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giovedì 24 novembre 2022

**PENSIONI: UIL, INGIUSTO TAGLIO RIVALUTAZIONE, PRONTI A MOBILITAZIONE** =

 

GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE 2022 14.53.22

**PENSIONI: UIL, INGIUSTO TAGLIO RIVALUTAZIONE, PRONTI A MOBILITAZIONE** =

ADN0897 7 ECO 0 ADN ECO NAZ **PENSIONI: UIL, INGIUSTO TAGLIO RIVALUTAZIONE, PRONTI A MOBILITAZIONE** = Roma, 24 nov. (Adnkronos) - Il blocco della rivalutazione deciso con la manovra 2023 "è una profonda ingiustizia" contro cui la Uil e i pensionati del sindacato "si batteranno anche attraverso forme di mobilitazione". Sono il segretario confederale Domenico Proietti e il leader dei pensionati Carmelo Barbagallo, ad annunciare la reazione della confederazione dopo la "marcia indietro dell'esecutivo" che in legge di bilancio, "dopo meno di un mese dal decreto che ufficializzava la rivalutazione delle PENSIONI del 7,3 prevede un taglio della perequazione per il 2023". Una riduzione di potere d'acquisto che, stima il sindacato, "si traduce in una perdita di circa 450 euro l'anno per una pensione superiore a 4 volte il minimo (2.100 euro mensili lordi), ma inferiore a 5 volte (2.600 euro mensili lordi). "Anche l'attuale Governo ripete l'errore dei governi passati, continuando a fare bancomat sui pensionati italiani. È un fatto molto grave perché non dà certezza dei diritti ai pensionati italiani e costituisce un intervento che va in direzione opposta alla necessità di aumentare il reddito dei pensionati, anche al fine di sostenere i consumi ed evitare che l'Italia vada, nel 2023, in recessione economica", proseguono Proietti e Barbagallo. La mancata rivalutazione dunque, proseguono, determinerebbe una perdita di valore delle PENSIONI con un danno che per una pensione di 2.600 euro lordi sarebbe quantificabile in circa 34,32 euro mensili, corrispondenti a 446,17 euro l'anno. Una pensione di 3.100 euro lordi (tra le 5 e le 6 volte il minimo) invece, perderebbe circa 1.161,75 euro l'anno. Danno che da gennaio 2023, insiste la Uil, produrrà effetti sulla pensione per il resto della vita del pensionato visto che "ogni mancato aumento non ha effetti solo sull'anno di applicazione, ma perdura per sempre sulla pensione diminuendone così in modo permanente il valore". Questo ulteriore depotenziamento dunque "si aggiunge ai tagli, blocchi e congelamenti che dal 2011 (governo Monti) sono stati operati sulle PENSIONI fino al 2021, un decennio che ha impattato notevolmente sul potere d'acquisto dei pensionati con gravi danni che si moltiplicarono al crescere del costo della vita". (Tes/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 24-NOV-22 14:53 NNNN

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