CGIL. LANDINI E LA 'COSA': "FARE POLITICA, NON UN PARTITO"
LEADER FIOM LANCIA LA "COALIZIONE SOCIALE", SENZA "SARA' LA FINE"
(DIRE) Modena, 13 mar. - Prende forma la 'cosa' di Maurizio
Landini. Il progetto politico di rassemblement a sinistra del Pd
per raccogliere tutto il consenso anti-Renzi passera' per una
'costituente' Fiom domani in via Trieste, per la manifestazione
antimafia del 21 marzo a Bologna insieme con Libera e per la
manifestazione nazionale del 28 a piazza del Popolo. Alla
"coalizione sociale", intanto, Landini dedica oggi l'essenza del
proprio intervento di chiusura dell'attivo Fiom Emilia-Romagna,
di scena al Forum Monzani di Modena. "Se non lo facciamo noi-
avvisa il leader Fiom sull'urgenza di uno slancio- vedo la fine
del sindacato confederale. Se ti difendi e basta e' finita. La
lotta sia quindi contrattuale ma anche sociale". Nella sua Emilia
Landini parla a braccio per quasi due ore, di fronte alla platea
attesa di 800 delegati, raccogliendo applausi. Scandisce che
"politica e partito sono due cose diverse", a scanso di equivoci
(che di recente sono riaffiorati anche con la stessa Cgil).
Dunque, bene alla proposta di legge popolare da parte della Cgil
su un nuovo statuto dei lavoratori, ma non da sola, dice il
leader Fiom, invocando "una mobilitazione generale" che coinvolga
anche i giovani, i precari, i disoccupati, quelli che non possono
nemmeno scioperare insomma. "Non facciamo una discussione finta
tra noi sullo sciopero generale, concentriamoci su tutta la nuova
strategia complessiva da mettere in campo", insiste Landini con
riferimento agli screzi tra Cgil nazionale (in Emilia-Romagna
sono passate le quattro ore) e Fiom sullo sciopero si'-sciopero
no. E quindi: "Bisogna iniziare a discutere con la societa'
civile fuori dai luoghi di lavoro. L'attacco del governo e' a 360
gradi, quindi attrezziamoci. Questo non e' buttarla in politica,
del resto su questo ha gia' cominciato Confindustria e il governo
si adegua...". Landini intravede davvero un rischio estinzione,
citando "quelli che negli anni '50 licenziavano per rappresaglia
politica, siamo li'".
In ogni caso, quella della coalizione sociale non e' una 'cosa'
nuova, precisa il battagliero sindacalista. Anzitutto, si tratta
di "un'idea votata al 92% alla nostra assemblea di Cervia" di
febbraio, che "io ora applico; ma chi per primo ragiono' su un
cambiamento in questo senso fu Bruno Trentin nel '94, e lo dico
con umilta'", continua Landini, che pure non vorrebbe scomodare
il 'pantheon' della Camera del lavoro. E "coalizione non vuol
dire cambiare natura, ma avviare il dialogo per un progetto
sociale con il lavoro al centro", rimarca il segretario Fiom.
L'obiettivo, almeno nel breve-medio periodo, e' cercare intanto
di rilanciare la battaglia col governo Renzi: "La partita non e'
chiusa, anche se il governo se n'e' sbattuto degli scioperi e
delle diverse posizioni del Parlamento. Mai nel dopoguerra c'era
stato un governo che ha scelto, di fatto, di non discutere col
sindacato e di accettare le scelte di Confindustria senza
contrastare quelle della Bce e dell'Europa".
(Lud/ Dire)
16:31 13-03-15
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