Serviti o Servi?
Il Post che ho pubblicato su Facebook il 18 c. m., (nel quale denunciavo l’insopportabile maleducazione presente tra gli utenti), ha ricevuto ben 435 consensi e 15 commenti, tra i quali uno negativo.
Ciò potrebbe significare che il fenomeno è più vasto di quel che si pensi; che pertanto si deve aprire una riflessione sul come comportarsi nei confronti del social media creato negli Usa formalmente per socializzare tra individui, quindi inizialmente nazionale e gratuito, ma poi gestito a scopo commerciale nello schema del libero mercato. Attualmente si dice utilizzato da 2 miliardi e 25 milioni di utenti.
Nel
mondo in cui viviamo, l’informazione e la comunicazione sono monopolizzati ad
uso e consumo proprio dai “soliti noti“; della stampa, dello spettacolo e dell’imprenditoria.
Hanno scritto; Ennio Flaiano, “se i culi
dei potenti fossero di carta vetrata, molti giornalisti sarebbero senza lingua“.
Federico Fellini, “la televisione e la
stampa sono lo specchio dove si riflette il nostro sistema culturale“.
Anche nel recente programma leggero Rai “una splendida cornice“ conteneva un quadro (intervenenti e ospiti) fatto da professionisti di diverse specialità in attività o in pensione; il comun denominatore è l’essere laureati con pregiudiziale negativa nei confronti dei cosiddetti “intellettuali organici“ in quanto sprovvisti dei titoli di studio necessari per essere annoverati nel club delle marmotte secchione.
Quasi sempre sopraffà il sotto valore “dell’apparire“ a discapito del valore “dell’essere“. È questa una riproposizione della Yankee “Riserva Indiana “; dove ora gli indiani sono le categorie popolari meno abbienti già discriminate dalle disuguaglianze; qui escluse da tutto.
In un simile quadro, soprattutto per i terrestri comuni è ovvia la ricerca alternativa della comunicazione attraverso i Social; ma stante il carattere commerciale assunto dal neo-media, da servizio agli utenti Facebook ha assunto la veste di chi si serve degli utenti per garantire continuità al conformismo di sistema; lasciando per questo parziale libertà di conflittualità tra loro.
L’utente che ha espresso negatività al mio Post l’ha argomentata difendendo la libertà delle Società di fissare le regole come meglio credono, ciò stante il regime vigente del libero mercato. Qui sta il punto; è giusto che “la banda bassotti“, suo malgrado, sia diretta con la bacchetta magica da una società privata? Perché l’inter-faccialità pubblica tra i cittadini non deve interessare responsabilmente le istituzioni pubbliche?
Comprendo che ciò rappresenti un grande e difficile problema; innanzitutto nell’attuale Italia classista destrorsa premonitrice di un probabile regime autoritario di stampo nostalgico del ventennio; quindi sordo ad ogni richiamo civile umanitario; ma una sintesi degna della civiltà si deve pur ricercare.
Tra le tante Associazioni Volontarie operanti, perché non una come iniziativa in difesa degli utenti Social? Perché non affiancare ai telefoni rosa e azzurro, un telefono bianco, rosso e verde stile 25 Aprile?
Enrico Corti
21 aprile 2023
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