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venerdì 22 giugno 2012

MAFIA: AMICO BORSELLINO, VEDOVA DI PAOLO MI DISSE 'SUBRANNI PUNCIUTU'




MAFIA: AMICO BORSELLINO, VEDOVA DI PAOLO MI DISSE 'SUBRANNI PUNCIUTU' =
IL MAGISTRATO DIEGO CAVALIERO SENTITO IN AULA AL PROCESSO MORI

Palermo, 22 giu. - (Adnkronos) - "Ricordo che ero in cucina con
la signora Agnese Borsellino. Lei si sfogo' e mi disse: 'Sai Diego,
poco prima di morire Paolo venne un giorno a casa e si senti' male.
Dopo avere vomitato mi disse: 'Agnese, il generale Subranni e'
punciutu''. La signora Agnese non aggiunse altro e da allora non ne
parlammo piu''". E' il racconto fatto in aula da Diego Cavaliero,
magistrato di Salerno, e amico personale del giudice Paolo Borsellino,
sentito a Palermo come teste al processo a carico del generale Mario
Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento
aggravato a Cosa nostra. Cavaliero non ricorda la data del colloquio
avvenuto con la vedova Borsellino nell'abitazione dei Borsellino a
Palermo sul generale Antonio Subranni, ex Comandante del Ros, indagato
a Palermo nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa, ma la colloca
tra la fine del 2004 e il maggio 2005, "quando si sposo' il figlio di
Paolo, Manfredi Borsellino".

Rispondendo alle domande del pm Nino Di Matteo che gli chiede in
quale contesto la signora Agnese avrebe detto quella frase, Cavaliero
dice: "non c'era un contesto preciso. La signora era preoccupata per
Manfredi che si era arruolato in Polizia e poi c'era una nota di
amarezza sullo sviluppo delle indagini". Poi ha anche ribadito che
Borsellino e Subranni "erano amici, me lo disse Paolo ma non so se era
vero".

Lo stesso Subranni, sempre secondo il racconto di Cavaliero,
l'11 luglio 1992 avrebbe messo a disposizione di Borsellino un
elicottero del Comando dell'Arma dei Carabinieri per andare a Salerno
per il battesimo del figlio. "Venne con il tenente Canale - dice - ma
non so se c'era anche Subranni". Diego Cavaliero ha conosciuto Paolo
Borsellino a meta' degli Ottanta quando arrivo' alla Procura di
Marsala, diretta allora dal magistrato ucciso in via D'Amelio.
"Avevamo un rapporto di amicizia - ha detto in aula - io cresimai il
figlio Manfredi e lui battezzo' mio figlio il 12 luglio '92 poco prima
di morire".

(Ter/Col/Adnkronos)
22-GIU-12 11:45

NNNN

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