MERCOLEDÌ 22 APRILE 2020 20.46.54
CORONAVIRUS, DOMANI RESA DEI CONTI IN UE: IL TEMPO FATTORE CHIAVE (RIEPILOGO)
9CO1061455 4 POL ITA R01 CORONAVIRUS, DOMANI RESA DEI CONTI IN UE: IL TEMPO FATTORE CHIAVE (RIEPILOGO) (9Colonne) Bruxelles, 22 apr - Una resa dei conti, che non arriverà con il treno di mezzogiorno di Zinnemann ma in videoconferenza alle 15. Domani si terrà la riunione del Consiglio europeo e sul tavolo c'è la questione più importante del momento in Europa: quali saranno gli aiuti dell'UE per i paesi memebri che stanno pagando il conto più caro al coronavirus. Al momento sono in piedi due opzioni. La prima - spinta da Berlino e dalla Commissione UE - è la creazione di un fondo, da "riempire" utilizzando il bilancio Ue, al quale i paesi membri dovrebbero contribuire in quantità maggiori; questo fondo dedicato alla ripresa dovrebbe poi garantire l'emissione di titoli, attraverso i quali finanziare gli stati più in difficoltà. L'altra opzione è una mediazione tra l'idea presentata dalla Germania e la posizione più ambiziosa dell'Italia, che chiedeva l'istituzione di titoli di stato europei garantiti da tutti i paesi membri. Questa seconda possibilità prevede che il fondo da cui attingere per dare vita ai titoli sia di dimensioni esagerate - si parla di 1.500 miliardi di euro - e che a questo fondo i vari paesi debbano contribuire con il 2% del loro Pil, magari pagando gli interessi dei titoli con l'inserimento di tasse europee (si parla della produzione di anidride carbonica). Questa seconda proposta, avanzata dalla Spagna, appare più realista della prima ma di fatto costringerebbe l'UE ad accettare di contrarre una sorta di debito perenne per emettere questi titoli. I dubbi sulle chance che possa passare il taglio riguardano proprio il rigore fiscale dei paesi del Nord, che già sul budget europeo avevano detto no a un aumento del contributo dello 0,07 per cento. Ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michael, aveva ammesso che si sarebbe accontentato che dal vertice di domani si fosse potuto uscire con almeno l'accordo per la creazione del fondo, sottolineando l'importanza dei tempi di queste decisioni. Potrebbe essere la conclusione più probabile, con l'ok alle tre misure uscite fuori dell'Eurogruppo di due settimane fa. Insomma, serve un passo in avanti nella speranza di riuscire almeno a tenere passo degli effetti del coronavirus sull'economia europea. (Peg) 222046 APR 20
CORONAVIRUS, DOMANI RESA DEI CONTI IN UE: IL TEMPO FATTORE CHIAVE (RIEPILOGO)
9CO1061455 4 POL ITA R01 CORONAVIRUS, DOMANI RESA DEI CONTI IN UE: IL TEMPO FATTORE CHIAVE (RIEPILOGO) (9Colonne) Bruxelles, 22 apr - Una resa dei conti, che non arriverà con il treno di mezzogiorno di Zinnemann ma in videoconferenza alle 15. Domani si terrà la riunione del Consiglio europeo e sul tavolo c'è la questione più importante del momento in Europa: quali saranno gli aiuti dell'UE per i paesi memebri che stanno pagando il conto più caro al coronavirus. Al momento sono in piedi due opzioni. La prima - spinta da Berlino e dalla Commissione UE - è la creazione di un fondo, da "riempire" utilizzando il bilancio Ue, al quale i paesi membri dovrebbero contribuire in quantità maggiori; questo fondo dedicato alla ripresa dovrebbe poi garantire l'emissione di titoli, attraverso i quali finanziare gli stati più in difficoltà. L'altra opzione è una mediazione tra l'idea presentata dalla Germania e la posizione più ambiziosa dell'Italia, che chiedeva l'istituzione di titoli di stato europei garantiti da tutti i paesi membri. Questa seconda possibilità prevede che il fondo da cui attingere per dare vita ai titoli sia di dimensioni esagerate - si parla di 1.500 miliardi di euro - e che a questo fondo i vari paesi debbano contribuire con il 2% del loro Pil, magari pagando gli interessi dei titoli con l'inserimento di tasse europee (si parla della produzione di anidride carbonica). Questa seconda proposta, avanzata dalla Spagna, appare più realista della prima ma di fatto costringerebbe l'UE ad accettare di contrarre una sorta di debito perenne per emettere questi titoli. I dubbi sulle chance che possa passare il taglio riguardano proprio il rigore fiscale dei paesi del Nord, che già sul budget europeo avevano detto no a un aumento del contributo dello 0,07 per cento. Ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michael, aveva ammesso che si sarebbe accontentato che dal vertice di domani si fosse potuto uscire con almeno l'accordo per la creazione del fondo, sottolineando l'importanza dei tempi di queste decisioni. Potrebbe essere la conclusione più probabile, con l'ok alle tre misure uscite fuori dell'Eurogruppo di due settimane fa. Insomma, serve un passo in avanti nella speranza di riuscire almeno a tenere passo degli effetti del coronavirus sull'economia europea. (Peg) 222046 APR 20
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