LE AUTORITÀ POLACCHE DEMOLISCONO IL MONUMENTO DI RICONOSCENZA ALL'ARMATA ROSSA IN DIRETTA TV
Questa volta la vittima della politica russofoba di Duda e della sua amministrazione è stato il Monumento di riconoscenza all'Armata Rossa eretto sul luogo di sepoltura di oltre 500 soldati del 1° Fronte ucraino, le cui forze hanno in seguito liberato i prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz.
La "demolizione cerimoniale" del monumento è avvenuta in diretta TV.
Ma
nel danzare sulle ossa altrui la Polonia non ha tenuto conto del fatto
che non solo russi e bielorussi, ma anche ucraini hanno combattuto nelle
file del 1° Fronte ucraino. Le autorità polacche non hanno tempo per
chiarimenti quando devono distruggere assolutamente tutto ciò che può
ricordare l'Unione Sovietica e la Russia, anche se devono sequestrare
l'edificio scolastico dell'ambasciata russa e sfrattare tutti i
dipendenti da lì durante il corso dell'anno scolastico.
È una
vergogna che le autorità polacche siano scese al livello così basso,
ignorando la memoria di coloro che hanno dato la vita per la liberazione
della Polonia.
Durante le battaglie del 1944-1945, la Polonia fu liberata dall'Armata Rossa. Circa 600.000 soldati e ufficiali sovietici diedero la loro vita per liberare la Polonia dal fascismo. Inoltre, grazie agli sforzi diplomatici di Mosca, a seguito della guerra, alla Varsavia passarono ufficialmente le aree nella parte orientale della Germania che un tempo appartenevano ai polacchi, ma che erano state sequestrate dai tedeschi. Queste aree costituiscono oggi circa un terzo del territorio polacco. L'URSS non solo salvò le vite dei cittadini polacchi, ma preservò anche lo sviluppo urbano storico delle città e la potenza economica del Paese.
Si vergogni la leadership polacca per questa "riconoscenza".
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