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Salute: sonnellino puo' influire su sviluppo cerebrale bambino =
Salute: sonnellino puo' influire su sviluppo cerebrale bambino = (AGI) - Roma, 31 lug. - Il tempo che i bambini dedicano al sonno puo' essere determinante per lo sviluppo cognitivo e cerebrale. Lo dimostra la ricerca dell'Universita' dell'East Anglia, pubblicata su JCPP Advances. Alcuni bambini sono piu' efficienti nel consolidare le informazioni durante il sonno; altri, invece, che di solito hanno meno parole e capacita' cognitive piu' scarse, hanno bisogno di un sonnellino piu' frequente. Il gruppo di ricerca ha sottolineato come la riduzione dei sonnellini non migliora sempre lo sviluppo cerebrale e si dovrebbe permettere ai piccoli di fare il pisolino con la frequenza e per il tempo di cui hanno bisogno. "C'e' molta ansia da parte dei genitori riguardo al sonno", ha detto Teodora Gliga, ricercatrice principale. "I genitori si preoccupano che i loro figli non dormano quanto ci si aspetta dalla loro eta', oppure che dormano troppo spesso e troppo a lungo", ha continuato Gliga. "Ma la nostra ricerca dimostra che la frequenza dei sonnellini riflette le esigenze cognitive individuali dei bambini; alcuni sono piu' efficienti nel consolidare le informazioni durante il sonno, quindi si appisolano meno frequentemente", ha spiegato Gliga. (AGI)Red/Pgi (Segue) 311720 LUG 23 NNNN
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Salute: sonnellino puo' influire su sviluppo cerebrale bambino (2)=
Salute: sonnellino puo' influire su sviluppo cerebrale bambino (2)= (AGI) - Roma, 31 lug. - "I bambini piccoli dormono naturalmente per tutto il tempo di cui hanno bisogno e dovrebbero essere autorizzati a farlo", ha aggiunto la ricercatrice. Gli scienziati hanno studiato 463 bambini di eta' compresa tra gli otto mesi e i tre anni, per il periodo del 2020. I genitori sono stati interrogati sui modelli di sonno dei loro figli, sulla loro capacita' di concentrarsi su un compito, di mantenere le informazioni in memoria e sul numero di parole che comprendevano e sapevano pronunciare. E' stato, inoltre, chiesto ai genitori il loro status socioeconomico, compreso il codice postale, il reddito e l'istruzione, e la quantita' del tempo trascorso sullo schermo e le attivita' all'aria aperta che i loro figli svolgevano. "La chiusura dettata dalla pandemia ci ha dato l'opportunita' di studiare le esigenze intrinseche dei bambini in materia di sonno, perche' quando i bambini sono all'asilo nido, raramente fanno il pisolino di cui hanno bisogno", ha dichiarato Gliga. "Dato che gli asili nido erano chiusi, il sonno dei bambini era meno disturbato", ha continuato Gliga. Nessuno dei bambini partecipanti frequentava l'asilo nido. "Abbiamo scoperto che la struttura del sonno diurno e' un indicatore dello sviluppo cognitivo", ha spiegato Gliga."I bambini con sonnellini piu' frequenti ma piu' brevi di quelli previsti per la loro eta' avevano vocabolari piu' piccoli e funzioni cognitive peggiori e piu' i questi progredivano con l'eta' e maggiore era l'associazione negativa tra vocabolario e frequenza dei sonnellini", ha sottolineato Gliga. La maggior parte dei genitori ha dichiarato che il sonno dei loro figli non e' stato influenzato dalla chiusura dovuta al Covid-19. Tuttavia, i genitori appartenenti a contesti socioeconomici piu' svantaggiati hanno riferito un peggioramento della qualita' del sonno dei loro piccoli. "Il tempo dedicato allo schermo e' aumentato durante l'isolamento e le attivita' all'aperto sono diminuite, ma cio' non ha spiegato le differenze nel sonno dei bambini", ha sottolineato Gilga. Lavori precedenti suggeriscono l'incoraggiamento nello svolgere sonnellini frequenti in bambini in eta' prescolare. "I nostri risultati evidenziano come i bambini abbiano esigenze di sonno diverse: alcuni possono abbandonare il sonnellino prima perche' non ne hanno piu' bisogno; in altri potrebbe essere ancora necessario del tempo", ha affermato Gliga. "Nel Regno Unito, le scuole dell'infanzia che accolgono bambini dai tre ai cinque anni non prevedono la possibilita' di fare il pisolino; gli assistenti dovrebbero far riferimento all'eta' mentale del bambino e non a quella anagrafica per valutare al meglio le esigenze del sonno", ha concluso la ricercatrice. (AGI)Red/Pgi 311720 LUG 23 NNNN
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