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venerdì 21 giugno 2019

- ANSA/ Hong Kong ancora in piazza, stavolta contro la polizia

ANSA/ Hong Kong ancora in piazza, stavolta contro la polizia (di Antonio Fatiguso) (ANSA) - PECHINO, 21 GIU - La mobilitazione promossa a Hong Kong da otto gruppi pro-democrazia ha preso di mira oggi il quartier generale della polizia di Wan Chai dopo un presidio davanti al parlamento, sempre contro la legge sulle estradizioni in Cina e la controversa gestione della governatrice Carrie Lam. Intorno alla mezzanotte si contavano ancora alcune migliaia di persone, soprattutto studenti, intorno alla struttura, nel centro della città. "Mi appello a tutta la folla perché vada via di qui il prima possibile", ha detto la portavoce della polizia Yolanda Yu nella conferenza stampa in tarda serata, quale ultimo invito a sbloccare il surreale stato della polizia rinchiusa nel fortino, visto che i 12 diversi ingressi d'accesso sono stati blindati. Le manifestazioni, secondo gli aggiornamenti sui social network, stavano continuando pacificamente anche nelle aree limitrofe, con diverse centinaia di attivisti a presidiare le strade del centro più trafficate come Harcourt Road. Sugli account di Telegram usati per le comunicazioni interne, si sono accentuate le divergenze tra gli oltranzisti e il fronte più moderato, pronto sospendere le operazioni e ad aggiornarle a domani. Joshua Wong, tra i leader pro-democrazia del "movimento degli ombrelli" del 2014, ha chiesto alla polizia, parlando con un megafono alla folla, risposte sui metodi duri usati il 12 giugno davanti al parlamento contro il presidio di denuncia della legge sulle estradizioni in Cina, accusata di erodere l'autonomia dell'ex colonia favorendo l'ingerenza di Pechino. "Sollecitiamo la polizia a scusarsi con la gente", ha detto Wong. Nell'occasione, i circa 5.000 agenti in tenuta antisommossa lanciarono circa 150 lacrimogeni usando spray al peperoncino, cannoni d'acqua e proiettili di gomma nel tentativo di disperdere la folla, passando ai manganelli contro alcuni manifestanti disarmati. A conferma dell'umore, gli attivisti, vestiti di nero e con casco, hanno aperto uno striscione in cui c'era scritto che "la polizia in nero è come i cani, seguono i metodi dell'Esercito di liberazione popolare" della Cina. Amnesty International, in una nota, ha chiesto che la polizia sospenda "metodi illegali e uso della forza". Mentre il vescovo ausiliare della Diocesi di Hong Kong, Joseph Ha, si è espresso contro la violenza. "Siete già stati in strada per lungo tempo, avete già espresso molto chiaramente le vostre speranze e i vostri desideri. Ma io sono veramente preoccupato per la vostra sicurezza. Per favore, assolutamente, non usate la violenza", ha detto il prelato ai microfoni di Cable TV Hong Kong. Il Civil Human Rights Front, il gruppo di attivisti alla base delle manifestazioni di massa del 9 e del 16 giugno (con la partecipazione di uno e 2 milioni di persone) contro la legge pro-Cina, ha chiamato a una nuova mobilitazione generale la sera di mercoledì 26 giugno in Edinburgh Place, per dare "un altro colpo" alla governatrice Lam, a ridosso del G20 di Osaka (28-29 giugno). L'auspicio è che la questione di Hong Kong abbia visibilità e il presidente Donald Trump sollevi veramente il caso nel suo summit sul commercio con l'omologo cinese Xi Jinping. (ANSA). FT 2019-06-21 20:00

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