Giorgio Bianchi Photojournalist
NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini
Ucraina. Ormai l’Ue ha perso la guerra e Crosetto non vuole perdere la faccia
Il problema politico del nostro tempo è questo: l’Unione europea è entrata nella guerra in Ucraina senza una strategia e, quindi, senza un’idea del “dopo”. Siccome l’Ucraina ha perso la guerra, il dopo è arrivato. E nessuno sa che cosa fare. La classe dirigente dell’Unione europea, sempre più corrotta, ha smarrito la capacità di guida.
Ma procediamo con ordine
iniziando dal panico che si sta diffondendo in tutti gli ambienti atlantisti, Corriere della Sera incluso, con gli articoli semi-tragici di Paolo Mieli costretto a riconoscere che in Ucraina tutto crolla. Fa eccezione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fazzolari che, in piena apparizione mariana in stile Medjugorje ad Atreju, ha visto l’Ucraina vincere trionfalmente sulla Russia. Praticamente non c’è punto d’attrito in cui gli ucraini non vengano massacrati tutti i giorni come la reputazione di Mario Draghi che aveva giurato sulla sconfitta della Russia e adesso viene addirittura proposto da Macron come prossimo presidente della Commissione europea in base alla logica secondo cui chi non prende nemmeno un voto occupa le posizioni apicali. La verità è che l’Ucraina è finita, ma tutti coloro che hanno sostenuto questa guerra non possono dirlo. L’Ucraina ha perso la guerra perché combatte per un obiettivo che non può raggiungere ovvero liberare cinque regioni: Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Draghi è probabilmente il politico più fallito del mondo dopo Ursula von der Leyen e anche il più celebrato.
Dicevo che l’Ucraina crolla, come afferma persino Budanov, capo dei servizi segreti militari di Zelensky, il quale parla di soldati che non vogliono più combattere e dell’ultima mobilitazione abortita. Con le campane a morto in sottofondo, Budanov ha detto ieri: “Si pone la seguente domanda: tutte le persone che volevano venire [nell’esercito], sono venute. Chi viene chiamato ora? Purtroppo non ci sarà una risposta buona. Se non troviamo una motivazione per loro, allora non importa quante persone – forzatamente, non forzatamente o in base ad alcune norme legali – spingeremo nell’esercito, la loro efficienza sarà quasi nulla. In linea di principio, questo è ciò che sta accadendo di recente, e anche questo deve essere riconosciuto con franchezza”. Gli ucraini che scappano all’estero per non combattere sono talmente tanti che Zelensky ha dovuto accrescere vertiginosamente il numero delle donne arruolate.
Se tutto va bene, a Crosetto andrà malissimo: sarà il ministro della Difesa che dovrà metterci la faccia. Questo spiega l’ansia con cui vorrebbe investire il Parlamento italiano della decisione di inviare l’ottavo “pacchetto” di armi a un morto che cammina grazie alla terapia rivitalizzante della Nato che ha ammazzato un Paese per espandersi al confine con la Russia mandando l’Unione europea in recessione e migliaia di famiglie italiane sul lastrico. In preda al panico, Crosetto rischia di schiantarsi al suolo dall’alto dei suoi due metri e Salvini vorrebbe evitare di trovarsi sotto. Per questo motivo Salvini non vorrebbe inviare altre armi o, in alternativa, chiede che questo sia l’ultimo convoglio funebre. Se tutto andrà bene, sarà un disastro. Accade sempre quando le classi dirigenti si “corrompono” e non sono più in grado di guidare, nel senso inteso dalla teoria della circolazione delle élite di Vilfredo Pareto.
I corrotti si sorreggono tra loro. Il che spiega perché Ursula von der Leyen sarà probabilmente la prossima segretaria della Nato e Draghi il futuro presidente della Commissione europea.
Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
di Alessandro Orsini
Ucraina. Ormai l’Ue ha perso la guerra e Crosetto non vuole perdere la faccia
Il problema politico del nostro tempo è questo: l’Unione europea è entrata nella guerra in Ucraina senza una strategia e, quindi, senza un’idea del “dopo”. Siccome l’Ucraina ha perso la guerra, il dopo è arrivato. E nessuno sa che cosa fare. La classe dirigente dell’Unione europea, sempre più corrotta, ha smarrito la capacità di guida.
Ma procediamo con ordine
iniziando dal panico che si sta diffondendo in tutti gli ambienti atlantisti, Corriere della Sera incluso, con gli articoli semi-tragici di Paolo Mieli costretto a riconoscere che in Ucraina tutto crolla. Fa eccezione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fazzolari che, in piena apparizione mariana in stile Medjugorje ad Atreju, ha visto l’Ucraina vincere trionfalmente sulla Russia. Praticamente non c’è punto d’attrito in cui gli ucraini non vengano massacrati tutti i giorni come la reputazione di Mario Draghi che aveva giurato sulla sconfitta della Russia e adesso viene addirittura proposto da Macron come prossimo presidente della Commissione europea in base alla logica secondo cui chi non prende nemmeno un voto occupa le posizioni apicali. La verità è che l’Ucraina è finita, ma tutti coloro che hanno sostenuto questa guerra non possono dirlo. L’Ucraina ha perso la guerra perché combatte per un obiettivo che non può raggiungere ovvero liberare cinque regioni: Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Draghi è probabilmente il politico più fallito del mondo dopo Ursula von der Leyen e anche il più celebrato.
Dicevo che l’Ucraina crolla, come afferma persino Budanov, capo dei servizi segreti militari di Zelensky, il quale parla di soldati che non vogliono più combattere e dell’ultima mobilitazione abortita. Con le campane a morto in sottofondo, Budanov ha detto ieri: “Si pone la seguente domanda: tutte le persone che volevano venire [nell’esercito], sono venute. Chi viene chiamato ora? Purtroppo non ci sarà una risposta buona. Se non troviamo una motivazione per loro, allora non importa quante persone – forzatamente, non forzatamente o in base ad alcune norme legali – spingeremo nell’esercito, la loro efficienza sarà quasi nulla. In linea di principio, questo è ciò che sta accadendo di recente, e anche questo deve essere riconosciuto con franchezza”. Gli ucraini che scappano all’estero per non combattere sono talmente tanti che Zelensky ha dovuto accrescere vertiginosamente il numero delle donne arruolate.
Se tutto va bene, a Crosetto andrà malissimo: sarà il ministro della Difesa che dovrà metterci la faccia. Questo spiega l’ansia con cui vorrebbe investire il Parlamento italiano della decisione di inviare l’ottavo “pacchetto” di armi a un morto che cammina grazie alla terapia rivitalizzante della Nato che ha ammazzato un Paese per espandersi al confine con la Russia mandando l’Unione europea in recessione e migliaia di famiglie italiane sul lastrico. In preda al panico, Crosetto rischia di schiantarsi al suolo dall’alto dei suoi due metri e Salvini vorrebbe evitare di trovarsi sotto. Per questo motivo Salvini non vorrebbe inviare altre armi o, in alternativa, chiede che questo sia l’ultimo convoglio funebre. Se tutto andrà bene, sarà un disastro. Accade sempre quando le classi dirigenti si “corrompono” e non sono più in grado di guidare, nel senso inteso dalla teoria della circolazione delle élite di Vilfredo Pareto.
I corrotti si sorreggono tra loro. Il che spiega perché Ursula von der Leyen sarà probabilmente la prossima segretaria della Nato e Draghi il futuro presidente della Commissione europea.
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