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venerdì 30 gennaio 2015

Sblocco degli stipendi dei poliziotti e militari: l'apparenza inganna.




Dall'esame della scheda tecnica allegata alla norma è facile rendersi conto di come i risparmi di spesa derivino solo dai ricercatori universitari (e non dai docenti) e dalle forze armate e forze di polizia. Infatti, i magistrati, e per rimando di legge gli avvocati dello Stato, sono esclusi dal blocco, i prefettizi ed i diplomatici hanno riscritto il loro trattamento economico rimodernando gli automatismi in valutazioni di risultato che in concreto si risolvono in un automatismo stipendiale, allo stesso modo degli universitari con valutazioni triennali. Ed è proprio per questo motivo che nessuno sta dicendo che il blocco stipendiale di classi e scatti, che pare applicarsi a tutto il personale di diritto pubblico, in realtà trova applicazione solo nei confronti del personale dei comparti sicurezza e difesa.

A questo si aggiunga la beffa che per l'opinione pubblica l'unico comparto ad essere "sbloccato" è quello della Sicurezza/Difesa, mentre in realtà è l'unico a rimanere parzialmente destinatario del blocco insieme al personale contrattualizzato. A ciò, inoltre, si aggiunga che gli incrementi stipendiali derivanti dalla contrattazione collettiva sono ancora bloccati al pari dei dipendenti pubblici privatizzati.

Da un certo punto di vista il Governo Renzi ha provveduto a onorare solo parzialmente l'impegno - quindi il debito - che aveva contratto il 7 novembre 2014 nei confronti del personale dei comparti sicurezza e difesa. Tuttavia ha saputo giocare bene le sue carte e accettando di sedersi ad un tavolo dove, a conti fatti, era chiaro fin dal principio che i Sindacalisti delle forze di polizia e del cocer si sarebbero accontentati anche di un risultato a metà, agli occhi dell'opinione pubblica ne è risultato il solo vincitore. Renzi ha avuto gioco facile difronte alla logica delle convenienze e delle rocambolesche, e talvolta improvvisate, strategie che nella mente dei sindacalisti ha fatto prevalere il “pochi maledetti e subito” alle ragioni di equità e giustizia che, invece, avrebbero dovuto essere l'obiettivo – sicuramente il “minimo sindacale” - per evitare pericolose discriminazioni economiche tra il personale in regime di diritto pubblico e il personale delle forze armate e di polizia non contrattualizzato.

Difronte all'innegabile risultato a metà che i rappresentanti dei lavoratori con alamari e stellette stanno sbandierando ai quattro venti l'urgente esigenza di rivedere complessivamente il sistema delle retribuzioni del personale dei comparti difesa e sicurezza appare sempre più necessaria per evitare di dover ricorrere ancora a misure drastiche che poi potrebbero rivelarsi ancora peggiori di uno sblocco soltanto parziale.

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