Un gene amico del cuore aiuta a ripararlo dopo un infarto
Rigenerate in laboratorio le cellule cardiache danneggiate
(ANSA) - ROMA, 03 NOV - Un gene amico del cuore aiuta a
ripararlo dopo un infarto: test fatti in laboratorio su cellule
umane dimostrano che il gene chiamato Ccna2 può essere
riattivato portando così alla rigenerazione dei tessuti cardiaci
danneggiati. E' quanto emerge da un lavoro guidato da Hina
Chaudhry, della Scuola Icahn di medicina del Monte Sinai a New
York. Il lavoro, pubblicato Npj Regenerative Medicine, apre a
nuove possibile terapie per riparare lesioni cardiache. I nuovi risultati seguono i primi traguardi ottenuti dallo
stesso gruppo di ricerca nel 2014 sulla rigenerazione cellulare
dei tessuti cardiaci dei maiali: "ora abbiamo fatto progredire
il campo dimostrando che anche le cellule cardiache umane adulte
di mezza età, a lungo ritenute incapaci di dividersi, possono
essere indotte a produrre nuove cellule funzionali", ha detto
Chaudhry. La ricerca si è concentrata su uno specifico gene
detto Ccna2 che è noto per avere un ruolo chiave nella divisione
cellulare dei cardiomiociti, le cellule che costituiscono il
muscolo cardiaco, durante lo sviluppo all'interno dell'utero ma
che poi si disattiva spontaneamente alla nascita. Obiettivo dei
ricercatori è stato riuscire a riattivare il gene e verificare
che potesse portare alla generazione di nuove cellule capaci di
sostituire quelle danneggiate in seguito a un inferto o
un'insufficienza cardiaca. Per farlo i ricercatori hanno
inoculato il gene attivo attraverso un vettore virale in cellule
di muscolo cardiaco umano coltivate in vitro e osservato la loro
replicazione. "Siamo stati pionieri nell'idea che il cuore
potesse essere rigenerato risvegliando i geni dormienti della
divisione cellulare, e ora abbiamo reso questa visione un passo
più vicina ai pazienti", ha detto Chaudhry. "Il nostro obiettivo
- ha proseguito - è fornire una terapia che permetta al cuore di
guarire da solo dopo un infarto o in caso di insufficienza
cardiaca, riducendo la necessità di trapianti o dispositivi
meccanici". Il prossimo passo, spiegano gli autori, sarà ora
quello di ottenere l'approvazione dall'agenzia del farmaco
americana Fda e avviare gli studi clinici sulla terapia con
Ccna2 nei pazienti con malattie cardiache. (ANSA).
03/11/2025 11:03
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