GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE 2020 16.40.45
Cucchi: agente penitenziaria, traditi da altri servitori Stato =
(AGI) - Roma, 26 nov. - "Siamo finiti imputati nel processo farsa e non so come ne siamo usciti. Noi servitori dello Stato siamo stati traditi da altri servitori dello Stato che hanno falsificato documenti, con indosso un'altra divisa pero'. Una cosa impensabile. Io e i miei colleghi eravamo i pesci piccoli in una vicenda cosi' grande. Per l'opinione pubblica eravamo dei mostri. Io sapevo di non aver fatto niente, eppure ero continuamente assediato dai giornalisti". E' il racconto in tribunale di Nicola Minichini, l'agente della polizia penitenziaria finito sotto processo con l'accusa di aver picchiato Stefano Cucchi assieme ai colleghi Corrado Santantonio e Antonio Domenici. I tre sono stati assolti in ogni grado di giudizio, ma le ferite legate al loro coinvolgimento nel caso Cucchi sono ancora freschissime. "Ci siamo sentiti soli - ha spiegato Minichini, parte civile nel processo per depistaggio agli otto carabinieri -. Per la gente eravamo dei delinquenti, ci trovavamo a combattere contro un potere cosi' forte, anche la nostra amministrazione non ci e' stata vicina. Nessun ministro della Giustizia ci ha mai ricevuto, non abbiamo ricevuto mai una parola di solidarieta', di scuse. Anche il nostro Dipartimento che all'inizio avvio' una indagine interna ci fece sentire soli. Durante il processo d'appello percepii l'esistenza di una rete a cui era impossibile sfuggire, una rete architettata nei nostri confronti, un ingranaggio che era impazzito. Mi sono bastate le parole del pm Giovanni Musaro' che mi disse 'lei e' un galantuomo', lo ringrazio perche' ha ridato la dignita' a me e ai miei colleghi, cosi' come ringrazio il mio avvocato Diego Perugini. Solo io e mia moglie sappiamo quanto abbiamo sofferto". (AGI)Cop 261640 NOV 20 NNNN
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