: NON HA SENSO PARLARE IMMUNITA' GREGGE PER VIRUS CHE VARIA

 

LUNEDÌ 17 GENNAIO 2022 14.20.18

COVID, GALLI: NON HA SENSO PARLARE IMMUNITA' GREGGE PER VIRUS CHE VARIA

9CO1248512 4 CRO ITA R01 COVID, GALLI: NON HA SENSO PARLARE IMMUNITA' GREGGE PER VIRUS CHE VARIA (9Colonne) Roma, 17 gen - "Il concetto di immunità di gregge come valore assoluto e invariabile nel tempo, per una infezione come questa, non si pone e non ha mai avuto senso parlarne". Così l'infettivologo Massimo Galli a Fanpage.it. "Se avessimo il 95 per cento di persone che sono state vaccinate e hanno risposto alla Omicron, allora avremo un'immunità di gregge. Questa però dura fino a quando non arriva un'altra variante e finché dura la capacità protettiva che il vaccino riesce a indurre. Ogni anno si dice che se volessimo l'immunità di gregge nei confronti dell'influenza bisognerebbe vaccinare il 95 per cento della popolazione, ma per i ceppi circolanti quell'anno. È diverso rispetto al discorso del morbillo, che un virus più stabile, ed è stato dimostrato che vaccinando il 95 per cento dei nati di ogni anno si può raggiungere per gli altri nati di quell'anno un'immunità di gregge". Inoltre aggiunge: "Tanto quanto mi sono espresso in maniera negativa rispetto a certe idee, sono invece favorevole a sistemi che inquadrino e velocizzino l'uscita della quarantena per non tenere il Paese davvero bloccato al di là del necessario. Tenuto conto che i tempi e i modi della capacità del virus di continuare a infettare, sono abbastanza chiari e quindi la possibilità di liberare la gente dalla quarantena, anche in relazione al numero di vaccinazioni fatte, credo che sia veramente un elemento importante. Attenzione, qui non si tratta di abolire la quarantena si tratta di ridimensionarla tenendo conto di una realtà e di una condizione attuale diversa da quella del passato". "Sappiamo che una fetta importante di persone con determinati problemi e fragilità, possono non aver risposto del tutto al vaccino - evidenzia -. Queste sono persone candidabili a una quarta dose: a ogni dose infatti aumenta il numero di soggetti che non avevano risposto precedentemente e che poi possono iniziare a rispondere. Non abbiamo certezza sulle quarta, ma sulla terza sì. Se avessimo risposte sulla quarta, per lo meno metteremmo in relativa sicurezza rispetto alla malattia mortale alcune delle persone più fragili. Ovviamente riguarda una minoranza di casi, nei confronti dei quali può essere opportuno avere un atteggiamento pro-attivo. In linea generale, non mi sento però di sostenere ora una quarta dose generalizzata: potrei cambiare opinione ovviamente a brevissimo termine." (red) 171420 GEN 22 

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