Giorgio Bianchi Photojournalist
Passa il Piano Armi di von der Leyen: missili a lungo raggio per Kiev
DI ILARIA PROIETTI
Armi e ancora armi. Il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza la risoluzione che impegna l’Unione sulla linea della guerra a oltranza. Secondo il documento, l’obiettivo principale è che l’Ucraina “vinca la guerra contro la Russia”, obiettivo che può essere conseguito “solo attraverso la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi” a Kiev. Sposata in pieno la linea della presidente della Commissione Ue (in cerca di riconferma) Ursula von der Leyen che due giorni fa aveva anticipato i contenuti del piano che l’esecutivo europeo proporrà tra pochi giorni: raddoppio nel giro di un anno della produzione di munizioni, ma soprattutto appalti congiunti per l’acquisto di armi sul modello di quanto avvenuto per i vaccini anti-Covid. Un pacchetto di misure di cui ancora non si conosce precisamente l’entità né le fonti e gli strumenti di finanziamento. Simbolica e dunque assai significativa l’intenzione di utilizzare l’eventuale gettito dei beni russi congelati non per ricostruire l’Ucraina, ma per inviare aiuti militari.
Ieri l’Eurocamera ha intanto approvato la risoluzione che ribadisce il sostegno alla fornitura regolare di armamenti “per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria per la vittoria dell’Ucraina” confermando l’invito agli Stati membri “ad aumentare e ad accelerare in modo sostanziale il loro sostegno militare”. Perché la consegna “insufficiente e tardiva di armi e munizioni rischia di compromettere gli sforzi compiuti finora compiuti”: le forniture servono a consentire a Kiev “non solo di difendersi dagli attacchi russi, ma anche di riconquistare il pieno controllo di tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale”. Che tradotto vuol dire anche riconoscere l’importanza di riconquistare “la penisola di Crimea, occupata dalla Russia da ormai un decennio (…) trasformata in una base militare e servita da trampolino di lancio per l’invasione su vasta scala nel 2022”. “La risoluzione sull’Ucraina approvata dal Parlamento europeo non è un documento di strategia politica, ma puramente militare che pare scritta dalla Nato e che delinea una posizione di oltranzismo bellicista che non lascia spazio a nessuna soluzione negoziale” sottolinea in una nota il Movimento 5 Stelle, l’unica rappresentanza italiana a votare no alla risoluzione approvata con 451 voti a favore, tra cui quelli degli eurodeputati di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega oltre che di Pd, Azione e Italia Viva. I contrari sono stati in tutto 46, 49 gli astenuti: tra questi Oscar Lancini della Lega che, come detto ha votato sì e si è affrettata a definire una fake news quella del renziano Enrico Borghi che aveva enfatizzato in chiave polemica l’astensione del Carroccio.
Ma cos’altro dice la risoluzione dell’Europarlamento? Sottolinea che l’Ucraina ha “particolare bisogno di sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio, come i missili Taurus, Storm Shadow/Scalp e altri, moderni aerei da combattimento, vari tipi di artiglieria e munizioni (in particolare da 155 mm), droni e armi per contrastarli; appoggia la proposta secondo la quale tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero sostenere militarmente l’Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuo (per l’Italia circa 5 miliardi all’anno)”. In particolare fa discutere, anche se non si parla esplicitamente di impiego di truppe, l’impegno “a qualsiasi forma necessaria e senza restrizioni” rispetto all’assistenza militare”. In una spirale sempre più perversa in cui l’Europa, nata come progetto di pace, si trova a sollecitare le imprese nazionali e internazionali del settore della difesa perché garantiscano prioritariamente produzione e la consegna di munizioni, proiettili e missili per l’Ucraina rispetto agli ordini provenienti da altri Paesi terzi.
Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
DI ILARIA PROIETTI
Armi e ancora armi. Il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza la risoluzione che impegna l’Unione sulla linea della guerra a oltranza. Secondo il documento, l’obiettivo principale è che l’Ucraina “vinca la guerra contro la Russia”, obiettivo che può essere conseguito “solo attraverso la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi” a Kiev. Sposata in pieno la linea della presidente della Commissione Ue (in cerca di riconferma) Ursula von der Leyen che due giorni fa aveva anticipato i contenuti del piano che l’esecutivo europeo proporrà tra pochi giorni: raddoppio nel giro di un anno della produzione di munizioni, ma soprattutto appalti congiunti per l’acquisto di armi sul modello di quanto avvenuto per i vaccini anti-Covid. Un pacchetto di misure di cui ancora non si conosce precisamente l’entità né le fonti e gli strumenti di finanziamento. Simbolica e dunque assai significativa l’intenzione di utilizzare l’eventuale gettito dei beni russi congelati non per ricostruire l’Ucraina, ma per inviare aiuti militari.
Ieri l’Eurocamera ha intanto approvato la risoluzione che ribadisce il sostegno alla fornitura regolare di armamenti “per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria per la vittoria dell’Ucraina” confermando l’invito agli Stati membri “ad aumentare e ad accelerare in modo sostanziale il loro sostegno militare”. Perché la consegna “insufficiente e tardiva di armi e munizioni rischia di compromettere gli sforzi compiuti finora compiuti”: le forniture servono a consentire a Kiev “non solo di difendersi dagli attacchi russi, ma anche di riconquistare il pieno controllo di tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale”. Che tradotto vuol dire anche riconoscere l’importanza di riconquistare “la penisola di Crimea, occupata dalla Russia da ormai un decennio (…) trasformata in una base militare e servita da trampolino di lancio per l’invasione su vasta scala nel 2022”. “La risoluzione sull’Ucraina approvata dal Parlamento europeo non è un documento di strategia politica, ma puramente militare che pare scritta dalla Nato e che delinea una posizione di oltranzismo bellicista che non lascia spazio a nessuna soluzione negoziale” sottolinea in una nota il Movimento 5 Stelle, l’unica rappresentanza italiana a votare no alla risoluzione approvata con 451 voti a favore, tra cui quelli degli eurodeputati di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega oltre che di Pd, Azione e Italia Viva. I contrari sono stati in tutto 46, 49 gli astenuti: tra questi Oscar Lancini della Lega che, come detto ha votato sì e si è affrettata a definire una fake news quella del renziano Enrico Borghi che aveva enfatizzato in chiave polemica l’astensione del Carroccio.
Ma cos’altro dice la risoluzione dell’Europarlamento? Sottolinea che l’Ucraina ha “particolare bisogno di sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio, come i missili Taurus, Storm Shadow/Scalp e altri, moderni aerei da combattimento, vari tipi di artiglieria e munizioni (in particolare da 155 mm), droni e armi per contrastarli; appoggia la proposta secondo la quale tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero sostenere militarmente l’Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuo (per l’Italia circa 5 miliardi all’anno)”. In particolare fa discutere, anche se non si parla esplicitamente di impiego di truppe, l’impegno “a qualsiasi forma necessaria e senza restrizioni” rispetto all’assistenza militare”. In una spirale sempre più perversa in cui l’Europa, nata come progetto di pace, si trova a sollecitare le imprese nazionali e internazionali del settore della difesa perché garantiscano prioritariamente produzione e la consegna di munizioni, proiettili e missili per l’Ucraina rispetto agli ordini provenienti da altri Paesi terzi.
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