MARTEDÌ 30 APRILE 2019 18.14.22
SALUTE
RICERCA: PICCOLE STIMOLAZIONI ELETTRICHE MIGLIORANO VISIONE IPOVEDENTI =
Studio dell'Universita' Cattolica di Roma
Roma, 30 apr. (AdnKronos Salute) - Con una piccola stimolazione
elettrica, esterna e non invasiva, a retina e nervo ottico si possono
ottenere dei miglioramenti visivi nei casi di ipovisione più o meno
grave. È quanto hanno dimostrato ricercatori e medici della sede
romana dell'università Cattolica e della Fondazione Policlinico
Universitario Agostino Gemelli Irccs, in uno studio condotto su circa
40 pazienti da Giuseppe Granata, neurologo della struttura capitolina,
e coordinato da Paolo Maria Rossini, direttore dell'area di
neuroscienze del policlinico e ordinario di Neurologia all'università
Cattolica. La ricerca è pubblicata sulla rivista 'Brain Stimulation'.
Gli esperti si sono avvalsi della 'stimolazione elettrica
transcranica', una tecnica già in uso clinico per malattie come la
depressione. "Si tratta - spiega Granata - di una stimolazione
elettrica non invasiva con corrente alternata che si applica vicino
agli occhi mediante degli elettrodi a coppetta che il paziente
percepisce al massimo come un piccolo formicolio o una leggerissima
scossa elettrica".
Secondo studi recenti "la stimolazione sarebbe in grado di eccitare la
retina e in parte anche il nervo ottico. Noi l'abbiamo testato su
pazienti ipovedenti di varia gravità (da marcata riduzione del campo
visivo alla cecità praticamente completa), colpiti sia da lesioni
retiniche che del nervo ottico e cerebrali - aggiunge Granata -
coinvolgendo a oggi circa quaranta pazienti". (segue)
(Com-Ram/Adnkronos)
ISSN 2465 - 1222
30-APR-19 18:13
NNNN
MARTEDÌ 30 APRILE 2019 18.14.22
SALUTE
RICERCA: PICCOLE STIMOLAZIONI ELETTRICHE MIGLIORANO VISIONE IPOVEDENTI (2) =
(AdnKronos Salute) - Si è visto che un ciclo di stimolazioni
effettuate per due settimane (cinque giorni su sette) per 20 minuti al
giorno può generare in una quota consistente di pazienti ipovedenti,
un miglioramento della funzione visiva residua. Nello studio, con il
supporto di Benedetto Falsini, docente di Oftalmologia all'università
Cattolica, è stato dimostrato che in un gruppo di questi pazienti
ipovedenti dopo ciascun ciclo di stimolazione vi è miglioramento
oggettivo dell'ampiezza dei potenziali evocati visivi, ovvero della
risposta cerebrale a stimoli luminosi.
"Molti dei pazienti trattati hanno riferito anche dei miglioramenti
soggettivi più o meno significativi - conclude Granata -. I
miglioramenti ottenuti in genere perdurano nel tempo anche se non è
noto quanto a lungo (in media almeno un paio di mesi) . Al momento -
conclude Granata - dato che la prestazione non può essere effettuata
attraverso il Servizio sanitario nazionale stiamo creando un percorso
per effettuarla in attività privata presso il Policlinico Gemelli".
(Com-Ram/Adnkronos)
ISSN 2465 - 1222
30-APR-19 18:13
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