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venerdì 14 gennaio 2022

R. STAMPA / QUIRINALE, FOLLINI: BERLUSCONI? FAREBBE LA FINE DI FANFANI

 

VENERDÌ 14 GENNAIO 2022 08.30.01

R. STAMPA / QUIRINALE, FOLLINI: BERLUSCONI? FAREBBE LA FINE DI FANFANI

9CO1247948 4 POL ITA R01 R. STAMPA / QUIRINALE, FOLLINI: BERLUSCONI? FAREBBE LA FINE DI FANFANI (9Colonne) Roma, 14 gen - "Un presidente condiviso che ci porti fuori dal campo di Agramante" è l'auspicio per il QUIRINALE di Marco Follini, ex leader dell'Udc, vicepremier del governo Berlusconi II ed ex parlamentare Pd. "Un nonno o magari uno zio, non un padre padrone" si augura in una intervista al Corriere della Sera. "Il QUIRINALE non può essere il trofeo di una contesa politica, ne è la sublimazione, è soft power allo stato puro. La sua uniforme è la terzietà e Berlusconi ha i suoi pregi, ma non questo" sottolinea. "Da vecchio democristiano ricordo che Fanfani, un gigante del riformismo italiano, tutte le volte che si propose per il QUIRINALE non venne mai eletto. A un altro gigante, che era Moro, nel 1971 sarebbe bastato sommare il consenso della sinistra e quasi metà della platea dc e sarebbe andato al QUIRINALE in carrozza. Ebbe cura di evitarlo e nei sette anni successivi contribuì a dare le carte". Berlusconi si rassegnerà a fare il kingmaker? "Mi sembra un po' come re Lear che sottopone le sue figlie a una gara di adulazione. Quella che gli è affezionata si rifiuta di dichiarare la sua devozione, quelle che invece lo sommergono di dichiarazioni affettuose lo prenderanno prigioniero. Mi pare che il Cavaliere tenda a dare retta alle adulatrici Regan e Goneril e non abbia una Cordelia che lo richiami alla realtà" e "un leader deve saper trovare la Cordelia che è nascosta in sé". Interrogato sul nome di Draghi infine risponde: "Penso che, accanto ai nomi, sia cruciale la questione dei tempi. Un presidente eletto al primo scrutinio sarebbe una prova di vitalità del sistema politico, al quarto o quinto denoterebbe una criticità, andare oltre è come srotolare il tappeto rosso sotto i piedi di chi pensa che occorre inoltrarsi verso una repubblica presidenziale. In una stagione post populista, si tratta di archiviare l'antipolitica senza proporsi come restauratori". (red) 140829 GEN 22 

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