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giovedì 26 gennaio 2012

GIORNO MEMORIA: A TRIESTE SOLENNE CERIMONIA RISIERA SAN SABBA





GIORNO MEMORIA: A TRIESTE SOLENNE CERIMONIA RISIERA SAN SABBA =
(AGI) - Trieste, 26 gen. - Il momento centrale del programma
per il ''Giorno della Memoria'' - ricorrenza istituita dal
Parlamento italiano, con legge 211 del 20 luglio 2000, per
ricordare l'abbattimento dei cancelli di Auschwitz e lo
sterminio e le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati
militari e politici italiani nei campi nazisti - sara'
celebrato domani a Trieste con un fitto susseguirsi di
appuntamenti che iniziera' alle 9 con la deposizione in via
Coroneo 26 di una corona della Polizia di Stato sulla lapide
che ricorda la prigionia di Giovanni Palatucci ''Questore
Giusto''. Alle 9.30, dalle carceri del Coroneo, partira' la
marcia silenziosa degli ex deportati dal luogo di detenzione
fino alla Stazione Centrale. Alle 10 in via Flavio Gioia sara'
deposta una corona del Comune di Trieste sulla lapide che
ricorda la partenza dei convogli dei deportati verso i campi
nazisti dal settembre 1943 al febbraio 1945. Alle 11 alla
Risiera di San Sabba, si terra' quindi la cerimonia solenne,
alla presenza di autorita' civili, militari e religiose con i
rappresentanti e i labari di vari gruppi, enti e associazioni.
Durante tutto l'arco della giornata potranno essere fatte
visite guidate gratuite e senza prenotazione alla Risiera di
San Sabba. Sempre nell'ambito del programma delle iniziative
promosse dal Comune di Trieste per il ''Giorno della Memoria''
domani a partire dalle 15 nell'aula magna della Scuola
Superiore per Interpreti e Traduttori di via Filzi 14, e'
prevista la diretta radiofonica aperta al pubblico (con
ingresso libero) dello speciale di Radio 3 ''Fahrenheit -
Giorno della Memoria'' che proporra' storie, testimonianze e la
musica dell'''Alfredo Lacosegliaz Patchwork Ensemble''. Alle
15 inoltre al Teatro Miela si terra' il convegno ''Convivere
con Auschwiz'' e alle 17.15 la proiezione del documentario ''La
forza del destino. Ondina Peteani: una vita per la liberta'''.
Ancora alle 17 alla biblioteca Stelio Mattioni di Borgo San
Sergio, recital ''Il cantante nel lager'', la vicenda di Eno
Mucchiutti, baritono ex deportato a Dachau, Mauthausen, Melk,
Ebensee. Altri appuntamenti sono in programma sabato 28
gennaio, alle 18.30, al Teatro Miela con la proiezione del film
''Train de Vie'' e a seguire, alle 21.00, il concerto ''The
Original Klezmer Ensemble e Alexian Group Musica Rom''.
Martedi' 31 gennaio infine alle 21 al Teatro Miela concerto
''Die Goldene Pave''. Tutte le iniziative sono ad ingresso
libero. (AGI)
Ts1
261317 GEN 12

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Giovanni Palatucci


Servo di Dio


Nascita Montella, 31 maggio 1909
Morte Dachau, 10 febbraio 1945
Venerato da Chiesa cattolica
Attributi palma

Giovanni Palatucci (Montella, 31 maggio 1909 – Dachau, 10 febbraio 1945) è stato un poliziotto italiano, commissario di pubblica sicurezza. Medaglia d'oro al merito civile per aver salvato la vita a migliaia di ebrei durante la Seconda guerra mondiale e, per questo, anche nominato Giusto tra le nazioni. È venerato col titolo di Servo di Dio dalla Chiesa cattolica.

Indice [nascondi]
1 Biografia
2 Riconoscimenti
3 Bibliografia
4 Filmografia
5 Note
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni


 Biografia  [modifica]Svolto nel 1930 il servizio militare a Moncalieri come allievo ufficiale di complemento, iscritto al Partito Nazionale Fascista, nel 1932 consegue la laurea in giurisprudenza a Torino. Nel 1936 giura come volontario vice commissario di pubblica sicurezza. Nel 1937 viene trasferito alla questura di Fiume come responsabile dell'ufficio stranieri e poi come commissario e questore reggente.

Nella sua posizione ha modo di conoscere l'impatto che le leggi razziali hanno avuto sulla popolazione ebraica. In quel contesto, cerca di fare quello che la sua posizione gli permette e in una lettera ai genitori scrive: «Ho la possibilità di fare un po' di bene, e i beneficiati da me sono assai riconoscenti. Nel complesso riscontro molte simpatie. Di me non ho altro di speciale da comunicare».

Potendo aiutare gli ebrei a salvarsi dalle persecuzioni, si rifiutò di lasciare il proprio posto anche di fronte a quella che sarebbe stata una promozione a Caserta. Nel marzo del 1939 un primo contingente di 800 ebrei, che sarebbe dovuto essere consegnato alla Gestapo, venne fatto rifugiare nel vescovado di Abbazia grazie alla tempestività con cui Palatucci avvisò il gruppo del pericolo che lo minacciava.

Un calcolo approssimativo ha stimato in circa 5.000 il numero di persone che Giovanni Palatucci aiutò a salvarsi durante tutta la sua permanenza a Fiume.

Nel novembre 1943 Fiume, pur facente parte della Repubblica Sociale Italiana, di fatto entrò a far parte della cosiddetta Adriatisches Küstenland, ossia il "Territorio d'operazioni del litorale Adriatico", controllato direttamente dai nazisti per ragioni d'importanza strategica ed il comando militare della città passò al capitano delle SS Hoepener. Pur avvisato del pericolo che correva personalmente, decise di rimanere al suo posto, far scomparire gli archivi contenenti informazioni sugli ebrei fiumani e salvare più persone possibili.

Il Console Svizzero di Trieste, un suo caro amico, gli offrì un passaggio sicuro verso la Svizzera, offerta che Palatucci accettò ma inviò al suo posto la sua giovane compagna ebrea.[1]

Contattati i partigiani italiani, cercò di coordinare una soluzione politica post-bellica per il territorio di confine fiumano, proponendo l'istituzione di uno "Stato Libero di Fiume", onde evitare che questo territorio, che correva il rischio di dover venir ceduto dall'Italia alla Jugoslavia, mantenesse una sua indipendenza. Le spie tedesche però diedero informazioni sulla sua attività. Per contrastare ulteriormente l'azione dell'amministrazione nazista, vietò il rilascio di certificati alle autorità naziste se non su esplicita autorizzazione, così da poter aver notizia anticipata dei rastrellamenti e poterne dar avviso. Inoltre inviava relazioni ufficiali al governo della Repubblica Sociale Italiana, dalla quale formalmente Fiume dipendeva, pur essendo difatto occupata e controllata direttamente dalle truppe naziste, per segnalare le continue vessazioni, le limitazioni nello svolgere le proprie attività ed il disarmo a cui i poliziotti italiani della questura di Fiume erano stati assoggettati dai tedeschi.

Il 13 settembre 1944 Palatucci viene arrestato da Herbert Kappler, tenente colonnello delle SS, e tradotto nel carcere di Trieste. Il 22 ottobre viene trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau dove morì pochi giorni prima della Liberazione, a soli 36 anni.

 Riconoscimenti  [modifica]Nel 1990 lo Yad Vashem lo giudica Giusto tra le nazioni.
Il 15 maggio 1995 lo Stato italiano gli ha conferito la Medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione:
 Medaglia d'oro al merito civile
 «Funzionario di Polizia, reggente la Questura di Fiume, si prodigava in aiuto di migliaia di ebrei e di cittadini perseguitati, riuscendo ad impedirne l'arresto e la deportazione. Fedele all'impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali continuava, malgrado l'occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all'arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione in un campo di sterminio, ove sacrificava la giovane vita.»
— Dachau – 10 febbraio 1945

Processo di canonizzazione. Il 21 marzo 2000 il Vicariato di Roma ha emesso un Editto per l'apertura del processo di beatificazione di Giovanni Palatucci, avvenuta il 9 ottobre 2002. Inoltre, in occasione della cerimonia ecumenica Giubilare del 7 maggio 2000, papa Giovanni Paolo II lo ha annoverato tra i martiri del XX Secolo; nel 2004 si è conclusa la fase diocesana del processo di canonizzazione ed è stato proclamato Servo di Dio.
Il 29 maggio 2009 è stato emesso un francobollo commemorativo in suo onore[2].
 Bibliografia  [modifica]Goffredo Raimo: A Dachau, per amore. Giovanni Palatucci. Montella (AV) 1992.
Luigi Parente, Francesco Saverio Festa: Giovanni Palatucci. La scelta, le differenze, Mephite, Avellino,2004
Angelo Picariello: Capuozzo, accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci. San Paolo edizioni, Cinisello Balsamo, 2007. La prefazione è di Toni Capuozzo, figlio di un collaboratore di Palatucci; il titolo del libro è ispirato a un episodio toccante che lo vide protagonista, quale destinatario dell'ultimo messaggio di Palatucci dal vagone piombato.
Valentino Izzo, Raccontare Campagna... Il SS. Nome di Dio - 2003
Valentino Izzo, Raccontare Campagna... Le Persone Illustri, 2005
Valentino Izzo, APCF (Antisemitismo, Palatucci, Campagna, Foibe), - 2009
Ugo G. e Silvia Pacifici Noja, Il cacciatore di giusti : storie di non ebrei che salvarono i figli di Israele dalla Shoah , Cantalupa Torinese, Effatà, 2010
Nazareno Giusti, L'ultimo questore. Belforte editori, 2009.
 Filmografia  [modifica]Senza confini, regia di Fabrizio Costa - Miniserie TV (2001) prodotta e trasmessa dalla RAI.
 Note  [modifica]1.^ Baruch Tenembaum, Giovanni Palatucci, an italian hero in the Holocaust
2.^ Il francobollo sul sito di Poste Italiane
 Voci correlate  [modifica]Giuseppe Maria Palatucci
 Altri progetti  [modifica] Wikimedia Commons contiene file multimediali su Giovanni Palatucci
 Wikiquote contiene citazioni di o su Giovanni Palatucci
 Collegamenti esterni  [modifica]Profilo su poliziadistato.it
Sito ufficiale dell'Associazione Onlus Giovanni Palatucci
Palatucci Giovanni 117826
27 gennaio 2010 "Giorno della Memoria" a Trieste presso la Scuola Agenti di Polizia, Carcere Coroneo e Risiera di San Sabba
Giovanni Palatucci - Un olocausto nella Shoàh
Profilo su santiebeati.it
Comitatopalatucci che si propone di ricordarne la figura
Puntata del 5-2-2008 di La storia siamo noi (Rai Educational), dedicata a Giovanni Palatucci
Palatucci sul sito del Comitato per la Foresta dei Giusti- Gariwo
La motivazione della medaglia d'oro
Wikipedia 

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