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mercoledì 16 gennaio 2019

Salute: italiani svelano nuova proteina legata a infarto

MERCOLEDÌ 16 GENNAIO 2019 16.07.27

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(AGI) - Milano, 16 gen. - Esiste una proteina, che ha per nome una sigla quasi impronunciabile, che si sta confermando come una molecola chiave per comprendere le malattie del cuore. Si tratta della proteina 'PCSK9'. Con due diversi studi, i ricercatori Centro Cardiologico Monzino e dall'Universita' degli Studi di Milano, sono infatti riusciti a comprendere che questa proteina e' implicata anche nell'attivazione e nell'aggregazione delle piastrine, all'origine dei processi trombotici che scatenano infarti e ictus, e persino nella calcificazione della valvola aortica. Si tratta di due funzioni che si aggiungono a un altra gia' nota, e cioe' quella legata alla ipercolesterolemia, che fanno di questa molecola una delle piu' interessanti per la salute dell'intero sistema cardiocircolatorio. I risultati delle due ricerche sono stati pubblicati sulla rivista JACC (Journal of the American College of Cardiology). A guidare il team di ricerca guidati da Marina Camera, responsabile dell'Unita' di ricerca di Biologia cellulare e molecolare cardiovascolare presso il Cardiologico Monzino e professoressa di farmacologia presso l'Universita' degli Studi di Milano, insieme a Paolo Poggio, dell'Unita' per lo studio delle patologie aortiche, valvolari e coronariche dell'IRCCS milanese. Sulla scorte di ricerche precedenti "Abbiamo avviato nei nostri laboratori studi in vitro ed ex vivo con esiti sorprendenti", dichiara Marina Camera. (AGI) Red/Pgi (Segue) 161607 GEN 19 NNNN
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(AGI) - Milano, 16 gen. - "E' emerso infatti che PCSK9 ha un ruolo cruciale nell'attivazione delle piastrine umane, nella loro capacita' di aggregarsi formando i trombi che, a loro volta, provocano infarti e ictus" - spiega la professoressa. "Questo potrebbe essere pertanto uno dei meccanismi responsabili della maggior incidenza di eventi cardiovascolari riscontrati nei pazienti affetti da patologia coronarica e fibrillazione atriale". Ma c'e' di piu'. "I nostri dati hanno evidenziato l'esistenza di un effetto diretto di PCSK9 sullo sviluppo e la progressione della stenosi calcifica della valvola aortica, ed e' un'osservazione che ci entusiasma profondamente incoraggiandoci a proseguire su questa linea di ricerca" - spiega Paolo Poggio. "Vogliamo ricordare che negli ultimi decenni tutti gli sforzi fatti per mettere a punto una terapia medica in grado di prevenire o fermare la progressione della malattia non hanno portato i risultati sperati. Per i malati di stenosi valvolare aortica attualmente le prospettive terapeutiche sono l'intervento chirurgico o percutaneo. Per questa ragione guardiamo con speranza alla prospettiva che l'inibizione di PCSK9 possa rappresentare una nuova possibilita' terapeutica: significherebbe segnare una svolta nel trattamento di questa malattia degenerativa che e' piuttosto comune nella popolazione anziana. Nei paesi sviluppati la stima raggiunge il 7% negli over 65 ed e' un numero in crescita considerando l'invecchiamento della popolazione" - chiarisce il ricercatore. "I risultati ottenuti sono solo un punto di partenza -conclude Marina Camera-. Dovremo infatti avviare nuovi studi clinici, e abbiamo la necessita' e il desiderio di comprendere quali siano i meccanismi molecolari che stanno alla base dei fenomeni osservati. Per il momento cio' che ci sembra davvero evidente e' che questa proteina gioca un ruolo nella nostra salute cardiovascolare che si estende ben oltre il controllo del colesterolo agendo su molteplici fronti, e apre davanti a noi scenari di prevenzione e cura davvero promettenti". (AGI) Red/Pgi 161607 GEN 19 NNNN   

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