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giovedì 14 novembre 2019
Migranti: media, Grecia ne ha respinti 60 mila illegalmente =
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 17.10.47
= Migranti: media, Grecia ne ha respinti 60 mila illegalmente =
(AGI) - Berlino, 14 nov. - La Grecia e' accusata di aver respinto illegalmente 60 mila migranti ai suoi confini con la Turchia. Lo scrive lo Spiegel, in base ad una vasta documentazione da parte delle autorita' di Ankara. Nella fattispecie, si tratterebbe dei cosiddetti "push backs", respingimenti che violano il diritto europeo e internazionale, secondo cui gli Stati hanno l'obbligo di assicurare la possibilita' di presentare domanda d'asilo, con tutto quel che tali procedure comportano. Secondo le accuse, che sono condivise anche da alcune organizzazioni per i diritti umani, le autorita' greche respingerebbero da anni illegalmente migranti al fiume Evros. L'ultimo caso sarebbe di pochi giorni fa: lo scorso 3 novembre la polizia turca aveva intercettato 252 profughi vicino al confine di Kapikule. Qui gli agenti si sarebbero resi conto che i migranti erano riusciti ad arrivare fino in Grecia: ma da qui sono stati rimandati via senza che fosse data loro la possibilita' di presentare domanda d'asilo. E' sempre il settimanale amburghese a ricordare che sul tema migranti le relazioni tra la Turchia e la Grecia sono sempre piu' tese: a inizio mese il ministero degli Esteri di Ankara ha parlato esplicitamente di arresti arbitrari, di migranti picchiati, talvolta derubati dei loro vestiti e poi rispediti in Turchia senza passare dalle regolari procedure. "Abbiamo documenti e fotografie", ha aggiunto il ministero, secondo lo Spiegel. Il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, ha reagito seccamente: "Coloro che usano la crisi dei migranti per utilizzare i perseguitati come pedine per i propri obiettivi geopolitici dovrebbero fare piu' attenzione quando si rivolgono alla Grecia". La polemica, peraltro, va ad aggiungersi ai ripetuti avvertimenti lanciati dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha minacciato di "riaprire i confini" verso l'Europa, se l'Ue non manterra' le promesse fatte al tempo della sottoscrizione dell'accordo sui migranti del 2016, che Ankara ha chiesto di rinegoziare. (AGI) Rbr/Zec (Segue) 141710 NOV 19 NNNN
= Migranti: media, Grecia ne ha respinti 60 mila illegalmente =
(AGI) - Berlino, 14 nov. - La Grecia e' accusata di aver respinto illegalmente 60 mila migranti ai suoi confini con la Turchia. Lo scrive lo Spiegel, in base ad una vasta documentazione da parte delle autorita' di Ankara. Nella fattispecie, si tratterebbe dei cosiddetti "push backs", respingimenti che violano il diritto europeo e internazionale, secondo cui gli Stati hanno l'obbligo di assicurare la possibilita' di presentare domanda d'asilo, con tutto quel che tali procedure comportano. Secondo le accuse, che sono condivise anche da alcune organizzazioni per i diritti umani, le autorita' greche respingerebbero da anni illegalmente migranti al fiume Evros. L'ultimo caso sarebbe di pochi giorni fa: lo scorso 3 novembre la polizia turca aveva intercettato 252 profughi vicino al confine di Kapikule. Qui gli agenti si sarebbero resi conto che i migranti erano riusciti ad arrivare fino in Grecia: ma da qui sono stati rimandati via senza che fosse data loro la possibilita' di presentare domanda d'asilo. E' sempre il settimanale amburghese a ricordare che sul tema migranti le relazioni tra la Turchia e la Grecia sono sempre piu' tese: a inizio mese il ministero degli Esteri di Ankara ha parlato esplicitamente di arresti arbitrari, di migranti picchiati, talvolta derubati dei loro vestiti e poi rispediti in Turchia senza passare dalle regolari procedure. "Abbiamo documenti e fotografie", ha aggiunto il ministero, secondo lo Spiegel. Il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, ha reagito seccamente: "Coloro che usano la crisi dei migranti per utilizzare i perseguitati come pedine per i propri obiettivi geopolitici dovrebbero fare piu' attenzione quando si rivolgono alla Grecia". La polemica, peraltro, va ad aggiungersi ai ripetuti avvertimenti lanciati dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha minacciato di "riaprire i confini" verso l'Europa, se l'Ue non manterra' le promesse fatte al tempo della sottoscrizione dell'accordo sui migranti del 2016, che Ankara ha chiesto di rinegoziare. (AGI) Rbr/Zec (Segue) 141710 NOV 19 NNNN
SCHEDA = Cucchi: 10 anni fa la morte, da allora 13 processi =
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 15.43.29
= SCHEDA = Cucchi: 10 anni fa la morte, da allora 13 processi =
(AGI) - Roma, 14 nov. - Settimana cruciale per il caso giudiziario di Stefano Cucchi, il ragazzo di 31 anni arrestato dai carabinieri per detenzione di droga la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009, portato nella caserma della stazione Appia e - secondo la procura - picchiato selvaggiamente da alcuni militari e poi deceduto, in conseguenza delle lesioni riportate nel pestaggio, il 22 ottobre presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini. Oggi, a 10 anni dai fatti, vanno a sentenza due processi delicatissimi che inevitabilmente si incrociano: uno nell'aula bunker di Rebibbia, davanti alla prima corte d'assise, a carico di cinque carabinieri, tre dei quali accusati dalla procura di omicidio preterintenzionale (sul presupposto che il pestaggio e' stato una causa, se non una concausa, del decesso), l'altro, davanti alla seconda corte d'assise d'appello a piazzale Clodio, per il reato di omicidio colposo (ormai prescritto) ai cinque medici che ebbero in cura Cucchi. Intanto, ha fatto discutere l'astensione di due giorni fa del giudice Federico Bona Galvagno che, in quanto ex carabiniere in congedo, non potra' celebrare il processo agli otto militari dell'Arma (tra ufficiali e non) coinvolti nell'indagine sui falsi e sui depistaggi commessi - secondo il pm Giovanni Musaro' - tra il 2009 e il 2015 per nascondere la verita' sul pestaggio subito da Cucchi alla stazione Appia. Queste comunque le tappe principali di una vicenda, dalla quale sono scaturiti gia' sette processi (oltre ai cinque che hanno riguardato esclusivamente il funzionario del Prap Claudio Marchiandi) e un altro (quello sui depistaggi) che entrera' nel vivo soltanto fra un mese: 15 ottobre 2009: Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri con l'accusa di detenzione di stupefacenti 22 ottobre 2009: Cucchi muore all'ospedale Sandro Pertini. La procura di Roma (prima con il pm Vincenzo Barba e poi anche con il pm Maria Francesca Loy) apre un'inchiesta e mette sotto accusa tre agenti di polizia penitenziaria che accompagnarono il ragazzo il giorno dopo il suo arresto in tribunale per la convalida. 25 gennaio 2011: il gup Rosalba Liso rinvia a giudizio dodici persone: gli agenti penitenziari Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici per lesioni personali, e poi cinque medici dell'ospedale Sandro Pertini (il primario Aldo Fierro e poi Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo) e tre infermieri (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) per abbandono di persona incapace. A giudizio anche il medico Rosita Caponetti per abuso d'ufficio e falso. Il gup infligge in abbreviato 2 anni di reclusione a Claudio Marchiandi, il funzionario dell'ufficio dei detenuti e del trattamento del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (Prap) che rispondeva di abuso d'ufficio, falso e favoreggiamento. Marchiandi avrebbe abusato delle proprie funzioni di pubblico ufficiale, violando il protocollo tra Asl e Prap per imporre il ricovero di Cucchi al Pertini e presentandosi spontaneamente al nosocomio di sabato pomeriggio, fuori dal turno di lavoro, per consentire l'ingresso del detenuto in un reparto in cui Stefano, alle prese con patologie non stabilizzate, non doveva assolutamente entrare. 30 aprile 2012: assoluzione in appello per Marchiandi 'perche' il fatto non sussiste'. 5 giugno 2013: la terza corte d'assise assolve i poliziotti penitenziari accusati del pestaggio e tre infermieri del Pertini. Vengono inflitte pene comprese fra gli 8 mesi e i 2 anni di reclusione ai sei medici del Pertini. 20 gennaio 2014: la quinta sezione penale della Cassazione annulla l'assoluzione di Marchiandi, per vizi nella motivazione, e ordina un nuovo processo d'appello. 31 ottobre 2014: assoluzione per tutti gli imputati, medici compresi, nel giudizio di appello. (AGI) Cop (Segue) 141542 NOV 19 NNNNGIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 15.43.35
= SCHEDA = Cucchi: 10 anni fa la morte, da allora 13 processi (2)=
(AGI) - Roma, 14 nov. - 12 gennaio 2015: la corte d'assise d'appello deposita i motivi della sentenza e ordina la trasmissione degli atti al pm per nuovi accertamenti sull'operato di alcuni carabinieri e sul pestaggio subito da Cucchi giugno 2015: riparte da zero l'inchiesta sulla morte di Cucchi. Il fascicolo e' affidato al pm Giovanni Musaro'. (AGI) 15 dicembre 2015: la Cassazione conferma l'assoluzione di agenti, infermieri e del primo dei medici (Rosita Caponetti) che visito' Cucchi al Pertini. Ma ordina un nuovo processo d'appello per gli altri medici dell'ospedale. 30 maggio 2016: nell'appello bis nuova assoluzione, 'perche' il fatto non sussiste', per il funzionario del Prap Marchiandi. 18 luglio 2016: la terza corte d'assise di appello assolve, "perche' il fatto non sussiste", i cinque medici del Pertini. 4 ottobre 2016: incidente probatorio sulle cause della morte di Cucchi; il 'pool' di periti nominato dal gip esclude un nesso tra il violento pestaggio e il decesso. La causa "dotata di maggiore forza e attendibilita'" e' ritenuta un improvviso attacco di epilessia. 17 gennaio 2017: la procura di Roma chiude l'inchiesta bis contestando il reato di omicidio preterintenzionale a tre carabinieri (Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco) e negando che la causa della morte sia l'epilessia. Falso (per Tedesco e il comandante della stazione Appia Roberto Mandolini) e calunnia ai danni della polizia penitenziaria (per Tedesco, Mandolini e Vincenzo Nicolardi) sono gli altri reati contestati. 4 luglio 2017: diventa definitiva l'assoluzione del funzionario del Prap, Claudio Marchiandi, grazie alla prima sezione penale della Cassazione. 10 luglio 2017: il gup Cinzia Parasporo rinvia a giudizio davanti alla corte d'assise i cinque carabinieri. 29 ottobre 2018: entra nel vivo, davanti alla corte d'assise d'appello, il terzo processo di secondo grado ai medici del Pertini dopo un secondo annullamento dell'assoluzione da parte della Cassazione: sul banco degli imputati, anche se l'accusa di omicidio colposo e' ormai prescritta, continuano a figurare il primario Aldo Fierro e i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo che ebbero in cura Cucchi. 19 marzo 2019: chiusa l'inchiesta nei confronti di otto militari dell'Arma per i falsi e i depistaggi compiuti tra il 2009 e il 2015. (AGI) Cop (Segue) 141542 NOV 19 NNNN
= SCHEDA = Cucchi: 10 anni fa la morte, da allora 13 processi =
(AGI) - Roma, 14 nov. - Settimana cruciale per il caso giudiziario di Stefano Cucchi, il ragazzo di 31 anni arrestato dai carabinieri per detenzione di droga la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009, portato nella caserma della stazione Appia e - secondo la procura - picchiato selvaggiamente da alcuni militari e poi deceduto, in conseguenza delle lesioni riportate nel pestaggio, il 22 ottobre presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini. Oggi, a 10 anni dai fatti, vanno a sentenza due processi delicatissimi che inevitabilmente si incrociano: uno nell'aula bunker di Rebibbia, davanti alla prima corte d'assise, a carico di cinque carabinieri, tre dei quali accusati dalla procura di omicidio preterintenzionale (sul presupposto che il pestaggio e' stato una causa, se non una concausa, del decesso), l'altro, davanti alla seconda corte d'assise d'appello a piazzale Clodio, per il reato di omicidio colposo (ormai prescritto) ai cinque medici che ebbero in cura Cucchi. Intanto, ha fatto discutere l'astensione di due giorni fa del giudice Federico Bona Galvagno che, in quanto ex carabiniere in congedo, non potra' celebrare il processo agli otto militari dell'Arma (tra ufficiali e non) coinvolti nell'indagine sui falsi e sui depistaggi commessi - secondo il pm Giovanni Musaro' - tra il 2009 e il 2015 per nascondere la verita' sul pestaggio subito da Cucchi alla stazione Appia. Queste comunque le tappe principali di una vicenda, dalla quale sono scaturiti gia' sette processi (oltre ai cinque che hanno riguardato esclusivamente il funzionario del Prap Claudio Marchiandi) e un altro (quello sui depistaggi) che entrera' nel vivo soltanto fra un mese: 15 ottobre 2009: Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri con l'accusa di detenzione di stupefacenti 22 ottobre 2009: Cucchi muore all'ospedale Sandro Pertini. La procura di Roma (prima con il pm Vincenzo Barba e poi anche con il pm Maria Francesca Loy) apre un'inchiesta e mette sotto accusa tre agenti di polizia penitenziaria che accompagnarono il ragazzo il giorno dopo il suo arresto in tribunale per la convalida. 25 gennaio 2011: il gup Rosalba Liso rinvia a giudizio dodici persone: gli agenti penitenziari Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici per lesioni personali, e poi cinque medici dell'ospedale Sandro Pertini (il primario Aldo Fierro e poi Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo) e tre infermieri (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) per abbandono di persona incapace. A giudizio anche il medico Rosita Caponetti per abuso d'ufficio e falso. Il gup infligge in abbreviato 2 anni di reclusione a Claudio Marchiandi, il funzionario dell'ufficio dei detenuti e del trattamento del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (Prap) che rispondeva di abuso d'ufficio, falso e favoreggiamento. Marchiandi avrebbe abusato delle proprie funzioni di pubblico ufficiale, violando il protocollo tra Asl e Prap per imporre il ricovero di Cucchi al Pertini e presentandosi spontaneamente al nosocomio di sabato pomeriggio, fuori dal turno di lavoro, per consentire l'ingresso del detenuto in un reparto in cui Stefano, alle prese con patologie non stabilizzate, non doveva assolutamente entrare. 30 aprile 2012: assoluzione in appello per Marchiandi 'perche' il fatto non sussiste'. 5 giugno 2013: la terza corte d'assise assolve i poliziotti penitenziari accusati del pestaggio e tre infermieri del Pertini. Vengono inflitte pene comprese fra gli 8 mesi e i 2 anni di reclusione ai sei medici del Pertini. 20 gennaio 2014: la quinta sezione penale della Cassazione annulla l'assoluzione di Marchiandi, per vizi nella motivazione, e ordina un nuovo processo d'appello. 31 ottobre 2014: assoluzione per tutti gli imputati, medici compresi, nel giudizio di appello. (AGI) Cop (Segue) 141542 NOV 19 NNNNGIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 15.43.35
= SCHEDA = Cucchi: 10 anni fa la morte, da allora 13 processi (2)=
(AGI) - Roma, 14 nov. - 12 gennaio 2015: la corte d'assise d'appello deposita i motivi della sentenza e ordina la trasmissione degli atti al pm per nuovi accertamenti sull'operato di alcuni carabinieri e sul pestaggio subito da Cucchi giugno 2015: riparte da zero l'inchiesta sulla morte di Cucchi. Il fascicolo e' affidato al pm Giovanni Musaro'. (AGI) 15 dicembre 2015: la Cassazione conferma l'assoluzione di agenti, infermieri e del primo dei medici (Rosita Caponetti) che visito' Cucchi al Pertini. Ma ordina un nuovo processo d'appello per gli altri medici dell'ospedale. 30 maggio 2016: nell'appello bis nuova assoluzione, 'perche' il fatto non sussiste', per il funzionario del Prap Marchiandi. 18 luglio 2016: la terza corte d'assise di appello assolve, "perche' il fatto non sussiste", i cinque medici del Pertini. 4 ottobre 2016: incidente probatorio sulle cause della morte di Cucchi; il 'pool' di periti nominato dal gip esclude un nesso tra il violento pestaggio e il decesso. La causa "dotata di maggiore forza e attendibilita'" e' ritenuta un improvviso attacco di epilessia. 17 gennaio 2017: la procura di Roma chiude l'inchiesta bis contestando il reato di omicidio preterintenzionale a tre carabinieri (Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco) e negando che la causa della morte sia l'epilessia. Falso (per Tedesco e il comandante della stazione Appia Roberto Mandolini) e calunnia ai danni della polizia penitenziaria (per Tedesco, Mandolini e Vincenzo Nicolardi) sono gli altri reati contestati. 4 luglio 2017: diventa definitiva l'assoluzione del funzionario del Prap, Claudio Marchiandi, grazie alla prima sezione penale della Cassazione. 10 luglio 2017: il gup Cinzia Parasporo rinvia a giudizio davanti alla corte d'assise i cinque carabinieri. 29 ottobre 2018: entra nel vivo, davanti alla corte d'assise d'appello, il terzo processo di secondo grado ai medici del Pertini dopo un secondo annullamento dell'assoluzione da parte della Cassazione: sul banco degli imputati, anche se l'accusa di omicidio colposo e' ormai prescritta, continuano a figurare il primario Aldo Fierro e i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo che ebbero in cura Cucchi. 19 marzo 2019: chiusa l'inchiesta nei confronti di otto militari dell'Arma per i falsi e i depistaggi compiuti tra il 2009 e il 2015. (AGI) Cop (Segue) 141542 NOV 19 NNNN
MAFIA: BORSELLINO 'QUATER', IL MISTERO DELL'AGENDA ROSSA CHE DURA DA 27 ANNI/ADNKRONOS =
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 16.55.49
MAFIA: BORSELLINO 'QUATER', IL MISTERO DELL'AGENDA ROSSA CHE DURA DA 27 ANNI/ADNKRONOS =
ADN1300 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RSI MAFIA: BORSELLINO 'QUATER', IL MISTERO DELL'AGENDA ROSSA CHE DURA DA 27 ANNI/ADNKRONOS = Dopo la strage di Capaci il giudice aveva iniziato a scrivere appunti. Non si è mai saputo su cosa Palermo, 14 nov. (Adnkronos) - (di Elvira Terranova) - Un mistero lungo 27 anni. Un vero e proprio buco nero. Destinato, forse, a non trovare soluzione. Un'agenda dell'Arma dei Carabinieri, con la copertina rossa e rigida, diventata suo malgrado, il fulcro di un mistero irrisolto. Si tratta dell'agenda che il giudice Paolo Borsellino teneva sempre con se. Non se ne separava mai. Eppure, dopo la strage in cui fu ucciso insieme con i cinque agenti della scorta, avuta in dono all'inizio dell'anno, non è mai stata ritrovata. Secondo quanto raccontato dai suoi più stretti collaboratori, e dopo l'attentato a Giovanni Falcone, il giudice aveva iniziato a scrivere una serie di appunti. Ma cosa c'era scritto? Nessun lo saprà mai. Forse. Secondo il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, come ha ripetuto più volte, "c'era qualcuno che aspettava per fare sparire l'agenda rossa e per impadronirsene". Per il fratello del giudice "quell'agenda è stata sottratta perché doveva servire per gestire i ricatti incrociati con i nomi". E ha sempre sottolineato "una scellerata congiura del silenzio che è durata per 20 anni". L'agenda rossa è stata anche citata più volte nella sentenza di primo grado del processo 'Borsellino quater'. I giudici della Corte d'assise di Caltanissetta, parlano di "connessione" quando si riferiscono ai "collegamenti" tra la scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino e il depistaggio di Stato nelle indagini sulla strage di via d'Amelio. Un depistaggio che - come aveva ribadito in Commissione antimafia il pm Nino Di Matteo, oggi consigliere del Csm- era iniziato subito dopo la strage (due anni prima dal momento in cui Di Matteo si era occupato delle indagini) per creare prove false, con una sorta di ''fonte'' della Polizia capace di fornire notizie, anche vere, da mettere in bocca al ''pupo'' Vincenzo Scarantino. Per i giudici di primo grado, l'ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera per i giudici ebbe un ''ruolo fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia ed è stato altresì intensamente coinvolto nella sparizione dell'agenda rossa''. Nel 2010 sul conto dell'ex Dirigente della Mobile di Palermo era emerso un dato inquietante e cioè che La Barbera era stato affiliato al Sisde dall'86 all'88 con il nome in codice di ''Rutilius''. Un'affiliazione avvenuta grazie all'interessamento del suo amico all'interno del Servizio civile, Luigi De Sena. Quella collaborazione evidentemente non si era interrotta nel 1988, tanto che la procura di Caltanissetta lo aveva definito un ''protagonista assoluto dell'intera attività di depistaggio'' nelle indagini su via d'Amelio. (segue) (Ter/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-19 16:55 NNNN
MAFIA: BORSELLINO 'QUATER', IL MISTERO DELL'AGENDA ROSSA CHE DURA DA 27 ANNI/ADNKRONOS =
ADN1300 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RSI MAFIA: BORSELLINO 'QUATER', IL MISTERO DELL'AGENDA ROSSA CHE DURA DA 27 ANNI/ADNKRONOS = Dopo la strage di Capaci il giudice aveva iniziato a scrivere appunti. Non si è mai saputo su cosa Palermo, 14 nov. (Adnkronos) - (di Elvira Terranova) - Un mistero lungo 27 anni. Un vero e proprio buco nero. Destinato, forse, a non trovare soluzione. Un'agenda dell'Arma dei Carabinieri, con la copertina rossa e rigida, diventata suo malgrado, il fulcro di un mistero irrisolto. Si tratta dell'agenda che il giudice Paolo Borsellino teneva sempre con se. Non se ne separava mai. Eppure, dopo la strage in cui fu ucciso insieme con i cinque agenti della scorta, avuta in dono all'inizio dell'anno, non è mai stata ritrovata. Secondo quanto raccontato dai suoi più stretti collaboratori, e dopo l'attentato a Giovanni Falcone, il giudice aveva iniziato a scrivere una serie di appunti. Ma cosa c'era scritto? Nessun lo saprà mai. Forse. Secondo il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, come ha ripetuto più volte, "c'era qualcuno che aspettava per fare sparire l'agenda rossa e per impadronirsene". Per il fratello del giudice "quell'agenda è stata sottratta perché doveva servire per gestire i ricatti incrociati con i nomi". E ha sempre sottolineato "una scellerata congiura del silenzio che è durata per 20 anni". L'agenda rossa è stata anche citata più volte nella sentenza di primo grado del processo 'Borsellino quater'. I giudici della Corte d'assise di Caltanissetta, parlano di "connessione" quando si riferiscono ai "collegamenti" tra la scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino e il depistaggio di Stato nelle indagini sulla strage di via d'Amelio. Un depistaggio che - come aveva ribadito in Commissione antimafia il pm Nino Di Matteo, oggi consigliere del Csm- era iniziato subito dopo la strage (due anni prima dal momento in cui Di Matteo si era occupato delle indagini) per creare prove false, con una sorta di ''fonte'' della Polizia capace di fornire notizie, anche vere, da mettere in bocca al ''pupo'' Vincenzo Scarantino. Per i giudici di primo grado, l'ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera per i giudici ebbe un ''ruolo fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia ed è stato altresì intensamente coinvolto nella sparizione dell'agenda rossa''. Nel 2010 sul conto dell'ex Dirigente della Mobile di Palermo era emerso un dato inquietante e cioè che La Barbera era stato affiliato al Sisde dall'86 all'88 con il nome in codice di ''Rutilius''. Un'affiliazione avvenuta grazie all'interessamento del suo amico all'interno del Servizio civile, Luigi De Sena. Quella collaborazione evidentemente non si era interrotta nel 1988, tanto che la procura di Caltanissetta lo aveva definito un ''protagonista assoluto dell'intera attività di depistaggio'' nelle indagini su via d'Amelio. (segue) (Ter/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-19 16:55 NNNN
INTERNET: DOMANI A ROMA CONVEGNO E GUIDA SUI RAGAZZI IN WEB =
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 16.29.30
INTERNET: DOMANI A ROMA CONVEGNO E GUIDA SUI RAGAZZI IN WEB =
ADN1170 7 CRO 0 ADN CRO RLA INTERNET: DOMANI A ROMA CONVEGNO E GUIDA SUI RAGAZZI IN WEB = Evento organizzato da Anci, Polizia, Società di pediatria, Google e UniCredit Roma, 14 nov. (Adnkronos) - Anci, Polizia di Stato, Società italiana di pediatria, Google e UniCredit, tutti insieme per "favorire un uso positivo del web". Domani a Roma, al teatro Sala Umberto alle 9.30, sarà presentata la guida 'In rete con i ragazzi' e la formazione itinerante rivolta a insegnanti, pediatri e genitori. "Mancanza di concentrazione, bruciore agli occhi, dolori a collo e schiena, difficoltà a prendere sonno sono alcuni dei disturbi più diffusi che affliggono gli adolescenti di oggi nel nostro Paese, anche i più piccoli", sottolineano gli organizzatori. Disturbi nuovi, legati alle tante ore passate davanti agli schermi, smartphone per primi. A confessarlo sono stati direttamente i diecimila ragazzi tra i 9 e i 18 anni intervistati da Skuola.net per il progetto 'In rete con i ragazzi', i cui contenuti e i risultati dell'indagine saranno illustrati durante il convegno cui parteciperanno fra gli altri il prefetto Franco Gabrielli capo della Polizia, il presidente dell'Anci Antonio Decaro sindaco di Bari, il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani, il direttore della Polizia postale e delle comunicazioni Nunzia Ciardi. (Cro/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-19 16:29 NNNN
INTERNET: DOMANI A ROMA CONVEGNO E GUIDA SUI RAGAZZI IN WEB =
ADN1170 7 CRO 0 ADN CRO RLA INTERNET: DOMANI A ROMA CONVEGNO E GUIDA SUI RAGAZZI IN WEB = Evento organizzato da Anci, Polizia, Società di pediatria, Google e UniCredit Roma, 14 nov. (Adnkronos) - Anci, Polizia di Stato, Società italiana di pediatria, Google e UniCredit, tutti insieme per "favorire un uso positivo del web". Domani a Roma, al teatro Sala Umberto alle 9.30, sarà presentata la guida 'In rete con i ragazzi' e la formazione itinerante rivolta a insegnanti, pediatri e genitori. "Mancanza di concentrazione, bruciore agli occhi, dolori a collo e schiena, difficoltà a prendere sonno sono alcuni dei disturbi più diffusi che affliggono gli adolescenti di oggi nel nostro Paese, anche i più piccoli", sottolineano gli organizzatori. Disturbi nuovi, legati alle tante ore passate davanti agli schermi, smartphone per primi. A confessarlo sono stati direttamente i diecimila ragazzi tra i 9 e i 18 anni intervistati da Skuola.net per il progetto 'In rete con i ragazzi', i cui contenuti e i risultati dell'indagine saranno illustrati durante il convegno cui parteciperanno fra gli altri il prefetto Franco Gabrielli capo della Polizia, il presidente dell'Anci Antonio Decaro sindaco di Bari, il presidente della Società italiana di pediatria Alberto Villani, il direttore della Polizia postale e delle comunicazioni Nunzia Ciardi. (Cro/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-19 16:29 NNNN
TAV: PIANESE (COISP), 'BASTA CONDANNARE POLIZIA E GIUSTIFICARE VIOLENTI' =
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 11.52.35
TAV: PIANESE (COISP), 'BASTA CONDANNARE POLIZIA E GIUSTIFICARE VIOLENTI' =
ADN0404 7 CRO 0 ADN CRO NAZ TAV: PIANESE (COISP), 'BASTA CONDANNARE POLIZIA E GIUSTIFICARE VIOLENTI' = Roma, 14 nov. (Adnkronos) - ''Siamo davvero stanchi e indignati: il nostro lavoro non può essere costantemente squalificato e addirittura criminalizzato da quelle stesse istituzioni per le quali ci impegniamo quotidianamente. Pronunciamenti come questo mettono sul banco degli imputati i poliziotti che fanno il proprio dovere mentre giustificano i violenti''. Così Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, commenta la decisione della Cassazione rispetto a uno stralcio del processo ai No Tav che parteciparono alla prima manifestazione del 2011 in Valle di Susa. ''Le attenuati che vengono prospettate per i soggetti imputati - prosegue - sono una vera e propria offesa ai tantissimi colleghi che, in quella manifestazione, hanno dovuto fronteggiare situazioni complesse e difficili mettendo a rischio la propria incolumità: 200 di loro sono stati feriti. Vale la pena ricordare a tutti che quegli agenti non erano lì perché non avevano altro da fare, ma erano stati schierati a tutela di un sito e dell'ordine pubblico. Ecco perché è intollerabile che si cerchino scusanti e attenuanti per chi ha partecipato alla manifestazione con il volto coperto, lanciando sassi e bombe carta contro le divise". "Voler ricercare nel comportamento delle Forze dell'Ordine in presidio al cantiere dei 'fatti ingiusti' che giustificherebbero lo 'stato d'ira' dei manifestanti violenti significa mettere noi sul banco degli imputati e classificare i facinorosi come vittime. Né è tollerabile - continua Pianese - che si possa paventare l'attenuante di azioni compiute sulla scia della 'suggestione di una folla in tumulto'. A questo punto tanto vale mettere nero su bianco che chi scende in piazza e attacca gli agenti ha sempre ragione mentre la Polizia ha sempre torto. È attraverso casi come questo che si è diffusa l'idea che assalire uomini e donne in divisa non comporti alcuna ripercussione. E le conseguenze sono, drammaticamente, sotto gli occhi di tutti'', conclude. (Cro/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-19 11:52 NNNN
TAV: PIANESE (COISP), 'BASTA CONDANNARE POLIZIA E GIUSTIFICARE VIOLENTI' =
ADN0404 7 CRO 0 ADN CRO NAZ TAV: PIANESE (COISP), 'BASTA CONDANNARE POLIZIA E GIUSTIFICARE VIOLENTI' = Roma, 14 nov. (Adnkronos) - ''Siamo davvero stanchi e indignati: il nostro lavoro non può essere costantemente squalificato e addirittura criminalizzato da quelle stesse istituzioni per le quali ci impegniamo quotidianamente. Pronunciamenti come questo mettono sul banco degli imputati i poliziotti che fanno il proprio dovere mentre giustificano i violenti''. Così Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, commenta la decisione della Cassazione rispetto a uno stralcio del processo ai No Tav che parteciparono alla prima manifestazione del 2011 in Valle di Susa. ''Le attenuati che vengono prospettate per i soggetti imputati - prosegue - sono una vera e propria offesa ai tantissimi colleghi che, in quella manifestazione, hanno dovuto fronteggiare situazioni complesse e difficili mettendo a rischio la propria incolumità: 200 di loro sono stati feriti. Vale la pena ricordare a tutti che quegli agenti non erano lì perché non avevano altro da fare, ma erano stati schierati a tutela di un sito e dell'ordine pubblico. Ecco perché è intollerabile che si cerchino scusanti e attenuanti per chi ha partecipato alla manifestazione con il volto coperto, lanciando sassi e bombe carta contro le divise". "Voler ricercare nel comportamento delle Forze dell'Ordine in presidio al cantiere dei 'fatti ingiusti' che giustificherebbero lo 'stato d'ira' dei manifestanti violenti significa mettere noi sul banco degli imputati e classificare i facinorosi come vittime. Né è tollerabile - continua Pianese - che si possa paventare l'attenuante di azioni compiute sulla scia della 'suggestione di una folla in tumulto'. A questo punto tanto vale mettere nero su bianco che chi scende in piazza e attacca gli agenti ha sempre ragione mentre la Polizia ha sempre torto. È attraverso casi come questo che si è diffusa l'idea che assalire uomini e donne in divisa non comporti alcuna ripercussione. E le conseguenze sono, drammaticamente, sotto gli occhi di tutti'', conclude. (Cro/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-19 11:52 NNNN
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 10.36.54
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri Attese le decisioni della corte d'assise e dell'appello di Roma Roma, 14 nov. (askanews) - Oggi è il giorno delle sentenze, delle decisioni giudiziarie che potrebbero rimettere a posto al memoria di Stefano Cucchi, il giovane geometra arrestato per droga nell'ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel padiglione penitenziario dell'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma. A Rebibbia, nell'aula bunker, sono entrati in camera di consiglio di giudici della corte d'assise nel processo a cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale. A piazzale Clodio, invece, nell'edificio bianco della corte d'appello è atteso il verdetto in cui gli imputati sono cinque medici del reparto di detenzione del 'Pertini´. Il collegio, presieduto da Vincenzo Capozza, potrebbe comunicare la sentenza "verso le 18" e comunque nella serata di oggi. Secondo la pubblica accusa - si aggiunge - per le contestazioni di omicidio preterintenzionale e abuso d'autorità vuole il riconoscimento della penale responsabilità per Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro con una pena a 18 anni di reclusione; per il carabiniere Francesco Tedesco, imputato-accusatore, ha chiesto l'assoluzione dall'omicidio preterintenzionale e tre anni e mezzo di reclusione per l'accusa di falso; 8 anni di reclusione per falso sono stati richiesti per il maresciallo Roberto Mandolini; mentre per l'ulteriore imputazione di calunnia, contestata al carabiniere Vincenzo Nicolardi e ai colleghi Tedesco e Mandolini, il pm ha sollecitato una sentenza di non procedibilità per prescrizione del reato. Nel filone in cui sono chiamati in causa i medici si riparte dopo una decisione della Cassazione ed una superperizia che ha indicato una strada molto diversa rispetto alle attese. Oggi attendono di avere un responso il primario del Reparto di medicina protetta dell'Ospedale Pertini, Aldo Fierro, e altri quattro medici, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Tutti furono portati a processo inizialmente per l'accusa di abbandono d'incapace (nello stesso processo c'erano imputati anche tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria, assolti in via definitiva): dopo la condanna, nel giugno 2013, per il reato di omicidio colposo, gli stessi medici sono stati poi assolti in appello. Dopo che la Suprema corte ha disposto il rinvio per una nuova attività dibattimentale il pg Mario Remus ha chiesto una dichiarazione di prescrizione, i difensori, l'assoluzione; domani anche per loro ci sarà la sentenza. "Oggi è un giorno importante", ha detto l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo. Il penalista Stefano Maccioni, che assiste la mamma del ragazzo la signora Rita Calore, ha aggiunto: "Ci attendiamo giustizia". Non finirà comunque oggi perché per i carabinieri è solo il primo grado e perché c'è terzo processo, istruito nei confronti di otto alti ufficiali dell'Arma per i depistaggi che secondo l'accusa sarebbero stati compiuti nel 2009 e nel 2015, ma in quel caso non è stata ancora aperta l'istruttoria dibattimentale. Nav 20191114T103643Z
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri
Cucchi, oggi il giorno delle sentenze: per medici e carabinieri Attese le decisioni della corte d'assise e dell'appello di Roma Roma, 14 nov. (askanews) - Oggi è il giorno delle sentenze, delle decisioni giudiziarie che potrebbero rimettere a posto al memoria di Stefano Cucchi, il giovane geometra arrestato per droga nell'ottobre 2009 e morto una settimana dopo nel padiglione penitenziario dell'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma. A Rebibbia, nell'aula bunker, sono entrati in camera di consiglio di giudici della corte d'assise nel processo a cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale. A piazzale Clodio, invece, nell'edificio bianco della corte d'appello è atteso il verdetto in cui gli imputati sono cinque medici del reparto di detenzione del 'Pertini´. Il collegio, presieduto da Vincenzo Capozza, potrebbe comunicare la sentenza "verso le 18" e comunque nella serata di oggi. Secondo la pubblica accusa - si aggiunge - per le contestazioni di omicidio preterintenzionale e abuso d'autorità vuole il riconoscimento della penale responsabilità per Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro con una pena a 18 anni di reclusione; per il carabiniere Francesco Tedesco, imputato-accusatore, ha chiesto l'assoluzione dall'omicidio preterintenzionale e tre anni e mezzo di reclusione per l'accusa di falso; 8 anni di reclusione per falso sono stati richiesti per il maresciallo Roberto Mandolini; mentre per l'ulteriore imputazione di calunnia, contestata al carabiniere Vincenzo Nicolardi e ai colleghi Tedesco e Mandolini, il pm ha sollecitato una sentenza di non procedibilità per prescrizione del reato. Nel filone in cui sono chiamati in causa i medici si riparte dopo una decisione della Cassazione ed una superperizia che ha indicato una strada molto diversa rispetto alle attese. Oggi attendono di avere un responso il primario del Reparto di medicina protetta dell'Ospedale Pertini, Aldo Fierro, e altri quattro medici, Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Tutti furono portati a processo inizialmente per l'accusa di abbandono d'incapace (nello stesso processo c'erano imputati anche tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria, assolti in via definitiva): dopo la condanna, nel giugno 2013, per il reato di omicidio colposo, gli stessi medici sono stati poi assolti in appello. Dopo che la Suprema corte ha disposto il rinvio per una nuova attività dibattimentale il pg Mario Remus ha chiesto una dichiarazione di prescrizione, i difensori, l'assoluzione; domani anche per loro ci sarà la sentenza. "Oggi è un giorno importante", ha detto l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo. Il penalista Stefano Maccioni, che assiste la mamma del ragazzo la signora Rita Calore, ha aggiunto: "Ci attendiamo giustizia". Non finirà comunque oggi perché per i carabinieri è solo il primo grado e perché c'è terzo processo, istruito nei confronti di otto alti ufficiali dell'Arma per i depistaggi che secondo l'accusa sarebbero stati compiuti nel 2009 e nel 2015, ma in quel caso non è stata ancora aperta l'istruttoria dibattimentale. Nav 20191114T103643Z
Web: da mal di schiena a insonnia, guida Polizia-Pediatri per adolescenti =
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 12.35.20
Web: da mal di schiena a insonnia, guida Polizia-Pediatri per adolescenti =
(AGI) - Roma, 14 nov. - Mancanza di concentrazione, bruciore agli occhi, dolori a collo e schiena, difficolta' a prendere sonno. Sono questi alcuni dei disturbi, i piu' diffusi, che affliggono gli adolescenti di oggi nel nostro Paese. Anche i piu' piccoli. Disturbi nuovi, legati alle tante ore passate davanti agli schermi, smartphone per primi. A confessarlo sono stati direttamente loro, 10mila ragazzi tra i 9 e i 18 anni (circa 4mila tra i 9 e i 14 anni) intervistati da Skuola.net per il progetto "In rete con i ragazzi" realizzato da Polizia di Stato, Societa' Italiana di Pediatria, Anci, Google e Unicredit Foundation. I contenuti del progetto e i risultati dell'indagine saranno illustrati durante il convegno "In rete con i ragazzi, guida all'educazione digitale" che si terra' a Roma, domani dalle ore 9:30, presso il Teatro Sala Umberto. All'iniziativa prenderanno parte il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente della Societa' Italiana di Pediatria Alberto Villani, il presidente dell'Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, il direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni Nunzia Ciardi, Giorgia Abeltino di Google e Maurizio Beretta Presidente di Unicredit Foundation. Nel corso della giornata sara' presentata una guida all'educazione digitale promossa da Polizia Postale e delle Comunicazioni, Societa' Italiana di Pediatria, Anci, Google e UniCredit Foundation rivolta a genitori, insegnanti e pediatri di ragazzi di 9-14 anni, che affronta i diversi aspetti utili a favorire una navigazione sicura. (AGI) Pgi 141234 NOV 19 NNNN
Web: da mal di schiena a insonnia, guida Polizia-Pediatri per adolescenti =
(AGI) - Roma, 14 nov. - Mancanza di concentrazione, bruciore agli occhi, dolori a collo e schiena, difficolta' a prendere sonno. Sono questi alcuni dei disturbi, i piu' diffusi, che affliggono gli adolescenti di oggi nel nostro Paese. Anche i piu' piccoli. Disturbi nuovi, legati alle tante ore passate davanti agli schermi, smartphone per primi. A confessarlo sono stati direttamente loro, 10mila ragazzi tra i 9 e i 18 anni (circa 4mila tra i 9 e i 14 anni) intervistati da Skuola.net per il progetto "In rete con i ragazzi" realizzato da Polizia di Stato, Societa' Italiana di Pediatria, Anci, Google e Unicredit Foundation. I contenuti del progetto e i risultati dell'indagine saranno illustrati durante il convegno "In rete con i ragazzi, guida all'educazione digitale" che si terra' a Roma, domani dalle ore 9:30, presso il Teatro Sala Umberto. All'iniziativa prenderanno parte il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente della Societa' Italiana di Pediatria Alberto Villani, il presidente dell'Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, il direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni Nunzia Ciardi, Giorgia Abeltino di Google e Maurizio Beretta Presidente di Unicredit Foundation. Nel corso della giornata sara' presentata una guida all'educazione digitale promossa da Polizia Postale e delle Comunicazioni, Societa' Italiana di Pediatria, Anci, Google e UniCredit Foundation rivolta a genitori, insegnanti e pediatri di ragazzi di 9-14 anni, che affronta i diversi aspetti utili a favorire una navigazione sicura. (AGI) Pgi 141234 NOV 19 NNNN
ANSA/ Ostacolavano farmaco economico, indagati dirigenti Aifa
GIOVEDÌ 14 NOVEMBRE 2019 13.58.17
>>>ANSA/ Ostacolavano farmaco economico, indagati dirigenti Aifa
ZCZC4479/SXB XCI05086_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB >>>ANSA/ Ostacolavano farmaco economico, indagati dirigenti Aifa Danno a Ssn per 200 milioni, nel 2014 arrivo' anche multa Garante (di Domenico Palesse) (ANSA) - ROMA, 14 NOV - Erano riusciti a limitare la prescrizione del farmaco piu' economico a favore di quello piu' costoso procurando un danno all'erario quantificato in 200 milioni di euro, pari ai maggiori costi sostenuti dal Sistema Sanitario Nazionale. Per questo alcuni dirigenti dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, sono stati indagati dalla Corte di Conti del Lazio insieme con i membri pro-tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica della stessa Agenzia. Gli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma, coordinati dal procuratore regionale della Corte dei Conti Andrea Lupi e dal viceprocuratore Massimo Perin, avrebbero consentito di accertare che i farmaci 'Avastin' e 'Lucentis', entrambi usati per alcune malattie oculari, avevano la stessa equivalenza terapeutica, come dimostrato da una serie di studi comparativi. Ma nonostante questo, il primo non e' stato inserito tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale fino al 2014 e sono state imposte una serie di "ingiustificate limitazioni" al suo utilizzo almeno fino al 2017, causando un aggravio di spesa per lo Stato. Alla somma di 200 milioni di e' arrivati calcolando la differenza di prezzo tra i farmaci - tra i 600 e i 730 euro per singola dose - messi in relazione con il numero di trattamenti che sono stati effettuati con il Lucentis anziche' con l'Avastin. I dirigenti dell'Aifa e i componenti della Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia hanno ora 60 giorni di tempo per fornire la loro versione alla Corte dei Conti. Sulla vendita dei due farmaci si e' pronunciato nel 2014 anche il Garante per la concorrenza multando le due case farmaceutiche produttrici, Roche e Novartis, con una sanzione di oltre 180 milioni per aver creato una sorta di 'cartello', decidendo una differenziazione dei prodotti che in realta' era artificiosa. "I due gruppi - si legge nel documento dell'Authority - si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della piu' diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto piu' costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti". "Le condotte delle imprese - spiegava il Garante - trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perche' attraverso la sua controllata Genentech - che ha sviluppato entrambi i farmaci - ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis. Quest'ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall'incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%". La sanzione dell'Antitrust e' stata di recente confermata da una sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso delle due aziende farmaceutiche condannandole anche al pagamento delle spese.(ANSA). PD 14-NOV-19 13:57 NNNN
>>>ANSA/ Ostacolavano farmaco economico, indagati dirigenti Aifa
ZCZC4479/SXB XCI05086_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB >>>ANSA/ Ostacolavano farmaco economico, indagati dirigenti Aifa Danno a Ssn per 200 milioni, nel 2014 arrivo' anche multa Garante (di Domenico Palesse) (ANSA) - ROMA, 14 NOV - Erano riusciti a limitare la prescrizione del farmaco piu' economico a favore di quello piu' costoso procurando un danno all'erario quantificato in 200 milioni di euro, pari ai maggiori costi sostenuti dal Sistema Sanitario Nazionale. Per questo alcuni dirigenti dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, sono stati indagati dalla Corte di Conti del Lazio insieme con i membri pro-tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica della stessa Agenzia. Gli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma, coordinati dal procuratore regionale della Corte dei Conti Andrea Lupi e dal viceprocuratore Massimo Perin, avrebbero consentito di accertare che i farmaci 'Avastin' e 'Lucentis', entrambi usati per alcune malattie oculari, avevano la stessa equivalenza terapeutica, come dimostrato da una serie di studi comparativi. Ma nonostante questo, il primo non e' stato inserito tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale fino al 2014 e sono state imposte una serie di "ingiustificate limitazioni" al suo utilizzo almeno fino al 2017, causando un aggravio di spesa per lo Stato. Alla somma di 200 milioni di e' arrivati calcolando la differenza di prezzo tra i farmaci - tra i 600 e i 730 euro per singola dose - messi in relazione con il numero di trattamenti che sono stati effettuati con il Lucentis anziche' con l'Avastin. I dirigenti dell'Aifa e i componenti della Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia hanno ora 60 giorni di tempo per fornire la loro versione alla Corte dei Conti. Sulla vendita dei due farmaci si e' pronunciato nel 2014 anche il Garante per la concorrenza multando le due case farmaceutiche produttrici, Roche e Novartis, con una sanzione di oltre 180 milioni per aver creato una sorta di 'cartello', decidendo una differenziazione dei prodotti che in realta' era artificiosa. "I due gruppi - si legge nel documento dell'Authority - si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della piu' diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto piu' costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti". "Le condotte delle imprese - spiegava il Garante - trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perche' attraverso la sua controllata Genentech - che ha sviluppato entrambi i farmaci - ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis. Quest'ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall'incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%". La sanzione dell'Antitrust e' stata di recente confermata da una sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso delle due aziende farmaceutiche condannandole anche al pagamento delle spese.(ANSA). PD 14-NOV-19 13:57 NNNN
mercoledì 13 novembre 2019
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