Leopoldo Tartaglia - Andrea Amaro. |
Il Referendum sul nucleare: rispettare il voto degli italiani all'estero |
Il Governo italiano, nell'ansia di sottrarre agli elettori il diritto di potersi pronunciare sul quesito referendario relativo alla produzione di energia attraverso il nucleare, ha combinato un enorme pasticcio. Infatti, con la modifica della legislazione in vigore, approvata con il voto di fiducia dieci giorni fa, il Governo ha tentato di fare saltare il referendum sul nucleare, senza tenere conto delle scadenze elettorali previste dalla legge, ed in particolare del fatto che gli italiani all'estero, chiamati ad esprimersi con il voto per corrispondenza, avrebbero ricevuto i documenti elettorali a partire dagli ultimi dieci giorni di maggio con l'obbligo di restituire le schede votate non oltre il 9 Giugno, per essere inoltrate in Italia ed essere scrutinate assieme alle altre. La Corte di Cassazione, che si è pronunciata in tempi ragionevolmente rapidi, ha invece riconosciuto la legittimità del referendum sul nucleare, richiedendo però la riformulazione del quesito che compare sulla scheda. Questa modifica è possibile per l'Italia ma non è possibile per gli italiani all'estero, non soltanto perché una parte di loro ha già votato, ma sopratutto per l'impossibilità di inviare nei tempi previsti nuove schede contenenti la riformulazione del quesito sul nucleare. Quando si è montato questo pasticcio il Governo ha ignorato, consapevolmente, la legislazione del voto all'estero, che prevede tempi e modalità diverse dal voto in Italia. Dov'erano il Ministro degli interni ed il Ministro degli esteri che questa legge conosco e dovrebbero applicare ? Forse, più semplicemente, anche per questa materia, dei connazionali all'estero non gliene importa niente, come avviene con i tagli alla spesa per la lingua e la cultura, per l'assistenza o per i tagli ai servizi consolari. Peggio, forse si voleva usare strumentalmente questo “pasticcio” per compromettere la consultazione. Invitiamo tutti i connazionali all'estero a votare quattro SI' e rispedire tutte e quattro le schede in loro possesso, debitamente votate. Non potremo in ogni caso accettare qualsiasi tentativo di scippare un diritto costituzionale a cittadini italiani che sono pari a tutti gli altri. Va garantito il rispetto del voto espresso dagli italiani all'estero, seguendo la logica della sentenza della Cassazione, di trasposizione del voto al quesito riformulato. Chiediamo al Governo di astenersi da ogni ulteriore sabotaggio nei confronti della volontà popolare e alla Magistratura di vigilare sul rispetto della legge. I diritti di tutti e l'impegno profuso anche all'estero dai comitati per i referendum non possono essere calpestati! fonte: Cgil |
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martedì 7 giugno 2011
Il Referendum sul nucleare: rispettare il voto degli italiani all'estero
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