CULTURA. BRONZI RIACE SCOPERTI 45 ANNI FA, NEL 2009 RESTAURO ISCR /FOTO
CULTURA. BRONZI RIACE SCOPERTI 45 ANNI FA, NEL 2009 RESTAURO ISCR /FOTO
(DIRE) Roma, 16 ago. - Sono passati 45 anni dal ritrovamento dei
Bronzi di Riace, tra i capolavori dell'antichita' piu' famosi del
mondo, al centro di numerosissimi studi e svariate
interpretazioni. Da quel 16 agosto 1972, quando riemersero dal
mare, le due statue sono state sottoposte a tre restauri. Ma
soltanto l'ultimo, eseguito nel 2009 dall'Istituto Superiore per
la Conservazione e il Restauro (Iscr), ha aperto nuovi orizzonti
sull'identita' delle statue. Ad aprile dello scorso anno, in
occasione dell'inaugurazione degli spazi espositivi del Museo
archeologico nazionale di Reggio Calabria che ospita i due
capolavori, l'agenzia Dire ha intervistato Paola Donati,
responsabile del gruppo di lavoro Iscr che ha eseguito il
restauro dei Bronzi. Ecco il racconto dell'esperta:
"Siamo partiti da un check up completo e abbiamo deciso di
completare la rimozione dei residui delle terre di fusione
derivanti dalla tecnica cosiddetta a cera persa, ancora presenti
all'interno delle statue dopo il secondo restauro eseguito alla
fine degli anni Novanta". La terra e i prodotti di corrosione, ha
specificato Donati, sono stati eliminati con strumenti e
attrezzature di tipo meccanico in uso in medicina. Tutte
operazioni realizzate con l'ausilio di bracci meccanici snodabili
e di video endoscopi che hanno permesso il controllo e la
documentazione delle complesse manovre eseguite dall'Iscr. Nello
specifico, "abbiamo lavorato all'interno della testa del Bronzo
A, il piu' giovane, dove erano presenti ancora tutte le terre di
fusione. Con quell'operazione siamo riusciti ad azzerarne la
presenza e soprattutto a studiare le tecniche di realizzazione
sia delle labbra che degli occhi. Quello che abbiamo rilevato e'
che sono completamente diverse da quelle del Bronzo B, la statua
che rappresenta l'eroe piu' anziano".
Una scoperta non da poco, che secondo gli esperti del
prestigioso Istituto romano "denota la compresenza di piu'
specialisti che si occupavano di lavorazioni specifiche, come e'
evidente dalle soluzioni tecniche adottate nella lavorazione
degli occhi, realizzabili solo da esperti in oreficeria". E dagli
occhi e' arrivata anche un'altra svolta: "Tramite analisi con
l'Xrf - cosi' ancora Donati- abbiamo potuto stabilire che gli
occhi del Bronzo che raffigura l'eroe piu' giovane non erano di
avorio, come si e' sempre pensato spinti dalla loro colorazione
particolare, ma di calcite, esattamente come quelli del suo
compagno". Sono state necessarie tre campagne analitiche di tipo
qualitativo, condotte dalle universita' del Salento e di Cosenza,
per confermare inequivocabilmente questa scoperta fatta
dall'Istituto Superiore.
L'unico occhio rimasto del Bronzo B, il destro, e' stato
invece sottoposto a una delicata operazione di pulitura, chimica
e meccanica, per l'eliminazione dei depositi terrosi. In questa
fase, ha raccontato la restauratrice, sono apparsi evidenti la
deformazione del ciglio inferiore e la mancanza di quello
superiore. "Abbiamo trovato le ciglia mancanti nei magazzini che
evidentemente in passato, durante il primo restauro, erano state
staccate per poterle pulire, ma non erano mai state riposizionate
nella loro sede, per la fragilita' e per le strumentazioni ancora
non cosi' sofisticate". Ma il magazzino nascondeva anche un'altra
chicca: "Si tratta di una piccola placca di rame che era
applicata sulla parte alta della fronte di questa statua, il
Bronzo B- ha spiegato infine Donati alla Dire- Sopra, c'e' una
decorazione particolare che ha fatto nascere nuove prospettive
per il riconoscimento del copricapo che indossava il guerriero.
Si pensava fosse un elmo, ma dopo il restauro e il ripristino
della placchetta qualcuno suppone che l'eroe portasse un berretto
tracio".
(Dip/ Dire)
17:10 16-08-17
NNNN
(DIRE) Roma, 16 ago. - Sono passati 45 anni dal ritrovamento dei
Bronzi di Riace, tra i capolavori dell'antichita' piu' famosi del
mondo, al centro di numerosissimi studi e svariate
interpretazioni. Da quel 16 agosto 1972, quando riemersero dal
mare, le due statue sono state sottoposte a tre restauri. Ma
soltanto l'ultimo, eseguito nel 2009 dall'Istituto Superiore per
la Conservazione e il Restauro (Iscr), ha aperto nuovi orizzonti
sull'identita' delle statue. Ad aprile dello scorso anno, in
occasione dell'inaugurazione degli spazi espositivi del Museo
archeologico nazionale di Reggio Calabria che ospita i due
capolavori, l'agenzia Dire ha intervistato Paola Donati,
responsabile del gruppo di lavoro Iscr che ha eseguito il
restauro dei Bronzi. Ecco il racconto dell'esperta:
"Siamo partiti da un check up completo e abbiamo deciso di
completare la rimozione dei residui delle terre di fusione
derivanti dalla tecnica cosiddetta a cera persa, ancora presenti
all'interno delle statue dopo il secondo restauro eseguito alla
fine degli anni Novanta". La terra e i prodotti di corrosione, ha
specificato Donati, sono stati eliminati con strumenti e
attrezzature di tipo meccanico in uso in medicina. Tutte
operazioni realizzate con l'ausilio di bracci meccanici snodabili
e di video endoscopi che hanno permesso il controllo e la
documentazione delle complesse manovre eseguite dall'Iscr. Nello
specifico, "abbiamo lavorato all'interno della testa del Bronzo
A, il piu' giovane, dove erano presenti ancora tutte le terre di
fusione. Con quell'operazione siamo riusciti ad azzerarne la
presenza e soprattutto a studiare le tecniche di realizzazione
sia delle labbra che degli occhi. Quello che abbiamo rilevato e'
che sono completamente diverse da quelle del Bronzo B, la statua
che rappresenta l'eroe piu' anziano".
Una scoperta non da poco, che secondo gli esperti del
prestigioso Istituto romano "denota la compresenza di piu'
specialisti che si occupavano di lavorazioni specifiche, come e'
evidente dalle soluzioni tecniche adottate nella lavorazione
degli occhi, realizzabili solo da esperti in oreficeria". E dagli
occhi e' arrivata anche un'altra svolta: "Tramite analisi con
l'Xrf - cosi' ancora Donati- abbiamo potuto stabilire che gli
occhi del Bronzo che raffigura l'eroe piu' giovane non erano di
avorio, come si e' sempre pensato spinti dalla loro colorazione
particolare, ma di calcite, esattamente come quelli del suo
compagno". Sono state necessarie tre campagne analitiche di tipo
qualitativo, condotte dalle universita' del Salento e di Cosenza,
per confermare inequivocabilmente questa scoperta fatta
dall'Istituto Superiore.
L'unico occhio rimasto del Bronzo B, il destro, e' stato
invece sottoposto a una delicata operazione di pulitura, chimica
e meccanica, per l'eliminazione dei depositi terrosi. In questa
fase, ha raccontato la restauratrice, sono apparsi evidenti la
deformazione del ciglio inferiore e la mancanza di quello
superiore. "Abbiamo trovato le ciglia mancanti nei magazzini che
evidentemente in passato, durante il primo restauro, erano state
staccate per poterle pulire, ma non erano mai state riposizionate
nella loro sede, per la fragilita' e per le strumentazioni ancora
non cosi' sofisticate". Ma il magazzino nascondeva anche un'altra
chicca: "Si tratta di una piccola placca di rame che era
applicata sulla parte alta della fronte di questa statua, il
Bronzo B- ha spiegato infine Donati alla Dire- Sopra, c'e' una
decorazione particolare che ha fatto nascere nuove prospettive
per il riconoscimento del copricapo che indossava il guerriero.
Si pensava fosse un elmo, ma dopo il restauro e il ripristino
della placchetta qualcuno suppone che l'eroe portasse un berretto
tracio".
(Dip/ Dire)
17:10 16-08-17
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