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martedì 26 maggio 2020

Coronavirus, ricerca GB: nesso genetico tra demenza e COVID-19


MARTEDÌ 26 MAGGIO 2020 08.18.13


Coronavirus, ricerca GB: nesso genetico tra demenza e COVID-19

Coronavirus, ricerca GB: nesso genetico tra demenza e COVID-19 Pazienti con variante gene rischiano di più per le due malattie Roma, 26 mag. (askanews) - Le persone con maggiore rischio di contrarre COVID-19 in forma grave condividono un gene mutato con quelle con un maggiore rischio di demenza. L'ha rivelato una ricerca di cui oggi dà notizia il Guardian, che getta un po' di luce sul ruolo che la genetica può avere sullo sviluppo dell'epidemia COVID-19. Lo studio punta a spiegare perché le persone affette da demenza siano state colpite in maniera particolarmente estensiva da COVID-19. La ricerca, pubblicata sul Journal of Gerontology: Medical Sciences, è stata guidata da David Melzer, professore di epidemiologia presso la Exeter University. "Non è solo questione di età: questo è un esempio di una mutazione di un gene specifico che causa vulnerabilità in alcune persone", ha spiegato Melzer. L'articolo si basa sull'analisi dei dati presi dalla UK Biobank, uno strumento di ricerca che ha riunito dati genetici di 500mila volontari di età compresa tra 48 e 86 anni. In particolare i ricercatori si sono concentrati su un gene denominato ApoE, che produce proteine coinvolte nel trasporto dei grassi nel corpo e che può presentarsi di diverse forme. La variante definita e4 interviene sui livelli di colesterolo e sui processi coinvolti nell'infiammazione, aumentando il rischio di demenza e di problemi cardiaci. I ricercatori hanno rilevato 9.022 casi su 383mila partecipanti a Biobank di origine europea con due copie della variante e4 e 223mila con due copie della variante e3. I primi presentano un rischio di demenza 14 volte più alto dei secondi. Poi hanno concentrato l'attenzione sui test genetici di positività a COVID-19. 37 avevano la due copie della variante e4 di ApoE, 401 la variante e3. Facendo la tara con diversi fattori come l'età e il sesso, i ricercatori hanno valutato che quelli con la variante e4 presentavano un rischio doppio di avere COVID-19 in forma grave rispetti a quelli con varianti e3. Mos 20200526T081758Z  

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