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mercoledì 15 settembre 2010

L'appello da Pollica: lo Stato deve fare di più


Manifestazione della Cgil nel piccolo comune del Cilento per il sindaco Angelo Vassallo, ucciso dalla camorra
di M.M.
Lo Stato non può e non deve ritirasi dal territorio, deve garantire a tutti di essere cittadini e non sudditi, deve far rispettare le regole e l'uguaglianza. Altrimenti si arriva alla logica della violenza. Oggi siamo commossi, ma anche indignati e pronti a batterci per la legalità. Susanna Camusso, vicesegretaria generale della Cgil, ha concluso così la manifestazione promossa dal sindacato di Corso Italia che si è svolta oggi (15 settembre) a Pollica, dieci giorni dopo l'assassinio del sindaco Angelo Vassallo. Le sue parole sono servite per evidenziare il filo che ha legato tutti gli interventi: difendere l'idea di comunità sul territorio. "Perché - si è chiesta - nei luoghi di lavoro non c'è razzismo e nel territorio sì? La risposta è semplice, non c'è più l'idea che si può crescere insieme". Qui il riferimento va anche alla politica, che "può fare cose straordinarie, può dare il primo esempio, ma non con la logica dell'individualismo, o berlusconismo, che tanti guasti ha prodotto".

Nel corso della mattinata hanno preso la parola magistrati, sindacalisti, esponenti delle istituzioni e della società civile. Rosaria De Cicco, attrice, ha letto un testo scritto sulla morte del sindaco. Sono intervenuti anche don Tonino Palmese, referente di Libera Campania, oltre al vicesindaco di Pollica, Stefano Pisani. "Quando la politica si mette contro diventa primo bersaglio delle mafie", ha osservato il deputato dell'Italia dei valori Luigi De Magistris in un messaggio audio: "Si deve recidere il legame tra mafie e istituzioni, bisogna colpire i patrimoni dei mafiosi. Ma questo può e deve farlo proprio la politica. Altrimenti ci sono bersagli indifeso, senza tutela, come è stato Vassallo.

Pino Narducci
, sostituto procuratore di Napoli, ha chiesto che tutti concorrano a cambiare il clima in cui può maturare un delitto come questo. "Secondo Andreotti, Ambrosoli se l'è cercata, ma così si assume un comportamento anomalo, eccessivo", prevale l'idea che "conviene non vedere, girarsi dall'altra parte". Il rischio, ha aggiunto, "è che si facciano gli interessi delle consorterie malavitose, come con la celebrazione di Mangano. In fondo è vero, Angelo Vassallo questa morte se l'è cercata, ma proprio perché non si è girato dall'altra parte, lui ha scelto di difendere la propria comunità da interessi privati".

Antonio Valiante, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, ha parlato per la prima volta in pubblico, non senza commozione, dopo l'uccisione del sindaco di Pollica: "Quel giorno siamo stati insieme - ricorda - , abbiamo parlato del Parco. Lui era abbastanza deluso di come andavano le cose. La sua ossessione costante era di portare all'esterno la specificità del Cilento. Mi auguro che l'emotività suscitata da questa vicenda si trasformi in capacità di ragionare, difendendo l'identità e l'autonomia del territorio, e se vogliamo anche in rabbia. Ma un sindaco da solo non può farcela, la tutela si può ottenere solo se stiamo insieme".

Poi è stato il turno di Claudio Giardullo, segretario generale del Silp Cgil. Il leader del sindacato dei poliziotti ha chiesto una grande mobilitazione civile e spingere per avere una reazione da parte dello Stato che parta dalla consapevolezza della gravità di questo episodio. L'ultima uccisione di un sindaco in carica - ha ricordato - risale a oltre vent'anni fa, accadde a Gioia Tauro. "Questa estate abbiamo visto bombe davanti agli uffici giudiziari e intimidazioni al procuratore di Reggio Calabria. La criminalità organizzata sta reagendo, per cui sbaglia chi cerca di minimizzare. Lo dico senza voler fare polemica, l'atteggiamento del governo non è sufficiente".

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