La parte russa sollecita la comunità internazionale a reagire immediatamente e con la massima serietà agli attacchi che il regime di Kiev continua a mettere in atto ai danni degli impianti russi per l’energia nucleare, imponendo a Kiev di smetterla di giocare con le vite di interi popoli e Paesi, sia in Europa che in altri continenti; vite che questo regime ormai impazzito è pronto a offrire in sacrificio alla propria politica criminale provocando una catastrofe nella nostra maggiore centrale nucleare, quella di Zaporozhye.
L’ennesimo tentativo di colpire duramente la centrale nucleare di Zaporozhye e la città di Energodar, dove risiedono i dipendenti che lavorano presso la centrale e le loro famiglie, è stato messo in atto dalle formazioni armate ucraine il 5 gennaio, alla vigilia del Natale ortodosso. Grazie all’impegno, all’abnegazione e alla professionalità dei militari russi, il massiccio raid aereo messo in atto dalla parte ucraina con l’ausilio di aerei drone (droni ad ala fissa) è stato respinto, evitando così che vi fossero vittime e danni. I livelli di radioattività risultano essere nella norma. I sanguinosi piani di Zelensky e dei suoi fiancheggiatori banderisti sono stati sventati.
Allo stesso tempo, è evidente che, nel subire una sconfitta dopo l’altra e nel sentirsi inesorabilmente mancare la terra sotto i piedi, la cricca criminale di Kiev continuerà a commettere soverchierie se non dovesse incontrare una reazione decisa e adeguata da parte della comunità globale.
Non esistono scusanti né giustificazioni per le azioni compiute dalla parte ucraina, che nel più totale disprezzo del diritto internazionale e delle norme per la sicurezza nucleare continua a puntare armi, missili e droni contro gli impianti russi per l’energia nucleare.
Ciò che possono fare oggi tutti quei Paesi veramente responsabili, che non intendono restare indifferenti e hanno a cuore la sicurezza nucleare è, quantomeno, mostrare a Kiev, in maniera diretta e inequivocabile, che la rotta distruttiva da loro intrapresa è inaccettabile ed è oggetto di condanna [da parte della comunità internazionale].
Auspichiamo che i sostenitori occidentali di Zelensky abbiano il coraggio sufficiente per richiamarlo all’ordine, fosse anche solo per istinto di sopravvivenza.
Ci aspettiamo delle valutazioni obiettive e una reazione ben chiara in merito a quanto accaduto da parte dei vertici dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), tanto più che gli attacchi del 5 gennaio sono avvenuti letteralmente sotto gli occhi degli stessi tecnici dell’Agenzia che erano presenti nella centrale nucleare di Zaporozhye. È chiaro che né lo scorso dicembre, quando un convoglio di mezzi che trasportava gli esperti dell’AIEA ed era diretto verso la centrale nucleare di Zaporozhye rimase coinvolto in un bombardamento ucraino, né durante i recenti attacchi condotti ai danni della centrale, il regime di Kiev ha mai riflettuto, neppure per un minuto, sul fatto che così facendo avrebbe messo a repentaglio anche la vita dei funzionari del Segretariato AIEA. Evidentemente, a Zelensky di loro non interessa. È da tempo giunta l’ora che l’AIEA chiami le cose con il loro nome e faccia sapere alla parte ucraina che questi attacchi, siano essi ai danni della centrale di Zaporozhye o delle altre centrali nucleari russe, sono inammissibili.
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