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martedì 20 febbraio 2024

Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri

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Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri

Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri Ricerca coordinata da Milano Bicocca su 104 genitori e 60 neonati Roma, 20 feb. (askanews) - Sono le madri di neonati prematuri a soffrire di livelli di stress più elevati, in particolare le più giovani. Ma, rispetto ai padri, sono sempre le madri a mostrare maggior "autoefficacia", cioè percezione di saper gestire il proprio neonato, soprattutto se con prematurità più grave. A evidenziarlo i risultati del progetto ParWelB ("Voicing preterm parents' experiences. A multidisciplinary study to set neonatal practices and enhance families' wellbeing"), avviato a novembre 2021, con lo scopo di migliorare il benessere dei genitori di neonati prematuri e, allo stesso tempo, con l'obiettivo di facilitare il coinvolgimento dei cittadini e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della prematurità. Lo studio, finanziato da Fondazione Cariplo, è stato coordinato dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell'Università di Milano Bicocca (Alessandra Decataldo) insieme al Reparto di Terapia intensiva neonatale dell'Azienda socio-sanitaria territoriale-ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano (diretto da Stefano Martinelli) e al Reparto di Terapia sub-intensiva neonatale dell'ASST Rhodense Ospedale di Rho (diretto da Salvatore Barberi). Focus della ricerca - spiega Milano Bicocca - sono state le interazioni tra le diverse componenti del personale sanitario (medici con diverse specializzazioni e infermieri); la relazione tra tali operatori e i genitori di bambini nati pretermine; infine, la relazione tra il benessere dei genitori e gli esiti in termini di salute del loro bambino. I partecipanti hanno risposto a interviste con questionario e monitoraggio post dimissione con web app appositamente progettata per ParWelB. Tramite la web-app si è puntato a realizzare un monitoraggio annuale (con cadenza mensile) del benessere dei genitori pretermine che hanno aderito al progetto ParWelB. Oltre a questo, son state realizzate interviste narrative e video interviste. Il progetto ParWelB ha previsto anche attività di supporto e public engagement tra cui: supporto psicologico; incontri informativi sulla prematurità; corsi pre-parto; incontri psico-educativi con i genitori di neonati in degenza; gruppi peer to peer di genitori post-dimissione; open meeting con differenti categorie professionali; infine, 4 workshop rivolti ad un pubblico più ampio. Le attività di ricerca hanno coinvolto 60 neonati (46 ricoverati presso l'Ospedale Niguarda e 14 presso quello di Rho) e 104 genitori. Dei 104 genitori il 56,7 per cento erano donne (58 erano partorienti e 46 partner). L'età dei genitori variava dai 23 ai 53 anni. Per quanto riguarda l'occupazione, l'86,4 per cento dei genitori ha dichiarato di avere un lavoro (97,8 per cento degli uomini e 77,6 per cento delle donne). La gravità della prematurità è stata misurata sia in base alle settimane di gestazione alla nascita, definita gravità di tipo 1 (suddivisa in estrema/molto alta con riferimento alla situazione dei bambini nati prima della trentaduesima settimana e moderata/lieve relativamente a quella dei nati dopo 32 più 1) sia in base al peso alla nascita, definita gravità di tipo 2 (e classificata come estrema/molto alta nel caso di bambini con un peso inferiore ai 1.500 grammi e moderata/lieve in quello dei nati con un peso superiore). Il 34,6 per cento dei neonati coinvolti nella ricerca era nato prima della trentaduesima settimana di gestazione e il 42,3 per cento pesava meno di 1.500 grammi alla nascita. (Segue) Red-Lcp 20240220T114057Z
MARTEDÌ 20 FEBBRAIO 2024 11.41.24

Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri -2-

Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri -2- Bimbi prematuri, studio: stress più nelle madri che nei padri -2- Roma, 20 feb. (askanews) - Gli esiti dello studio mostrano che le madri hanno livelli di stress più elevati rispetto ai padri. Ad avere sintomi di depressione più elevati, sono i genitori più giovani (23/24 anni), rispetto a quelli con età più alta (35 anni o più). Contrariamente alle attese, i livelli di depressione più alti si osservano tra i genitori con figli con prematurità moderatamente grave rispetto a quelli i cui nascituri si trovavano in una situazione molto più critica. Questo risultato, apparentemente controintuitivo, - prosegue Bicocca - è da attribuire alle maggiori competenze sviluppate dai genitori con degenze più lunghe dei loro neonati. Questi genitori, infatti, imparano all'interno del reparto e con il supporto del personale sanitario a comprendere e gestire i bisogni del proprio bambino. Se si guarda all'autoefficacia percepita - in questo caso, la percezione dei genitori di essere in grado di gestire il proprio neonato - si osserva che le madri, pur più colpite da stress, come emerge dall'analisi precedente, mostrano livelli medi di autoefficacia decisamente più elevati di quelli dei padri (25,13 e 17,31 rispettivamente). In particolare, l'autoefficacia risulta maggiore per i genitori con figli in condizioni più gravi, proprio grazie ai benefici tratti dal maggiore accompagnamento del personale sanitario e di supporto psicologico. "Questa ricerca è nata da uno sforzo collettivo e interdisciplinare: quello di ragionare sull'esperienza dei genitori che hanno vissuto un'esperienza di ospedalizzazione in terapia intensiva neonatale non solo raccogliendo le loro narrazioni e le loro caratteristiche psico-sociali con diversi strumenti di rilevazione, ma anche coinvolgendoli nella creazione di uno spazio comune di riflessione sull'esperienza di prematurità e sul modo in cui questa investe la triade madre-padre-bambino. - ha detto Alessandra Decataldo, sociologa di Milano-Bicocca alla guida del progetto - La nostra attenzione è verso il benessere dei genitori con la convinzione che questo rappresenti le fondamenta per la salute del bambino. Oggi si conclude l'esperienza finanziata da Fondazione Cariplo, ma il progetto continuerà a vivere grazie ad un nuovo finanziamento del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica". Red-Lcp 20240220T114104Z

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