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mercoledì 23 ottobre 2013

ANSA-FOCUS/ Datagate: Minniti, garantita privacy italiani

ANSA-FOCUS/ Datagate: Minniti, garantita privacy italiani
A Copasir,c'e' 'ragionevole certezza';Governo non sapeva di Prism
(di Massimo Nestico')
(ANSA) - ROMA, 23 OTT - C'e' una "ragionevole certezza" che la
privacy delle comunicazioni in Patria dei cittadini italiani sia
stata garantita, cosi' come quelle partite dalle nostre sedi
diplomatiche estere. "Non c'e' evidenza" che siano state
monitorate telefonate ed e-mail partite dall'Italia verso gli
Usa o altri Paesi e viceversa. Il sottosegretario con delega ai
servizi, Marco Minniti, incalzato dai membri del Copasir sul
Datagate, misura le parole, spiegando che "si sente di
escludere" che anche in Italia sia avvenuta l'ampia raccolta di
dati emersa in Francia. E ribadisce che Governo e servizi non
erano al corrente dell'esistenza del programma di sorveglianza
elettronica Prism messo in atto dalla Nsa americana. Scettici
alcuni membri del Comitato, come Claudio Fava (Sel) e Felice
Casson (Pd), che ritengono invece probabile che anche gli
italiani siano 'spiati' dal 'Grande orecchio' Usa.
Minniti si presenta al Copasir con l'intenzione di dare un
messaggio tranquillizzante dopo gli allarmi sollevati dalle
rivelazioni del quotidiano Le Monde (70 milioni di comunicazioni
francesi monitorate) e raccolti in Italia anche dal Garante alla
Privacy, Antonello Soro. Riferisce che fin dall'esplosione del
caso Snowden (l'ex consulente dell'Nsa che ha 'spifferato'
l'esistenza del gigantesco programma americano di monitoraggio
delle comunicazioni) ci sono stati contatti con l'intelligence
Usa per approfondire la vicenda.
Ma, si sa, gli americani sono molto gelosi dei loro sistemi e
poco propensi a divulgare le loro metodologie pur se a Paesi
amici come l'Italia. Cio' che il sottosegretario ritiene
"ragionevolmente certo" e' che le comunicazioni all'interno del
territorio italiano non siano state intercettate dal sistema di
'pesca a strascico' Prism. Per quanto riguarda invece il
monitoraggio di telefonate e e-mail che dall'Italia hanno
raggiunto gli Usa ed altri Paesi e viceversa, appoggiandosi su
provider non italiani, si limita a dire che "non ci sono
evidenze".
Rassicurazioni che non bastano a Fava e Casson. Il primo
sottolinea che "ci sono documenti pubblici, come l'intervento al
Congresso americano del capo dell'intelligence Usa, James R.
Clapper, che ammette la raccolta a strascico di dati nei
confronti anche di cittadini non americani per ragioni di
sicurezza". E dunque, aggiunge, "non c'e' nessuna ragione per
ritenere che quanto e' venuto fuori in Francia non sia accaduto
anche in Italia". Il deputato di Sel evidenzia poi come "mentre
la Francia convoca l'ambasciatore americano, il nostro Governo
vuole tranquillizzare, ma io la penso diversamente da Minniti,
non sono tranquillo e ricordo che le intercettazioni, secondo la
legge italiana, sono reato". Sulla stessa linea Casson, secondo
cui "desta preoccupazione il fatto che nessuno sia in grado di
dire che il fenomeno sia limitato alla Francia, anzi, la logica
fa pensare che possa essere successo anche altrove". (ANSA).

NE
23-OTT-13 20:25 NNNN

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