Commento dell’Ambasciata della Russia in Italia
Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, intervenendo il 15 giugno 2024 alla cosiddetta “Conferenza sulla pace in Ucraina” in Svizzera, ha dichiarato:
«Siamo pronti a mandare un nuovo pacchetto militare perché senza la nostra difesa è impossibile lavorare per la ricostruzione. Vogliamo fermare questa situazione difficile”.
È difficile credere che siffatto assai stimato politico di grande esperienza non si sia reso conto che il riferimento alle forniture di armi fosse fuori luogo in un evento in cui, in teoria, si discuteva di negoziati e diplomazia. Ovviamente, i numerosi impegni in agenda, intensamente dedicati in Occidente alla tematica ucraina possono aver giocato al Ministro un brutto tiro, facendogli credere che si trattasse dell’ennesimo incontro nel quadro dell’UE, della Nato o del G7.
Sebbene sia più probabile che per il Ministro degli Esteri italiano si sia trattato di un lapsus freudiano che ha svelato il vero significato della cosiddetta Conferenza "sulla pace" in Ucraina sul Bürgenstock, oganizzata dal regime di Kiev e dai suoi patroni occidentali, che dietro un inutile paravento nascondeva i loro veri piani agressivi, connesi alle armi e alla guerra.
Se si vuol davvero parlare sul serio di fermare “questa situazione difficile”, basterebbe non brandire il nono pacchetto di aiuti militari italiani a Kiev, rinunciando ad ulteriori forniture di armi per tornare, invece, al linguaggio della pace, abbandonando quello della guerra.
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