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venerdì 13 luglio 2018

Listeria, Infettivologi Simit: ecco cos'è e cosa si rischia


VENERDÌ 13 LUGLIO 2018 19.12.51
SALUTE

Listeria, Infettivologi Simit: ecco cos'è e cosa si rischia

Listeria, Infettivologi Simit: ecco cos'è e cosa si rischia Igiene, sorveglianza, controllo alimenti le misure preventive Roma, 13 lug. (askanews) - In questi giorni si parla molto di alcuni alimenti, sia di natura vegetale che animale, colonizzati dal microrganismo Listeria monocytogenes, che sono prodotti da alcune grandi catene alimentari e poi venduti al pubblico dalla grande distribuzione in tutta Europa. Il ministero della Salute ha richiamato dal commercio un lotto di prosciutto cotto proprio per rischio di Listeria; una settimana fa era toccata sorte analoga ai minestroni di una nota marca di surgelati. Cosa sta accadendo? "La Listeria monocytogenes è un batterio Gram positivo - spiega Marco Tinelli, Segretario della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, SIMIT - che normalmente è presente sia a livello ambientale (nel suolo, nell'acqua, nella vegetazione), che animale (uccelli, pesci ed anche mammiferi). Il batterio tende a resistere a temperature sia molto basse che elevate e quindi può persistere anche molto a lungo nell'ambiente. Tale elevata resistenza e persistenza nell'ambiente è il motivo per cui periodicamente esso può essere trovato nelle derrate alimentari anche dopo salatura, in alimenti di solito a media scadenza e spesso conservati in refrigeratori". Listeria monocytogenes si può trovare in vari alimenti che siamo abituati ad assumere: verdure crude e insalate preconfezionate, carni specie congelate, pesce, latte non pastorizzato. Casi di trasmissione dell'infezione dovute a contatto diretto con animali, ambienti contaminati o tra uomo e uomo sono tuttavia molto rari. "Clinicamente le infezioni da Listeria monocytogenessono sono quasi sempre gastro-enteriche, con diarrea che compare a poche ore dall'assunzione di cibi contaminati, in qualche caso accompagnata da febbre" chiarisce Tinelli. "Sono sintomi che quasi sempre vengono catalogati come "tossinfezione alimentare", che nella gran parte dei casi non determinano conseguenze (solo in alcuni pazienti fragili come i bambini piccoli e gli anziani la diarrea provoca disidratazione e può essere necessaria un'infusione di liquidi per via endovenosa). In alcuni rari casi - specifica - e specie in persone con immunità gravemente compromessa, come ad esempio per malattie neoplastiche o per cicli di terapie farmacologiche (farmaci anti neoplastici, cortisonici, anti rigetto dei trapianti ecc.), la forma clinica può diventare "invasiva" e provocare patologie pericolose per la vita come meningiti e sepsi. Il trattamento delle forme gravi è con antibiotici per circa 2-4 settimane e, se riconosciute in tempo, si possono controllare e portare a guarigione". (Segue) Cro/Mpd 20180713T191243Z  

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