Oltre 300 artisti hanno alzato la voce e preso le distanze dalla complicità del Festival del Cinema di Venezia con lo stato terrorista di israele. Tra i firmatari dell'appello ci sono persone come Simona Cavallaro, Antonio De Matteo, Chiara Baschetti e Laura Morante che sin dal primo momento non hanno avuto paura nell'esporsi pubblicamente.
Questo il testo completo della lettera aperta:
"Noi sottoscritti, artisti, filmmakers e lavoratori culturali rifiutiamo la complicità con il regime di apartheid israeliano e ci opponiamo a ogni forma di artwashing del genocidio dei palestinesi a Gaza all’81esima Mostra Del Cinema di Venezia. Due film in programma – Of Dogs and Men and Why War – sono finanziati da case di produzione israeliane complici nel whitewashing dell’oppressione dei palestinesi da parte di Israele.
Il più alto tribunale penale mondiale, la Corte di Giustizia Internazionale dell’Aia, ha dichiarato che Israele sta plausibilmente perpetrando un genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e che il suo regime di apartheid e di occupazione militare è illegale. Il Procuratore della Corte Penale Internazionale ha richiesto l’emissione di un mandato d’arresto contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Gallant, accusati di ‘sterminio’ e di ‘affamare intenzionalmente la popolazione civile e causare la morte di decine di migliaia di innocenti’.
Of Dogs and Men, girato durante l’attacco in corso contro Gaza, mira a normalizzare e neutralizzare il genocidio. Questo film e Why War sono sostenuti da case di produzione israeliane complici dell’apartheid, dell’occupazione e ora del genocidio attraverso il loro silenzio o la partecipazione attiva all’artwashing. La società palestinese, inclusa la maggior parte dei filmmakers, chiede di rifiutare di proiettare film come questi.
Il Festival di Venezia è rimasto a tacere riguardo alle atrocità compiute da Israele contro la popolazione palestinese. Questo silenzio ci oltraggia. Come attrici e attori, operatrici e operatori culturali, artistici e cinematografici, chiediamo l’adozione di misure effettive ed etiche affinché Israele sia chiamato a rispondere dei suoi crimini e del sistema coloniale di oppressione della Palestina.
Riteniamo inaccettabile che film di case cinematografiche conniventi con un regime che attua ininterrotte atrocità contro il popolo palestinese siano presentati a Venezia. Il Festival non dovrebbe includere produzioni complici nei crimini di apartheid, pulizia etnica e genocidio, ad opera di chiunque, né ora né in futuro. L’artwashing del genocidio a Gaza nella scena culturale internazionale, quali i festival di cinema, è profondamente immorale."
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T.me/GiuseppeSalamone
Questo il testo completo della lettera aperta:
"Noi sottoscritti, artisti, filmmakers e lavoratori culturali rifiutiamo la complicità con il regime di apartheid israeliano e ci opponiamo a ogni forma di artwashing del genocidio dei palestinesi a Gaza all’81esima Mostra Del Cinema di Venezia. Due film in programma – Of Dogs and Men and Why War – sono finanziati da case di produzione israeliane complici nel whitewashing dell’oppressione dei palestinesi da parte di Israele.
Il più alto tribunale penale mondiale, la Corte di Giustizia Internazionale dell’Aia, ha dichiarato che Israele sta plausibilmente perpetrando un genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e che il suo regime di apartheid e di occupazione militare è illegale. Il Procuratore della Corte Penale Internazionale ha richiesto l’emissione di un mandato d’arresto contro il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Gallant, accusati di ‘sterminio’ e di ‘affamare intenzionalmente la popolazione civile e causare la morte di decine di migliaia di innocenti’.
Of Dogs and Men, girato durante l’attacco in corso contro Gaza, mira a normalizzare e neutralizzare il genocidio. Questo film e Why War sono sostenuti da case di produzione israeliane complici dell’apartheid, dell’occupazione e ora del genocidio attraverso il loro silenzio o la partecipazione attiva all’artwashing. La società palestinese, inclusa la maggior parte dei filmmakers, chiede di rifiutare di proiettare film come questi.
Il Festival di Venezia è rimasto a tacere riguardo alle atrocità compiute da Israele contro la popolazione palestinese. Questo silenzio ci oltraggia. Come attrici e attori, operatrici e operatori culturali, artistici e cinematografici, chiediamo l’adozione di misure effettive ed etiche affinché Israele sia chiamato a rispondere dei suoi crimini e del sistema coloniale di oppressione della Palestina.
Riteniamo inaccettabile che film di case cinematografiche conniventi con un regime che attua ininterrotte atrocità contro il popolo palestinese siano presentati a Venezia. Il Festival non dovrebbe includere produzioni complici nei crimini di apartheid, pulizia etnica e genocidio, ad opera di chiunque, né ora né in futuro. L’artwashing del genocidio a Gaza nella scena culturale internazionale, quali i festival di cinema, è profondamente immorale."
T.me/GiuseppeSalamone
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