MERCOLEDÌ 02 MARZO 2022 09.03.42
R. STAMPA / UCRAINA, FÉDOROVSKI: PUTIN COME STALIN, NON TORNERA' INDIETRO
9CO1261884 4 EST ITA R01 R. STAMPA / UCRAINA, FÉDOROVSKI: PUTIN COME STALIN, NON TORNERA' INDIETRO (9Colonne) Roma, 2 mar - Una "libanizzazione irreversibile dell'Ucraina" in grado di fare non solo molte vittime innocenti ma di minacciare definitivamente la pace in Europa e forse nel mondo intero. E' quello che teme Vladimir Fédorovski, ex diplomatico sovietico, già consigliere di Breznev, Gromyko, Eltsin e Gorbaciov, in una intervista a Il Manifesto rilasciata da Parigi, dove vive da decenni la sua seconda vita di saggista politico ("Poutine et l'Ukraine les faces cachées" l'ultimo titolo in uscita in questi giorni per Balland). "Ci troviamo tutti, di fronte a qualcosa di peggiore della stessa Guerra fredda. Sono davvero triste e preoccupato. Anche se, di fronte a ciò che accade, farei mie le parole di Gramsci quando parlava di 'pessimismo dell'intelligenza e ottimismo della volontà'", "in Occidente in molti sembrano convinti che ad un certo punto Putin possa essere abbandonato dai suoi, che gli oligarchi lo scarichino e i militari o i vertici dello Stato possano assumere posizioni diverse. Ma purtroppo una simile visione delle cose rischia di dare corpo solo alle proprie illusioni, un po' come accade nella realtà virtuale. I sondaggi d'opinione, per quanto credito possano avere in Russia, ci dicono che la maggioranza della popolazione sostiene le sue scelte, anche quando accusa gli occidentali di complottare contro Mosca. Certo, le sanzioni potranno far sentire il proprio effetto nel Paese, ma i russi sono abituati ad un regime di crisi, a vivere faticosamente, immersi in un''economia di mobilitazione', come la chiamano da quelle parti. Ma sanno che l'alternativa sono stati a lungo i campi staliniani e ora la repressione a tutti i livelli. Inoltre se i primi ad essere colpiti dalle sanzioni sono proprio gli oligarchi che vivono a Londra, la popolazione ne sarà felice perché li odia e considera, non a torto, che si siano arricchiti alle spalle della Russia". E aggiunge: "Malgrado il loro numero continui ad aumentare, e il mio sostegno vada in ogni caso a loro, oggi gli oppositori restano comunque una minoranza esposta alle violenze della polizia. Ma il problema non è solo la repressione, si deve anche tener conto che nelle ultime elezioni legislative che si sono svolte a settembre, accanto al partito di Putin si sono affermati i neo-stalinisti del Kprf, il partito comunista della Federazione russa che sono sulla stessa linea nazionalista del presidente. E da questo punto di vista non si può non segnalare come la battaglia delle idee, dopo gli anni di Gorbaciov, sia stata progressivamente vinta nel Paese dai nemici della democrazia e dell'Europa. E oggi, solo il numero delle perdite russe in Ucraina potrà forse indebolire il sostegno alle azioni di Putin". E "da un lato Putin coltiva consapevolmente a vari livelli la somiglianza con Stalin che resta senza alcun dubbio la figura storica più celebrata dalla popolazione russa ancora oggi. Stalin ha tenuto testa ad Hitler, e subito dopo agli occidentali durante la Guerra fredda. Ha creato una sorta di 'economia di guerra', gli sforzi straordinari per far crescere il Paese nei momenti di massima tensione e contrapposizione con l'esterno. Inoltre credo si possa parlare anche di una qualche somiglianza psicologica tra i due, nel senso che entrambi i personaggi non sembrano in grado di fare marcia indietro quando le circostanze lo richiedono e conducono ogni azione fino in fondo incuranti delle conseguenze. Ed oggi è proprio da un uomo così che dipendono le sorti dell'Europa". (red) 020903 MAR 22
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