Care e cari tutti,
invio il comunicato dell'Ass.ne
nazionale Giuristi Democratici contro l'ignobile misura contenuta -tra le tante
altre simili- nella "manovra" di un Governo sempre più allo sbando, ma dal segno
sempre inequivocabilmente reazionario.
In calce, trovate anche l'iniziativa
di Progetto Diritti che, sul tema, propone di "inondare" le caselle e-mail dei
componenti la commissione bilancio con un appello a eliminare, in sede di
conversione del decreto, questo sciagurato provvedimento.
Salute
Avv. Cesare Antetomaso
Portavoce Ass. Giuristi Democratici
di Roma
Il decreto legge 98/2001
prevede il versamento del contributo unificato anche per le cause di
lavoro.
I Giuristi Democratici
chiedono l'eliminazione di questa norma e invitano a manifestare contro questa
manovra.
Sappiamo come la gratuità nelle cause
di lavoro fosse già prevista sin dalla legge 319/58, successivamente confermata
dalla legge 533/73 ed ha rappresentato un caposaldo del nostro stato di diritto,
fotografando la situazione di parte debole del lavoratore che, secondo i dettami
della nostra Costituzione, poteva, attraverso la gratuità dell’accesso alla
giustizia, essere messa nelle condizioni di poter tutelare i propri diritti.
A partire dal 2008, sulla questione
della gratuità del processo del lavoro si è verificata una serie di interventi
legislativi principalmente caratterizzati dalla assoluta confusione nella
tecnica normativa del nostro legislatore, ma che, in ogni caso, mirava a
rendere, sotto il profilo del pagamento del contributo unificato, il processo
del lavoro omogeneo agli altri tipi di contenzioso civile.
E così, l’art. 24 del D.Legge 112/08
entrato in vigore il 25/06/2008, all’allegato A) voce 1639, abrogava la legge
319/58, rendendo così obbligatorio il contributo unificato, di importo
variabile, con entrata in vigore di tale obbligo a decorrere dal 180° giorno
successivo alla data di entrata in vigore del decreto legge, e dunque dal
25/12/2008.
A conferma della “distrazione” e
confusione tecnica del legislatore, ricordiamo che la gratuità del processo del
lavoro era stata stabilita anche dal decreto legislativo 533/73, onde
l’abrogazione della voce 1639, allegato A) della legge 319/58, non avrebbe
consentito di instaurare l’obbligo del pagamento del contributo unificato.
Fortunatamente non abbiamo avuto
occasione di occuparci della questione perché, tre giorni prima della scadenza
del termine sopra ricordato, il decreto legge 22/12/2008 n. 200 sopprimeva il
riferimento alla voce 1639 dell’allegato A), così eliminando, in ogni caso,
l’abrogazione della legge 319/58 e ristabilendo la gratuità del processo di
lavoro e previdenza.
Successivamente, però, l’art. 67 bis
del disegno di legge 1441 quater A inseriva nuovamente tra le norme da abrogare,
e non se ne capisce la ragione, la voce 1639 allegato A), che era già stata
soppressa dal decreto legge 200/2008 e contemporaneamente prevedeva che alle
cause di lavoro e previdenza fosse applicato un contributo unificato fisso, pari
a quello previsto per i processi di locazione, e dunque pari a Eur 103,00, con
efficacia, anche qui, a partire dal 180° giorno successivo all’entrata in vigore
della legge.
In sede di discussione in aula, al
Senato, l’art. 67bis sopra ricordato è stato stralciato e dunque, ad oggi, ma
non ci sono certezze sul domani, il processo del lavoro è rimasto gratuito.
Peraltro, con la legge finanziaria
relativa al 2010 (L. 191/2009) è stato previsto il pagamento di un contributo
unificato anche per i processi di lavoro limitatamente ai giudizi di Cassazione
e non se ne comprende la ragione. Sempre per segnalare la confusione tecnica del
legislatore, con detta legge finanziaria è stato abrogato il contributo
unificato di 103,00 euro, previsto dal comma 4 dell’art. 13 del D.P.R. 115/2002
relativo ai processi di locazione che era stato esteso ai processi del lavoro,
peccato che il relativo articolo 67 bis fosse già stato stralciato dalla norma
in esame al Senato.
Dunque, sino a ieri, il processo del
lavoro era gratuito per il primo e il secondo grado e restava sottoposto
all’obbligo di pagamento del contributo unificato per il grado di
Cassazione.
Ora, con l'entrata in vigore del
Decreto Legge 98/2011, tutto il sistema salta e ogni controversia di lavoro é
assoggettata al versamento di un contributo unificato, diversificato secondo il
reddito del lavoratore e secondo il valore della causa.
Si tratta di una modifica epocale,
perché comporterebbe una riduzione drastica del contenzioso, non essendo i
lavoratori, già preoccupati dal rischio della soccombenza per le spese di
giudizio, in grado di affrontare esborsi prima ancora di affrontare la
causa.
La modifica presenta aspetti di
evidente incostituzionalità, laddove si confronta la norma con gli artt. 3,
comma 2, 4, comma 1 e 35 Cost.
È indispensabile attuare
immediatamente una campagna di informazione capillare nei confronti dei
cittadini, per far comprendere la gravità di quanto sta accadendo e per studiare
insieme forme di protesta.
Torino-Padova-Roma-Napoli-Palermo, 7
luglio 2011
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI
DEMOCRATICI
Con il decreto legge già in vigore contenente la manovra finanziaria viene eliminata la gratuità del processo del lavoro e viene previsto il pagamento del contributo unificato nei procedimenti che riguardano il lavoro pubblico e privato.
E’ un attacco gravissimo ai diritti dei lavoratori, già proposto nel 2008 ed allora respinto, e che oggi rischia di passare nel silenzio di tutti.
Ogni controversia di lavoro viene assoggettata al versamento di un contributo unificato, diversificato a seconda del valore della causa e con previsione di esenzione soltanto per i redditi più bassi.
Si mira non solo a far cassa con i soldi dei lavoratori, ma anche ad una riduzione del numero delle vertenze ed a ridurre così le rivendicazioni dei lavoratori, in contrasto con i principi contenuti negli articoli 3, 4 e 24 della Costituzione.
Da lunedì 11 luglio il provvedimento sarà all’esame della Commissione Bilancio del Senato.
Siamo già stati raggiunti da moltissime adesioni al nostro appello all’indirizzo segreteria@progettodiritti.it.
Diffondi questo messaggio.
Puoi inviare direttamente e subito la tua protesta contro questa ingiustizia indirizzandola ai componenti della Commissione Bilancio del Senato e chiedere che –in sede di conversione del decreto– la previsione sui costi del processo del lavoro sia definitivamente accantonata.
Ecco gli indirizzi mail: azzollini_a@posta.senato.it, agostini_m@posta.senato.it, garavaglia_massimo@posta.senato.it,lusi_l@posta.senato.it, carloni_a@posta.senato.it, deangelis_c@posta.senato.it, galioto_v@posta.senato.it, p.giaretta@senato.it,lumia_g@posta.senato.it, mascitelli_a@posta.senato.it, milana_r@posta.senato.it, morando_a@posta.senato.it
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