Funerali di o dello Stato?
A funerale di Stato per Silvio Berlusconi celebrate; cosa fatta capo ha; finalmente ci siamo liberati dagli obblighi retorici e ipocritici celebrativi, che nulla hanno a che vedere con la recente reale storia; con buona pace dei fedeli giornalisti TV al sistema che a Arcore hanno scambiato per folla gli ombrelli di quattro peones.
Giorgia Meloni ha deciso per i funerali di Stato a Berlusconi, sostenendo che ciò è previsto dal cerimoniale per chi abbia ricoperto l’incarico di presidente di uno «degli organi costituzionali, anche dopo la cessazione del loro mandato».
È vero che una Legge del 1987 lo può prevedere; ma è discrezionale e non obbligatoria; tant’è che negli ultimi 30 anni questo onore è stato riservato solo agli ex Presidenti della Repubblica Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi; ma non a Sandro Pertini o ad altri ex Presidenti del Consiglio. Pertanto Giorgia Meloni non ha deciso come Presidente degli italiani; ma settariamente solo come capo banda dei destrorsi.
Per di più il lutto nazionale dichiarato è una eccezione in quanto mai proclamato negli ultimi 30 anni di Repubblica. È immaginabile quindi che due sono le ragioni che hanno motivato le decisioni della Meloni e siano; primo; l’intimo rapporto dello “Statista“ Berlusconi con il pari Statista ex Presidente Egiziano di carriera militare Mubarak attraverso la nipote di quest’ultimo Ruby; secondo; l’indigenza della famiglia Berlusconi (dal patrimonio di soli 7,1 miliardi di Euro come ha precisato l’agenzia Forbes).
Nel 2022 i morti sul lavoro in Italia sono stati 1.100; nei primi 4 mesi di quest’anno il numero delle vittime è di 264. Per il principio delle uguaglianze tanto caro alla strutturale amica degli imprenditori, pare che la Meloni intenda chiedere alla Magistratura la riesumazione dei corpi per poter far celebrare nel Duomo di Milano un collettivo Funerale di Stato.
Sembra altresì in progetto l’edificazione di una Cappella onoraria per ricordare i morti di lavoro per la “patria“; tutto ciò per cercare di ovviare alle tante promesse fatte ma non mantenute da Berlusconi e ai relativi danni provocati:
1982, Berlusconi compra tre canali TV e da queste nasce la televisione non più mezzo d’informazione, di formazione e di cultura, ma strumento di propaganda quale braccio armato del libero mercato consumistico, banale e veniale; dove, come dice Dacia Maraini, tutto si compra e si vende; dalle donne agli pseudo rappresentanti del popolo; senatori e deputati; o presunti artisti e sportivi.
1993, coinvolgimento in trattativa Stato/Mafia e conseguente discesa in campo politico con lo slogan “meno Stato più Privato“; per trincerarsi personalmente dalla giustizia: (in 30 anni Berlusconi ha collezionato 32 processi, di cui 4 in corso);
1914/2011, nei tre Governi Presieduti nel tempo dal massone della P2 stragista anti Stato, Berlusconi ha fatto approvare 60 leggi “ad personam“ e ha concesso una miriade di condoni/sanatorie su illeciti finanziari e edilizi.
1996, prime notifiche giudiziarie;
2014, promessa di 1 milione di posti lavoro (ma ancora attualmente il tasso di disoccupazione in Italia è al 9%;); 2011 caso bunga-bunga party;
2018, stalliere mafioso a Arcore e contratto bufala con gli italiani esibito pubblicamente dal suddito Bruna Vespa;
2022 documento Open che dà l’Italia all’ultimo posto per tasso di occupazione, in buona parte precaria.
Se la sanatoria per la giusta civiltà sociale non verrà conquistata dalla gente lavoratrice onesta; i funerali dello Stato italiano (iniziati da Berlusconi) saranno conclusi e celebrati dall’erede Giorgia Meloni; con modalità ancor più pompose in coerenza alla sua impronta di destra nostalgica del fascismo.
Enrico Corti
15 giugno 2023
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