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giovedì 7 novembre 2024

Democrazia(?) Usa elettoralistica di classe. (a cura di Enrico Corti)

 

da Enrico Corti

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Corti - Pirola

12:16 (7 ore fa)
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Democrazia(?) Usa elettoralistica di classe.

Come sancito dall'articolo 2 della Costituzione americana, per poter partecipare alle elezioni del Presidente il cittadino americano deve avere più di 18 anni, ma innanzitutto il titolo di elettore non è un naturale diritto, ma lo si acquisisce solo se prima del voto obbligatoriamente si registra su di una piattaforma elettorale o programma di un partito.

In tale modo, al semplice elettore prima si nega la completa segretezza del voto: poi gli proibisce la reale soggettività elettiva del Presidente della Repubblica non facendolo partecipare direttamente come semplice elettori alla elezione del Presidente della Repubblica Usa; ciò perché il suo ambito è solo a livello di Stato; nel quale può solo eleggere un solo “grande elettore“ come delegato che lo rappresenti nella reale sede dove formalmente si elegge il Presidente.

Poi nel segreto delle urne, gli elettori di base possono tranquillamente votare in modo contrario alla loro preventiva dichiarazione politica di parte che gli ha fatto riconoscere il titolo di elettore; ecco spiegato perché i sondaggi elettorali americani sono sempre sbagliati;

Per di più, come abbiamo visto il numero dei “grandi elettori“ (538) che eleggono il Presidente prescinde dal numero degli elettori di base partecipanti al voto a livello statale; ai filosofi greci ideatori della democrazia non rimane altro da fare che rivoltarsi nella tomba.

Il capitolo poi “finanziamenti delle campagne elettorali“ rappresenta il massimo della partecipazione democratica popolare all’evento;  i fondi si raccolgono attraverso un’intricata e non trasparente rete di comitati e associazioni di comodo; da studi condotti dell’osservatorio “no-profit non partisan Open Secrets“ di Washington; si evince che per il finanziamento della campagna elettorale 2024 si sono spesi circa 15 miliardi di dollari; (4 miliardi e 428 milioni di dollari per il duo Harris-Trump, di cui il 71,77% alla prima e il 28,23% al secondo).

In detto “il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi“, nessuno meglio della “ridanciana a sproposito“ Kamala Harris avrebbe potuto meglio rappresentarlo; ora, visto il suo rapporto finanziamenti/voti ottenuti, il consiglio da dargli è quello di abbondonare la politica per sempre.

I finanziamenti sono stati significativamente garantiti innanzitutto da 18 ricchissimi magnati (Jill Stein; Timothy Mellon; Elon Musk; Marc Andreessen; Ben Horowitz; David Sacks; Warren Stephens; Jan Koum; Dick Uihlein; Woody Johnson: Energy Transfer; Woody Johnson; Robert F. Kennedy Jr.) al quale hanno inoltre contribuito le Società Hendricks Holding; Bigelow Aerospace Energy Transfer; ecc.

            Accoppiati al “comizio d’investitura“ di Trump, questi dati dovrebbero essere “la notizia“ per i giornali italiani agit-prop della Harris; che ovviamente non pubblicheranno mai in quanto “occidentalisti-atlantisti“ a prescindere chiunque sia il Presidente; (leggessi servi della moneta, innanzitutto del dollaro); ora quello che sanno fare non è una seria analisi critica sullo stato di crisi anche morale della democrazia occidentale; sanno solo preoccuparsi nazionalisticamente e materialisticamente sui dazi che molto probabilmente Trump aumenterà.   

            Purtroppo, nella trappola c’è cascato anche Michele Santoro che, del formulare ipotesi senza analizzare razionalmente cos’è nel profondo il supremazionismo (mascherato con l’ipocrita uso del termine “libertà“); presente nel DNA  in entrambi i generi nella maggioranza degli americani; pronosticando così avventatamente una possibile “sconfitta del Trump criminale e maschilista per merito delle donne americane“.

            Ai moderni “soloni informatori“ che ripetono a iosa “non c’è pericolo di fascismo“ e che fingono di non sapere che, con la complicità della stampa di allora, nel 1924 la Lista ““per Mussolini ottenne il 62% dei voti“; sul tema almeno stiano zitti e si impegnino affinché ciò ora non succeda più.

            Il primo che si azzarderà ancora chiamare gli Usa la “culla della democrazia“ (considerando pure le 323 basi militari in Europa in 31 Stati e il coinvolgimento in tanti conflitti armati); sarà deferito alla Corte Suprema del Tribunale Internazionale della Classe Operaia; con la Parte Civile offesa che chiederà la pena di morte con ghigliottina.  

            Enrico Corti

            7 novembre 2024

 

 

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