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mercoledì 22 luglio 2015

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-09918 presentato da ROMANO Paolo Nicolò testo di Martedì 21 luglio 2015, seduta n. 466   PAOLO NICOLÒ ROMANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:    il 16 luglio 2015, a seguito dei cruenti episodi di cronaca avvenuti nella città di Asti come il brutale assassinio di Maria Luisa Fassi, uccisa con ben 45 coltellate nella sua tabaccheria nel pieno centro di Asti il 4 luglio 2015,



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09918
presentato da
ROMANO Paolo Nicolò
testo di
Martedì 21 luglio 2015, seduta n. 466

PAOLO NICOLÒ ROMANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il 16 luglio 2015, a seguito dei cruenti episodi di cronaca avvenuti nella città di Asti come il brutale assassinio di Maria Luisa Fassi, uccisa con ben 45 coltellate nella sua tabaccheria nel pieno centro di Asti il 4 luglio 2015, si è riunito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Asti che ha concluso i lavori dichiarando che la situazione generale dell'ordine e della sicurezza pubblica nel territorio provinciale è sostanzialmente buona poiché in questi ultimi due anni si è verificata una tendenziale diminuzione dei reati. A seguito di tale conclusione l'organo consultivo, preposto a garantire l'ordine e la sicurezza pubblica nella provincia di Asti, ha stabilito di non ritenere necessaria la modifica degli attuali piani di prevenzione e controllo del territorio e, pertanto, di mantenere inalterato l'attuale livello di impiego dei reparti operativi delle forze dell'ordine e dei servizi assicurati sul territorio;
   tali conclusioni hanno sorpreso tutti, in quanto contrastano con i dati di tutte le statistiche sui reati consumati in Italia e che, viceversa, vedono Asti conseguire il poco invidiabile primato di capitale italiana dei furti nelle abitazioni (9,2 furti in abitazione ogni mille abitanti), mentre è tra le prime 10 in classifica per truffe e frodi e guadagna ogni anno posizioni per le azioni predatorie tipiche dello scarso controllo del territorio quali i borseggi e le rapine negli esercizi commerciali, tra cui alcune approdate alla cronaca nazionale perché terminate tragicamente come nel caso del giovane tabaccaio Manuel Bacco, assassinato il 20 dicembre 2014 per difendersi da un tentativo di rapina, e la sopra ricordata Maria Luisa Fassi. Secondo gli ultimi dati disponibili, per crimini totali Asti e provincia sono al ventitreesimo posto in classifica in Italia;
   le conclusioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Asti sono sconfessate non solo dai dati appena menzionati ma anche dagli stessi operatori della sicurezza che hanno indetto, per mercoledì 22 luglio 2015, una fiaccolata di protesta contro i continui tagli al comparto della sicurezza ormai non più sostenibili. Il corteo, promosso dalle segreterie provinciali delle sigle sindacali più rappresentative della polizia di Stato – Sindacato italiano unitario lavoratori polizia (SIULP), Sindacato autonomo di polizia (SAP), Sindacato italiano appartenenti polizia (SIAP), Sindacato italiano lavoratori polizia per la C.G.I.L (SILP CGIL), Unione generale del lavoro polizia (UGL Polizia), Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forza di polizia (COISP), Unione italiana del lavoro polizia (UIL Polizia) – toccherà, non a caso, due luoghi simboli degli tagli alla sicurezza del territorio di Asti: la prefettura e la questura, entrambi prossimi alla soppressione. Infatti, la prefettura di Asti è senza prefetto da oltre sette mesi, precisamente dal 12 dicembre 2014, mentre per la questura si paventa addirittura il declassamento in semplice commissariato di polizia. Tutte decisioni che sommate alla continua e sistematica riduzione degli organici e delle risorse finanziarie e strumentali di tutte le forze dell'ordine preposte al controllo del territorio astigiano spiegano, senza ombra di dubbio, le ragioni dell'aumento esponenziale dei reati che fanno di Asti e provincia il far west della micro e macro criminalità a livello nazionale;
   l'interpellante ha più volte sollecitato il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ad intraprendere urgenti iniziative volte ad assicurare ad Asti e provincia il nuovo prefetto e a garantire una maggiore presenza delle forze dell'ordine sul suo territorio. Da sottolineare in merito la missiva inviata il 22 dicembre 2014 e l'interrogazione parlamentare n. 3-01345, presentata nella seduta n. 388 del 10 marzo 2015, a cui però non sono seguite risposte da parte del Ministro. Ragione per cui l'interrogante si è visto costretto, in data 6 luglio 2015, a presentare formale denuncia alla procura della Repubblica di Asti nei confronti del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, per il reato di cui all'articolo 328 del codice penale di rifiuto di atti d'ufficio, omissione: «il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni»;
   le ragioni di questa omissione da parte del Ministro Alfano sono da ricercarsi anche nella volontà del Governo di sopprimere molte sedi prefettizie. Infatti, in Parlamento è prossimo all'approvazione, in via definitiva, del disegno di legge delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, già approvato dal Senato il 30 aprile 2015, dove all'articolo 7, comma 1, lettera d), riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato, è contemplata la razionalizzazione della rete organizzativa delle prefetture – Uffici territoriali del Governo. Oltre alla revisione delle sue competenze e delle sue funzioni la norma dispone la riduzione del suo numero. Infatti, l'articolo 7, comma 1, lettera d) del soprarichiamato disegno di legge delega il Governo: «con riferimento alle Prefetture-Uffici territoriali del Governo: a completamento del processo di riorganizzazione, in combinato disposto con i criteri stabiliti dall'articolo 10 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e in armonia con le previsioni contenute nella legge 7 aprile 2014, n. 56, razionalizzazione della rete organizzativa e revisione delle competenze e delle funzioni attraverso la riduzione del numero, tenendo conto delle esigenze connesse all'attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56, in base a criteri inerenti all'estensione territoriale, alla popolazione residente, all'eventuale presenza della città metropolitana, alle caratteristiche del territorio, alla criminalità, agli insediamenti produttivi, alle dinamiche socio-economiche, al fenomeno delle immigrazioni sui territori fronte rivieraschi e alle aree confinarle con flussi migratori»;
   una volta approvata la soprarichiamata norma, riportata integralmente, il Governo ridurrà le attuali 105 prefetture a non più di 40 e, con ogni probabilità, la prefettura di Asti sarà tra quelle da sopprimere, altrimenti non si spiegherebbe il ritardo della mancata nomina del nuovo prefetto da ben sette mesi dall'intera cittadinanza attesa;
   pur condividendo la necessità di interventi volti a ridefinire la fisionomia dello Stato ai fini del contenimento della spesa pubblica, queste non devono ricadere sulla qualità dei servizi e sulla sicurezza dei cittadini, poiché altri sono i costi e i privilegi da tagliare e non certo i servizi essenziali alla cittadinanza come la sicurezza –:
   se il Governo non ritenga opportuno fornire chiarimenti su quanto esposto in premessa e, in particolare, sulle sue reali intenzioni in merito alla soppressione della prefettura e, secondo quanto paventato dai sindacati di polizia, della questura di Asti;
   se il Governo, alla luce della recrudescenza dei fenomeni di criminalità, come dimostrano gli efferati omicidi di queste ultime settimane e i dati statistici, che pongono Asti ai vertici delle classifiche nazionali per tassi di reati commessi, non ritenga indispensabile preservare la sede prefettizia e la questura di Asti dalle ipotesi circolate di soppressione;
   se il Governo non ritenga urgente intraprendere immediati provvedimenti per sopperire alla mancanza di risorse umane, finanziarie e strumentali che da anni impediscono alle forze dell'ordine della provincia di Asti di svolgere in maniera compiuta ed adeguata le loro attività di prevenzione e controllo del territorio. (4-09918)

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