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lunedì 3 novembre 2025

Salute: pressione instabile legata a invecchiamento cerebrale =

AGI0002 3 undefined 0 RSA / Salute: pressione instabile legata a invecchiamento cerebrale = (AGI) - Roma, 3 nov. - Le oscillazioni della pressione arteriosa da un battito all'altro potrebbero essere un nuovo indicatore di rischio per la salute del cervello negli anziani. Lo suggerisce uno studio della University of Southern California pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease, che ha evidenziato come la cosiddetta "instabilita' dinamica" della pressione sanguigna sia associata a una riduzione di volume in regioni cerebrali cruciali per la memoria e a biomarcatori di stress neuronale. Il lavoro, guidato dal professor Daniel Nation della USC Leonard Davis School of Gerontology, ha coinvolto 105 adulti sani tra 55 e 89 anni. Durante le risonanze magnetiche, la pressione sanguigna dei partecipanti e' stata registrata battito per battito attraverso un sensore applicato al dito. I ricercatori hanno poi correlato le variazioni momentanee della pressione con le immagini cerebrali e con marcatori di neurodegenerazione nel sangue. I risultati mostrano che chi presentava maggiore instabilita' della pressione e arterie piu' rigide tendeva ad avere volumi inferiori dell'ippocampo e della corteccia entorinale, le aree che per prime si modificano nelle fasi iniziali dell'Alzheimer. Negli stessi soggetti sono stati rilevati livelli piu' alti di neurofilamento light (NfL), una proteina che aumenta quando i neuroni subiscono stress o danno. "Il nostro studio dimostra che non conta solo la media della pressione, ma anche quanto essa rimane stabile da un battito all'altro - ha spiegato Nation -. Le oscillazioni eccessive potrebbero riflettere un invecchiamento vascolare precoce e una minore capacita' del cervello di mantenere un flusso sanguigno costante." Secondo i ricercatori, questi risultati non provano un rapporto di causa-effetto, ma aprono una nuova prospettiva su come le variazioni cardiovascolari contribuiscano al declino cognitivo. Gli autori intendono ora indagare se interventi mirati - come l'esercizio fisico regolare, la gestione dello stress o una modulazione piu' precisa dei farmaci antipertensivi - possano ridurre le fluttuazioni pressorie e migliorare la salute cerebrale nel tempo. "Tradizionalmente si e' sempre cercato di abbassare la pressione media - ha aggiunto Trevor Lohman, coautore dello studio - ma la nostra ricerca suggerisce che stabilizzarla potrebbe essere altrettanto importante per proteggere il cervello."(AGI)red/Mld 030923 NOV 25  

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