“Metà delle bombe che cadono su Gaza sono fabbricate in Europa.” Non è un’accusa lanciata da attivisti , da ONG o da Hamas: è una dichiarazione pubblica di Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE. Un’ammissione brutale, che rende impossibile continuare a far finta di nulla: l’Europa è complice della distruzione di Gaza.
Dal 7 ottobre, Israele ha sganciato oltre 100.000 tonnellate di esplosivo sulla striscia. A novembre 2024, in un solo anno, aveva già superato la quantità di bombe utilizzate in tutta la Seconda Guerra Mondiale. Un massacro senza precedenti, alimentato da un flusso costante di armi, di silenzi complici e di propaganda.
Due terzi delle armi usate da Israele arrivano dagli Stati Uniti
Secondo i dati del SIPRI, gli USA hanno fornito caccia, missili, bombe intelligenti e blindati: aiuti militari continuati anche nel 2024, nonostante le decine di migliaia di morti.
Ma anche l’Europa fa la sua parte.
La Germania fornisce il 33% dell’arsenale israeliano: motori per mezzi blindati, sistemi navali, tutto ciò che serve per continuare la carneficina. L’Italia contribuisce con l’1%, ma non è un dettaglio: Roma esporta elicotteri, cannoni navali e componenti per gli F-35 americani, usati nei bombardamenti su Gaza.
Queste non sono solo cifre. Sono fatti. Ogni bomba sganciata ha dietro un contratto, una fabbrica, un governo che ha autorizzato l’export. L’Europa non è neutrale, ma complice e connivente: è parte attiva della macchina di guerra che sta devastando Gaza.
Il tempo delle scuse è finito. Serve chiamare le cose con il loro nome: complicità.
E nonostante questa vergogna e un genocidio in corso trasmesso in diretta streaming, il presidente Mattarella continua scrivere parole di burro al collega Israeliano Isaac Herzog, il governo Italiano continua a dichiararsi amico di Israele, e miracolati della politica come Graziano Delrio organizzano gite a Tel Aviv per stringere mani insanguinate.
(Marco Degli Angeli)
T.me/GiuseppeSalamone
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