IL NEO “PRESIDENTE“ CAMALEONTE/A
Nell’intervento alla Camera del 17 dicembre 2014, da oppositrice Giorgia Meloni ha chiesto che l’Italia ritirasse le sanzioni contro la Russia. Poi per otto lunghi anni ha criticato le sanzioni imposte dall’Unione Europea, da lei definite <inutili e masochiste>.
Nel marzo del 2018 la Meloni si è addirittura congratulata su Twitter con il presidente russo Putin per la sua vittoria alle elezioni russe; definite un broglio dagli occidentalisti; invece per lei inequivocabile volontà del popolo.
In prossimità del voto politico italiano, nel settembre del 2022 la Meloni cambia repentinamente parere; dai padroni del vapore al Forum Ambrosetti di Cernobbio sostiene la necessità di proseguire con le sanzioni alla Russia e di appoggiare l'Ucraina, per testimoniare a livello internazionale l'affidabilità italiana; confessando che per quella guerra il nostro aiuto non cambia molto la situazione; ma se non lo facessimo perderemmo la nostra credibilità internazionale.
Più chiara di così non poteva essere l’ipocrisia strumentale e il cinismo verso i morti della guerra affermata dalla Meloni nella sua confessione.
Dopo essere stata eletta Presidente del Consiglio italiano nell’ottobre 2022; il 15 novembre va in Usa da Biden per pagare il nuovo pegno (da sovranista patriottica a europeista in gabbia americana); novella militante del risorto nazifascismo ucraino appoggiato da un’altra tedesca dopo quelli protagonisti diretti negli anni 30/40; la Ursula von der Leyen; medico che non ha mai praticata la professione in quanto impegnata in politica a difesa del neoliberismo borghese da mercato.
Enrico Corti
11 febbraio 2023
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