SVIZZERA PIANIFICA I RIMPATRI DEGLI UCRAINI E CONSIDERA PURE LA POSSIBILITÀ DI PAGARLIUna strategia provvisoria del governo per il ritorno dei profughi ucraini dalla Svizzera prevede una finestra di partenza compresa tra sei e nove mesi.
I piani si basano sulla revoca dello status S due o tre anni dopo l’inizio della guerra, vale a dire nel 2024 o 2025, scrive Keystone-SDA. A quel punto circa 70mila ucraini dovrebbero poter tornare a casa, l’80% dei quali volontariamente. La maggior parte sono famiglie separate a causa degli uomini rimasti in Ucraina. Inoltre, la maggioranza possiede un passaporto biometrico e quindi non necessita di visto o documento di viaggio sostitutivo.
Il restante 20%, ovvero 14.000 persone, lascerebbe scadere il termine per la partenza. Si prevede che questa percentuale varierà a seconda della durata della guerra e dell’entità dei danni in Ucraina. Secondo il piano, più lungo è il soggiorno in Svizzera, meno è probabile che una persona sia disposta a partire di sua spontanea volontà. Inoltre, dopo cinque anni di soggiorno ininterrotto, potrebbero ottenere un permesso svizzero B, valido cinque anni.
Il rapporto conclude quindi che occorre fare tutto il possibile per incoraggiare le partenze volontarie. A tal fine il piano suggerisce un orizzonte temporale compreso tra sei e nove mesi.
Le situazioni delle persone vulnerabili verranno esaminate caso per caso, mentre la procedura complessiva sarebbe ricalcata su quella che disciplina i rimpatri dei richiedenti asilo.
Le partenze volontarie dovrebbero essere effettuate in modo indipendente e via terra. I rimpatri forzati per via aerea dovranno essere l’ultima risorsa.
Viene presa in considerazione l'assistenza finanziaria iniziale. Potrebbe essere uniforme o decrescente, in modo da incoraggiare le persone a non aspettare la scadenza del termine per partire. Gli importi articolati variano tra CHF 1000 e CHF 4000 ($ 1.090 e $ 4.355) franchi a persona a seconda delle fasi di partenza. (Fonte: SWI swissinfo.ch)
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