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venerdì 3 gennaio 2014

La cura dimagrante della Difesa e il ricollocamento dei militari. Intervista al sen. Ichino



La cura dimagrante della Difesa e il ricollocamento dei militari. Intervista al sen. Ichino





Secondo il Ministro della difesa Mario Mauro la cura dimagrante imposta con la legge sulla revisione dello strumento militare nazionale (L. 244/2012), fortemente voluta dal Parlamento della XVI legislatura, riguarderà 18.650 militari a partire dal 2016 e per i successivi 8 anni. Gli schemi dei decreti attuativi della legge (Atti del Governo n. 32 e n. 33) scritti dal Governo Letta prevedono, tra le tante soluzioni da adottare per ridurre a 150.000 il numero dei militari in servizio, la possibilità per gli ultra cinquantenni di essere esonerati a domanda dal servizio nei 10 anni che precedono la data dell'effettivo collocamento a riposo. Il cosiddetto “scivolo d'oro”.

Una soluzione che ha immediatamente raccolto forti contrarietà, sia nell'opinione pubblica che tra gli esponenti politici membri delle Commissioni parlamentari e tra questi il senatore di Scelta Civica Prof. Pietro Ichino, uno dei più famosi giuslavoristi italiani attualmente membro della 4^ Commissione permanente (Difesa) del Senato che ha rilasciato questa breve intervista per Tiscali.

Professor Ichino ritiene che i continui riferimenti alla “specificità dei militari” che taluni usano per motivare il mantenimento di determinati privilegi sia un comportamento onesto oppure è semplice populismo?

Dell’onestà altrui preferisco non giudicare, preferendo limitarmi a considerare criticamente la mia. Questo non toglie che l’argomento della “specificità” della professione dei militari usato per negare la possibilità di un loro reinserimento nel tessuto produttivo generale mi sembra del tutto infondato. In primo luogo perché diverse esperienze, straniere e anche italiane, mostrano come e quanto la professionalità specifica dei militari possa essere valorizzata nelle imprese civili: basti pensare ai piloti dell’Aeronautica militare sistematicamente assunti dalle compagnie aeree, ai tecnici della Marina militare impiegati su navi mercantili, agli ex-combattenti assunti come contractors per la protezione dei cantieri in zone a rischio, e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Del resto, ho pubblicato sul mio sito la documentazione dettagliata e interessantissima sulla riconversione dei militari britannici verso gli impieghi civili più svariati, operata per mezzo di una convenzione tra il ministero della Difesa e una divisione appositamente creata dalla Manpower.”

Ma i difensori del sostanziale prepensionamento a 50 anni sostengono che i militari britannici hanno diritto alla pensione in età molto precoce.

Questo non mi sembra davvero un argomento sensato: la pensione precoce – che viene riconosciuta peraltro soltanto a una parte del personale militare britannico - semmai dovrebbe rendere più difficile la loro riconversione verso gli impieghi civili!”

Secondo alcuni esponenti politici gli schemi dei decreti attuativi della L. 244/2012 hanno prioritariamente soddisfatto le esigenze delle industrie del settore armamenti, secondo altri hanno anche cercato di razionalizzare e adeguare la spesa militare alle reali esigenze del Paese, quale è la sua opinione in merito ?

C’è del vero in entrambe le affermazioni. Non c’è dubbio che la ristrutturazione del nostro sistema di difesa, con la drastica riduzione della spesa per stipendi in favore della spesa per investimenti nell’aggiornamento tecnologico e spese di funzionamento corrisponda a una esigenza di razionalizzazione e aumento dell’efficienza del sistema stesso. È altrettanto vero che l’acquisto dei nuovi aerei da caccia è stato giustificato anche con esigenze di politica industriale.” nell’aggiornamento tecnologico e spese di funzionamento corrisponda a una esigenza di razionalizzazione e aumento dell’efficienza del sistema stesso. È altrettanto vero che l’acquisto dei nuovi aerei da caccia è stato giustificato anche con esigenze di politica industriale.”

Visti i pareri espressi dalle Commissioni difesa sugli Atti di Governo 32 e 33 in merito alla revisione dello strumento militare, ritiene che il lavoro svolto sia stato sufficiente o sarebbe stato opportuno un maggiore approfondimento ?

Per la parte più di mia competenza, cioè quella relativa alla riduzione degli organici delle Forze Armate, mi sembra che sarebbe stato necessario un approfondimento molto maggiore. Tra l’altro, non c’è stato alcun confronto comparatistico con le altre esperienze disponibili nel panorama internazionale.”

È ormai evidente che nei palazzi della politica operano con efficacia determinate lobby industriali e militari. Secondo Lei è necessario dotare il Parlamento di maggiori poteri di controllo rispetto alle modalità di esercizio del potere di legiferare del Governo sui temi della difesa nazionale ?

La verità – non soltanto in riferimento ai temi della difesa - è che il nostro Parlamento oggi non esercita un vero e sistematico potere di controllo sulle scelte compiute dall’Esecutivo. Anche per questo una riforma istituzionale è indispensabile.”

In merito al termine del 31/01/2014, per l'esercizio della delega di cui alla legge 244/2012, secondo alcuni esponenti del Cocer, il Governo si appresterebbe ad una proroga di 4 mesi. Se la notizia fosse confermata secondo lei ci sarebbero ripercussioni sui programmi di revisione dello strumento militare?

Potrebbero essercene, perché la proroga del termine sarebbe l’effetto di contrasti in seno all’esecutivo che si sono determinati proprio sulla questione della riduzione degli organici delle Forze Armate. Il che significherebbe che una battaglia politica su questo tema potrebbe essere rilanciata con maggiore forza, potendosi forse contare questa volta su di un PD meno disattento.”
02 gennaio 2014



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