Mentire per apparire; ma anche essere per le guerre.
Per conto degli Usa e di tutti i fedeli “atlantisti“, la Banda d’Affori ha ripeso a suonare la marcetta militare, mettendo sullo spartito i ‘ex rosso comunista (ma ancora macchiato) Vladimir Putin; per Massimo Gramellini simile a Benito Mussolini perché definititi ieri sera in Tv “illustri colleghi“ per l’uso della frase “elezioni = ludi cartacei“; frase mai detta da Putin.
Al voto in Russia si è recato il 73,3% dell’elettorato (ovviamente accompagnato alle urne da militari con pistola dietro la schiena); ancora più alta è stata la partecipazione al voto nelle regioni ucraine. Complessivamente Putin ha ricevuto il consenso dell’88,5%; obbligato dopo le illuminanti e “umane“ sanzioni economiche imposte da Usa e Europa.
Opportunamente, la Banda ha dato risalto alla notizia che la vedova del fu neo-nazista Navalny (accompagnata dal non fresco amante), ha furbescamente invitato i militanti a mettersi in fila verso il feretro nell’ultime ore “per apparire in tanti“ agli occhi dell’occidente.
Nel 2022 nella democratica Italia ha votato il 61%; tra il 39% che non ha votato spicca il dato degli operai che non si dono recati alle urne, (il 56% della categoria complessiva).
Il giornalismo alla Gramellini attinge alla specie instillatrice dell’odio tra razza e popoli; nel caso specifico nemico della bandiera bianca chiesta dal Papa e fomentatore della continuità e lo sviluppo delle guerre in corso; a partire da quella tra Ucraine e Russia, iniziata nel 2014 dopo l’invasione delle Bande ucraine neo-naziste Azov nel Donbass su ordine governativo; assassinatrici di 14.000 inermi civili.
A prescindere dal metodo della falsa informazione, oramai dottrina per i servi dei padroni (per Gramellini due in contemporanea); gli scribacchini cechi e sordi stanno inconsciamente ripercorrendo la stessa strada fatta dai loro simili colleghi cento anni fa; ovviamente in nome della libertà democratica per coloro che hanno.
Enrico Corti
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