GIOVEDÌ 09 SETTEMBRE 2021 09.28.12
R. STAMPA / 11 SETTEMBRE, GABRIELLI: RESTIAMO SOTTO MINACCIA TERRORISMO
9CO1209544 4 POL ITA R01 R. STAMPA / 11 SETTEMBRE, GABRIELLI: RESTIAMO SOTTO MINACCIA TERRORISMO (9Colonne) A vent'anni dall'11 settembre, Franco Gabrielli, già capo della Polizia e adesso sottosegretario con delega alla sicurezza della Repubblica, in una intervista al Corriere della Sera, spiega che la vittoria dei talebani in Afghanistan aumenta il rischio di nuovi attacchi contro l'Occidente: "E' persino banale dirlo. La sconfitta di un esercito addestrato e spalleggiato dagli occidentali da parte di bande giudicate poco più che raccogliticce può innescare un effetto emulazione, per veicolare il messaggio che si può non solo resistere ma anche punire una civiltà considerata nemica. E' successo vent'anni fa quando i terroristi dimostrarono di poter colpire gli Stati Uniti sul loro territorio e con i loro mezzi, può succedere oggi ovunque", "restiamo sotto una minaccia che non è mai venuta meno, è un errore valutarla sulla base degli eventi che ci toccano più da vicino, come gli attentati del 2004-2005 in Spagna e Gran Bretagna, o del 2015-2016 in Francia e Belgio. Quelle sono manifestazioni esteriori, il pericolo resta anche quando non accade nulla. La minaccia è immanente, e il rischio che diventi imminente in una situazione come quella attuale aumenta". Sono arrivati allarmi particolari dai servizi segreti italiani e stranieri? "Non che riguardino il nostro Paese in particolare. Sono invece aumentate le segnalazioni di rischio in Afghanistan e in generale contro obiettivi statunitensi" e "l'antagonismo fra Isis Khorasan, che contrasta i talebani, e Al Qaeda che invece li appoggia, può tradursi in nuove azioni di forza che possono manifestarsi non solo su quel territorio". "In un quadro così magmatico - sottolinea - è evidente che bisogna allargare il più possibile il novero dei soggetti da mettere intorno allo stesso tavolo, per coinvolgerli in una possibile soluzione. Non c'è alternativa, come ha lasciato intendere il presidente Draghi puntando a un G20 sull'Afghanistan, perché il G7 non basta. E complicato perché ci sono interessi diversi e talvolta contrapposti; basti pensare al coinvolgimento di Cina e Russia, Pakistan e India, Iran e Stati Uniti. Ma è una strettoia che si sta percorrendo con coraggio". Favorevole anche a dialogare coni talebani? "Sì, ma a determinate condizioni. Quello che sta avvenendo conferma la necessità di procedere con cautela, traendo giudizi dai fatti più che da pregiudizi o auspici. Verificando in concreto, ad esempio, la disponibilità al rispetto dei diritti fondamentali. Considerare i talebani diversi da vent'anni fa può essere un azzardo, ma vederli sempre uguali, come se niente fosse mutato, è da miopi". (red) 090928 SET 21
R. STAMPA / 11 SETTEMBRE, GABRIELLI: RESTIAMO SOTTO MINACCIA TERRORISMO
9CO1209544 4 POL ITA R01 R. STAMPA / 11 SETTEMBRE, GABRIELLI: RESTIAMO SOTTO MINACCIA TERRORISMO (9Colonne) A vent'anni dall'11 settembre, Franco Gabrielli, già capo della Polizia e adesso sottosegretario con delega alla sicurezza della Repubblica, in una intervista al Corriere della Sera, spiega che la vittoria dei talebani in Afghanistan aumenta il rischio di nuovi attacchi contro l'Occidente: "E' persino banale dirlo. La sconfitta di un esercito addestrato e spalleggiato dagli occidentali da parte di bande giudicate poco più che raccogliticce può innescare un effetto emulazione, per veicolare il messaggio che si può non solo resistere ma anche punire una civiltà considerata nemica. E' successo vent'anni fa quando i terroristi dimostrarono di poter colpire gli Stati Uniti sul loro territorio e con i loro mezzi, può succedere oggi ovunque", "restiamo sotto una minaccia che non è mai venuta meno, è un errore valutarla sulla base degli eventi che ci toccano più da vicino, come gli attentati del 2004-2005 in Spagna e Gran Bretagna, o del 2015-2016 in Francia e Belgio. Quelle sono manifestazioni esteriori, il pericolo resta anche quando non accade nulla. La minaccia è immanente, e il rischio che diventi imminente in una situazione come quella attuale aumenta". Sono arrivati allarmi particolari dai servizi segreti italiani e stranieri? "Non che riguardino il nostro Paese in particolare. Sono invece aumentate le segnalazioni di rischio in Afghanistan e in generale contro obiettivi statunitensi" e "l'antagonismo fra Isis Khorasan, che contrasta i talebani, e Al Qaeda che invece li appoggia, può tradursi in nuove azioni di forza che possono manifestarsi non solo su quel territorio". "In un quadro così magmatico - sottolinea - è evidente che bisogna allargare il più possibile il novero dei soggetti da mettere intorno allo stesso tavolo, per coinvolgerli in una possibile soluzione. Non c'è alternativa, come ha lasciato intendere il presidente Draghi puntando a un G20 sull'Afghanistan, perché il G7 non basta. E complicato perché ci sono interessi diversi e talvolta contrapposti; basti pensare al coinvolgimento di Cina e Russia, Pakistan e India, Iran e Stati Uniti. Ma è una strettoia che si sta percorrendo con coraggio". Favorevole anche a dialogare coni talebani? "Sì, ma a determinate condizioni. Quello che sta avvenendo conferma la necessità di procedere con cautela, traendo giudizi dai fatti più che da pregiudizi o auspici. Verificando in concreto, ad esempio, la disponibilità al rispetto dei diritti fondamentali. Considerare i talebani diversi da vent'anni fa può essere un azzardo, ma vederli sempre uguali, come se niente fosse mutato, è da miopi". (red) 090928 SET 21
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